GAM, "Siamo ancora nella prima ondata dei contagi?"


Jenna Denyes discute se siamo ancora nella prima ondata dei contagi da Covid-19 e quali progressi sono stati fatti nella ricerca di un vaccino.

A cura di Jenna Denyes, Senior Healthcare Analyst presso GAM


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Ci troviamo ancora nella prima ondata dei contagi da Covid-19?

Se vogliamo capire a che punto della pandemia ci troviamo, Jenna Denyes ritiene che vadano ricordate alcune date importanti. Siamo partiti a dicembre, con un improvviso aumento dei casi di polmonite per una causa ignota, a marzo è stata dichiarata la pandemia globale, oggi siamo a oltre 17 milioni di casi. Tutto questo è accaduto in circa otto mesi. Se prendiamo come riferimento l’influenza spagnola del 1918, allora ci furono tra i 300 e i 500 milioni di casi nel corso di oltre due anni. Dunque gli eventi si susseguono molto rapidamente. Sfortunatamente appare evidente che ci troviamo ancora nella prima ondata della pandemia, non abbiamo infatti mai assistito a una riduzione effettiva del numero dei contagi. In qualche regione la situazione è stata maggiormente sotto controllo a livello locale, in realtà abbiamo assistito a una riduzione dei casi gravi ma il virus ha continuato a diffondersi tra la popolazione in modo spesso asintomatico. Per poter parlare di una seconda ondata, la prima ondata dev’essere posta sotto controllo, e purtroppo sembra che neppure le temperature estive lo abbiano consentito. Sembra che questo virus continui a contagiare la popolazione nell’ambito di una prima grande ondata che non finirà presto.

È possibile definire un arco temporale per il virus?

A questo punto ci sembra di poter prevedere che il Covid-19 resterà tra noi almeno nel prevedibile futuro. Gli esperti prevedono che continuerà a esistere più o meno a tempo indeterminato. Entrerà a far parte delle malattie stagionali, praticamente come l’influenza e gli altri quattro coronavirus che circolano regolarmente tra la popolazione. Per eliminare completamente un patogeno vanno soddisfatti alcuni criteri, il più importante è che il patogeno infetti solamente l’uomo. Se concentriamo tutti i nostri sforzi nel tentativo di bloccare il contagio dell’uomo, ma poi il virus contagia anche i pipistrelli, per fare un esempio, tornerà poi anche a contagiare anche le persone e non sarà facile eliminarlo dal nostro pianeta. Un altro elemento necessario per debellare in modo efficace una malattia è il vaccino, oppure una cura, e sfortunatamente in questo momento non abbiamo né l’uno né l’altro, nonostante i progressi promettenti fatti su entrambi i fronti.

Quali progressi sono stati fatti verso la scoperta di un vaccino?

In questo momento stiamo assistendo a una corsa veramente senza precedenti nello sviluppo dei vaccini. Tale ritmo è stato reso possibile da un’ampia collaborazione tra esperti nei laboratori di ricerca accademici pubblici e privati, e sta avvenendo veramente su scala globale. In questo momento sono in corso tre sperimentazioni cliniche nella fase due, e prevediamo che altre una o due inizieranno presto. Queste sperimentazioni cliniche sono controllate con placebo e daranno risposte fondamentali relativamente alla sicurezza e all’efficacia di tali vaccini. C’è chi prevede che avremo qualche risposta già a ottobre, il che è possibile dato che, per la struttura di queste sperimentazioni, maggiore è il numero dei contagiati tra i partecipanti, più rapida sarà la fase di sperimentazione. L’esito è infatti correlato al numero di eventi, non al periodo temporale. Questo significa anche che, se non ci saranno molti contagi a livello della popolazione, potrebbe essere necessario aspettare un po’ più a lungo, tuttavia è realistico prevedere che ci saranno i primi dati sulle sperimentazioni di due o più programmi diversi tra ottobre e novembre. Dobbiamo tenere presente però che il fatto di ricevere i dati sulle sperimentazioni non significa necessariamente che il vaccino sarà disponibile per tutti. Dopo la raccolta dei dati, il vaccino dovrà comunque essere riesaminato attentamente per sicurezza ed efficacia prima di essere approvato, poi prodotto, distribuito e amministrato. Anche se molte persone diverse coinvolte in questo processo stanno già lavorando duramente per cercare soluzioni e formulare piani, si tratta comunque di un’impresa globale piuttosto onerosa. In questa fase tutti i programmi per un vaccino stanno comunque producendo risultati positivi. Non sono emersi timori per la sicurezza, e finora i dati relativi all’efficacia sembrano promettenti e incoraggianti. Dobbiamo solo avere pazienza.

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