Generali, nel nuovo piano previsioni migliori delle attese degli analisti


L’ad Philippe Donnet ha presentato ieri il piano al 2024, approvato quasi all’unanimità, inserendo previsioni sugli utili migliori delle previsioni degli analisti.


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Il piano di Donnet

Giornata post presentazione del piano per Generali, ieri all’ordine del giorno di un cda della compagnia assicurativa caratterizzato anche da uno scontro interno tra consiglieri collegati ai vari soci.

Nonostante le divisioni, il board ha approvato il nuovo piano al 2024 denominato ‘Lifetime Partner 24: Driving Growth’, il quale si pone l’obiettivo di una “crescita sostenibile sia attraverso le attività chiave, sia le nuove tipologie di business grazie alle solide basi poste a partire dal 2016”.

I pilastri strategici sui quali Philippe Donnet ha basato la sua strategia futura riguardano anche il migliorare il profilo degli utili e spingere sull’innovazione.

L’attuale Ceo prevede una forte crescita degli utili per azione, maggiori flussi di cassa netti disponibili a livello della Capogruppo e dividendi più elevati.

In particolare, i target sugli utili sembrano attraenti: un range di crescita del tasso annuo compreso tra il +6% e il +8% per l’utile per azione.

A questo si aggiungono le previsioni per i flussi di cassa netti disponibili a livello della Capogruppo superiori a 8,5 miliardi di euro e un aumento dei dividendi tra il 5,2 e il 5,6 miliardi da distribuire contro i 4,5 miliardi del precedente piano.

Inoltre, il piano di buyback è pari a 500 milioni di euro, ‘al termine di Generali 2021’: si tratta del "primo da 15 anni", sottolineano dalla compagnia del Leone.

L’analisi di Equita Sim

A sorprendere gli analisti di Equita è proprio la previsione di crescita degli utili tra il 6% e l’8% nel periodo 2021-2024, mentre questi si attendevano un +5%. “A livello di utile il piano presenta target superiori alle nostre attese, con una sorpresa al 2024 mid single digit (una volta inclusa Cattolica nelle stime) o high single digit/low double digit a livello di consensus”, spiegano dalla sim milanese. 

Secondo Equita, inoltre, il target di remunerazione agli azionisti cumulato “è leggermente superiore alle nostre attese sul dividendo e prevede anche l'avvio di un buyback, non fattorizzato nelle nostre stime”.

I dividendi cumulati sono stimati a 5,2-5,6 miliardi nel periodo 2022-2024 rispetto ai 4,5-5 miliardi del precedente piano 2019-2021 (raggiunti nella parte bassa), mentre le attese di Equita erano di 5,2 miliardi.

Il piano presentato ieri, sottolinea la sim, “si concentra sull'incremento della raccolta e sul mantenimento della marginalità tecnica, migliorando la quota di mercato in segmenti con elevato potenziale di crescita”.

Tra gli obiettivi c’è “la continuazione dell'attività di sviluppo di prodotti a basso assorbimento di capitale nel Vita e ottimizzazione dei portafogli esistenti per ridurre l'assorbimento di capitale e allo sviluppo dell'asset management al fine di aumentare le dimensioni della divisione e generare ulteriori 100 mln di ricavi da parti terze”.

Per quanto riguarda le possibilità di crescita esterna, l'obiettivo è quello di “consolidare la posizione di leadership nel settore assicurativo in Europa e rafforzare la presenza in selezionati mercati asiatici”, mentre “nell'asset management la società si focalizzerà su opportunità nel mercato UK e Usa”.

Gli analisti di Equita hanno fissato un giudizio hold sul titolo Generali, con target price a 19,5 euro.

Un cda tra le divisioni

L’approvazione del piano arriva dopo una riunione fiume del consiglio di amministrazione di Generali, conclusosi dopo oltre nove ore.

Le attese vedevano due fronti, da un lato i consiglieri legati a Mediobanca, contrapposti a quelli del patto composto da Francesco Gaetano Caltagirone, Leonardo Del Vecchio e Fondazione Crt.

Il cda ha però deluso chi si attendeva una vera e propria spaccatura, in quanto il patto ha mostrato i primi segnali di divisione.

Secondo le ricostruzioni de La Repubblica, a dimostrazione che qualcosa sembra cambiato c’è il solo voto contrario al piano, quello di Caltagirone, mentre Romolo Bardin, ad di Delfin (la holding di Del Vecchio) non ha votato in quanto non presente.

Si trattava di un’assenza polemica, motivata ‘ufficialmente’ con il poco tempo avuto a disposizione per valutare il documento strategico di Donnet (ricevuto lunedì).

Inoltre, Sabrina Pucci, consigliera vicina alla Fondazione Crt ha votato a favore del piano, al pari di Paolo Di Benedetto, consigliere indipendente ma schierato con il Patto.

A questo punto, si attenderanno i prossimi mesi per capire se si è trattato solo di un episodio o se l’assalto dei ‘Pattisti’ al ‘trono’ di Donnet e alla strategia futura di Generali proseguirà in vista dell’assemblea di aprile.

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