Gas, UE lavora al price cap dopo la disponibilità della Germania

Gas, UE lavora al price cap dopo la disponibilità della Germania

Il gas era sceso sotto quota 280 euro nella giornata di ieri dopo la disponibilità dei tedeschi al tetto del prezzo della materia prima, ma la proposta che dovrebbe essere presentata il prossimo 9 settembre al Consiglio d’Europa potrebbe incontrare l’opposizione dell’Olanda.

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Prezzo del gas fermo

Il gas resta sotto quota 280 euro dopo l’apertura arrivata ieri dalla Germania sul price cap.

Questa mattina il gas al nodo olandese veniva scambiato a 277 euro al MWH, in leggero rialzo (+1%), mentre quello statunitense scendeva di un punto percentuale.

La società francese Engie ha comunicato la riduzione delle consegne di gas a partire da oggi a causa di un disaccordo con Gazprom sull’applicazione di alcuni contratti.

“Come annunciato in precedenza, Engie si era già assicurata i volumi necessari per soddisfare i propri impegni nei confronti dei clienti e il proprio fabbisogno, e aveva messo in atto diverse misure per ridurre in modo significativo qualsiasi impatto finanziario e fisico diretto che potrebbe derivare da un'interruzione delle forniture di gas da parte di Gazprom”, si legge nel comunicato.

L’apertura della Germania

A far scendere sotto quota 300 euro i prezzi era stata la notizia arrivata ieri di una possibile disponibilità del governo tedesco al tetto del prezzo del gas.

L’apertura sarebbe arrivata dal vice-cancelliere e ministro dell’Economia, Robert Habeck, il quale avrebbe comunicato al suo collega italiano, Roberto Cingolati, la disponibilità di discutere di questo provvedimento nel corso del Consiglio straordinario sull’energia, previsto per il 9 settembre, quando verrà discusso anche il piano sulla riforma del meccanismo di formazione del prezzo del gas.

UE al lavoro sul price cap

Nel corso della scorsa settimana, il premier Mario Draghi confermava che la “Commissione europea è attualmente al lavoro su una proposta per introdurre un tetto al prezzo del gas”, da presentare “al prossimo Consiglio europeo”.

La posizione di apertura della Germania rappresenta una novità importante verso un accordo, in quanto fino a questo momento i tedeschi restavano timorosi di una eventuale reazione da Mosca.

Se la disponibilità tedesca a fissare un tetto europeo al prezzo del gas venisse confermata in quella sede, spetterebbe poi ai capi di Stato e di governo, nel Consiglio europeo in programma a ottobre, prendere una decisione finale, anche se si segnala fino a questo momento la contrarietà dell’Olanda, beneficiaria dell’aumento dei prezzi.

Inoltre, aggiungeva Draghi, “la Commissione presenterà una riflessione su come slegare il costo dell’energia elettrica dal costo del gas” e che su questa riflessione immagina vi possa essere “molto più accordo e molto più sostegno da parte di tutti i paesi”.

Goldman Sachs sceglie le materie prime

Nel frattempo, gli analisti di Goldman Sachs continuano a puntare sulle materie prime, considerando “bassi’ i pericoli di un rallentamento della domanda da parte l’Europa, pertanto chi investe nel settore aumenta l’esposizione ad un settore che potrebbe diventare presto un’area rifugio.

Sabine Schels, senior commodities strategist della banca americana vede “un rischio-ricompensa positivo per le materie prime ai livelli attuali”.

Nonostante le prossime aggressive della Federal Reserve, le materie prime restano il miglior asset da possedere perché la domanda rimane superiore all’offerta.

“I nostri strategist auspicano una nuova riduzione della propensione al rischio e riteniamo che la correlazione delle materie prime con gli altri asset rischiosi sia destinata a ridursi nuovamente”, scrive Schels in una nota per i clienti.

Pertanto, Schels vede una prospettiva “positiva” a 12 mesi per le materie prime, che si traduce nell’aumento delle previsioni per S&P GSCI e BCOM, con un potenziale rialzo del 40% per il primo, riferimento per gli investimenti nei mercati delle materie prime.

L’energia e l’agricoltura sanno ancora i protagonisti del rialzo delle materie prime, aggiungono da Goldman Sachs: “nonostante il forte apprezzamento dei prezzi nell’ultimo anno”.

“Su base relativa, i prezzi del petrolio appaiono ora convenienti rispetto a quelli del gas globale e persino del carbone. Poiché il petrolio è il bene di ultima istanza in un’epoca di grave carenza energetica, riteniamo che il calo dell’intero complesso petrolifero costituisca un interessante punto di ingresso per gli investimenti long-only”.

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