Generali, Fondazione Crt sale al 2%


L’ente ha utilizzato i fondi arrivati dalla cessione della propria quota detenuta in Banco BPM per aumentare quella posseduta nella Compagnia del Leone, con l’obiettivo di aumentare i dividendi del suo portafoglio.


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Crt sale in Generali

Luci accese ancora su Fondazione Crt, l’ente presieduto da Fabrizio Palenzona che nei giorni scorsi aveva ridotto la quota (1,8%) detenuta in Banco BPM (di cui 80 milioni di plusvalenza) per poi dirottare i fondi verso Assicurazioni Generali.

L’annuncio di aumento delle azioni detenute nella Compagnia del Leone è stato fatto dallo stesso Palenzona nel corso di un’intervista rilasciata a Il Sole 24 Ore, specificando che ora la Fondazione è salita “alla soglia del 2” dal precedente 1,6%. “Siamo e restiamo sulla soglia del 2% (in Generali)”, ha detto Palenzona spiegando di aver consolidato la partecipazione nel Leone di Trieste dopo la dismissione della quota in Banco.

La strategia

L’obiettivo dell’acquisto di ulteriori quote è quello di “accrescere il flusso di dividendi, che insieme a Unicredit e Mundys, costituiscono la parte più consistente delle risorse che mettiamo a disposizione sul territorio”, aggiungeva il manager.

Per quanto riguarda la dimissione della quota nella banca, Palenzona ha spiegato di aver “messo in pratica quanto suggeriva Enrico Cuccia: vendi, guadagna e pentiti. Grazie all'ottimo lavoro del dottor Giuseppe Castagna abbiamo quasi triplicato l'investimento”.

Capitolo Unicredit

Passando a Unicredit, Palenzona ha definito “non in discussione” la quota di partecipazione di Crt nella banca milanese, nonostante le critiche rivolte al comitato governance in merito alla gestione del processo di formazione della lista per il prossimo cda.

“Parlo di Unicredit, di cui siamo azionisti e dove continueremo a supportare Andrea Orcel, un eccellente banchiere che non da oggi gode della nostra stima e i cui risultati straordinari parlano per lui”, ha sottolineato Palenzona, ricordando che “di Unicredit siamo fondatori e la nostra partecipazione non è in discussione”.

Le critiche al cda erano rivolte “al comitato governance per come ha gestito il processo di formazione della lista del cda”, in quanto una lista del consiglio, “seppur pratica diffusa a livello internazionale”, presenta il rischio di “autoreferenzialità del consiglio, cosa certamente criticabile”, mentre un altro aspetto è legato “al conflitto di interessi che si può creare se non si disciplina adeguatamente il ruolo degli attori”.

“Un processo che non sia in linea con le best practice di mercato e con le linee guida della Consob non è nell'interesse di Unicredit. Il ritiro dalla lista del cda di chi aveva gestito il processo ha certamente contribuito a mitigare la nostra posizione critica”, ha aggiunto Palenzona riferendosi al vicepresidente uscente di Unicredit, Lamberto Andreotti.

Già in occasione del rinnovo delle Generali, Crt si è schierata a favore della lista presentata dai soci privati, sebbene poi abbiano prevalso i candidati del board, viene ricordato a Palenzona. “La lista del consiglio – commenta il banchiere- è una pratica diffusa a livello internazionale. Se però il processo di formazione viene gestito male, ne distorce la validità. Il rischio evidente è quello dell’autoreferenzialità del consiglio, cosa certamente criticabile. L’altro aspetto è il conflitto di interessi che si può creare se non si disciplina adeguatamente il ruolo degli attori delegati alla formazione della lista. Inoltre, un engagement serio e attento dei soci è una pratica indispensabile, nel caso in cui il consiglio voglia presentare la lista. Alla fine, infatti, chi la vota sono sempre e solo i soci. Certamente le Generali hanno rispettato questa best practice”.

La view degli analisti

In attesa dei conti di Generali del quarto trimestre 2023 in agenda per il prossimo 12 marzo, la media degli analisti stima un dividendo sui conti del 2023 pari a 1,23 euro per azione con uno yield intorno al 6%.

Gli esperti di Berenberg mantengono un rating ‘buy’ sul titolo, con target price di 24,4 euro, mentre WebSim ribadisce il suo giudizio ‘neutrale’, con prezzo obiettivo di 21 euro.

Il consenso di Bloomberg raccoglie 10 ‘buy’, 12 ‘hold’ e 4 ‘sell’, con un target price medio di 21,63 euro, mentre questa mattina le azioni scambiano a 20,88 euro, con una crescita limitata allo 0,40%.

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