Gas, salta l’accordo sul price cap al vertice UE

Gas, salta l’accordo sul price cap al vertice UE

Oggi si terrà la riunione tra i ministri dell’energia dei paesi dell’Unione europea ma indiscrezioni di stampa parlano della mancanza di un accordo sul tetto del prezzo del gas vista la contrarietà di molti paesi, Olanda in testa.

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Vertice senza accordo

Niente accordo tra i paesi europei su una delle misure più importanti per affrontare la crisi energetica in corso non solo nel Vecchio Continente.

Oggi si terrà l’incontro tra tutti i ministri dell’energia dei paesi membri dell’UE, chiesto dalla presidente Von der Leyen per decidere sul tetto del gas, ma secondo l’Ansa il price cap non verrà discusso, vista la contrarietà di molti paesi al price cap.

“Non credo che dal Consiglio Energia di oggi uscirà una richiesta alla Commissione per un'istituzione immediata di un tetto al prezzo del gas russo”, spiegava un alto funzionario dell’Unione europea.

Se “un ampio numero di Stati chiede un price cap”, infatti, “bisogna vedere a cosa e come” e “il diavolo si nasconde nei dettagli”, proseguiva la fonte, confermando che “non c'è la maggioranza tra gli Stati sul price cap. Ogni Paese sta facendo le valutazioni per ponderare quelle che possono essere le conseguenze di una scelta del genere”.

“Bisogna inoltre valutare se il mercato europeo è abbastanza forte da chiedere più gas e allo stesso tempo imporre un tetto, bisogna vedere che cosa diciamo ai nostri amici fornitori in Asia”, concludeva la fonte Ue.

Molto probabilmente, l’argomento potrebbe essere discusso alla riunione dei capi di Stato e di Governo nel corso del vertice informale che si dovrebbe tenere il 6 e il 7 ottobre a Praga, se non addirittura slittare a fine mese, in occasione del Consiglio europeo ordinario del 20 e 21.

I paesi contrari

Secondo indiscrezioni dei media, ad essere contraria è soprattutto l’Olanda, paese che ospita la borsa del trading del gas europeo, il Dutch TTF gas future, nonostante le dichiarazioni di apertura arrivate nelle scorse settimane dal Premier olandese Mark Rutte, il quale aveva dichiarato di “guardare con favore” alle proposte avanzate da Bruxell, price cap compreso.

Tra gli altri paesi contrari ci sono anche l’Ungheria, la Slovenia, l’Austria e la Repubblica Ceca, mentre la Germania sembra aver modificato la sua posizione dopo una prima apertura al price cap.

Dubbi, inoltre, sono arrivati dal Belgio. “La nostra intenzione è innanzitutto quella di far scendere i prezzi. Un tetto al solo gas russo non farà scendere i prezzi”, dichiarava alla Reuters il ministro dell'Energia belga Tinne Van der Straeten.

Tra i motivi alla base delle posizioni contrarie resta la possibilità che i tempi dell’approvazione potrebbero scatenare un problema di forniture, spingendo i venditori alternativi alla Russia a rivolgersi ad altre fonti.

Le proposte

L’incontro di oggi è destinato ad assumere un carattere solo interlocutorio e non risolutivo, ma la Commissione metterà a punto le cinque proposte per i membri europei.

Di queste, il consenso unanime riguarda solo tre tra quelle pubblicate ieri proprio in vista del Consiglio di oggi.

In particolare, si tratta di quelle relative all’imposizione di un tetto massimo di profitto (remunerativo) sulle fonti energetiche rinnovabili che permetta di usare i ricavi in eccesso per misure di sostegno a favore di famiglie ed imprese più fragili, la riduzione del 5% del consumo energetico nelle ore di punta del giorno e la possibilità di sostenere la liquidità delle imprese energetiche colpite dall’estrema volatilità dei prezzi.

Dove l’accordo non è stato trovato, invece, è proprio sul ‘price cap’, il tetto del prezzo sul gas importato dalla Russia e sul ‘prelievo di solidarietà’, ovvero la tassa sugli extra profitti realizzati dalle società energetiche.

Questa mattina, intanto, il probabile stop all’accordo non ha spinto in alto il prezzo del gas e il future di ottobre era scambiato a 219 euro per megawattora (-0,7%) sulla piattaforma Ttf di Amsterdam.

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