Generali, UniCredit pronta a salire al 10% del capitale

L’istituto guidato da Andrea Orcel aveva da poco aumentato la sua quota detenuta nella Compagnia del Leone ma, in vista dell’assemblea dei soci, potrebbe incrementarla di nuovo per poter giocare un ruolo ancora più da protagonista.

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UniCredit e Generali

Sempre più calda la partita per la ‘conquista’ di Generali, con UniCredit sempre più protagonista. Indiscrezioni diffuse da Il Sole 24 Ore rivelano che la banca guidata da Andrea Orcel si sarebbe attrezzata per aumentare la propria partecipazione nella Compagnia del Leone.

UniCredit aveva fatto sapere di essere arrivata a detenere il 5,229% della compagnia assicurativa, con il 4,18% dei diritti di voto, ma, in vista dell’assemblea dei soci, sarebbe "attrezzata per salire fino ad un passo dal 10% del capitale".

“Di sicuro, l’attenzione è massima (come i volumi in Borsa) e proprio nell’ambito di questo contesto sono in molti a chiedersi cosa faranno gli altri azionisti, a partire da Mediobanca, promotrice della lista di maggioranza per il rinnovo del consiglio", spiega il quotidiano finanziario.

Intanto, il 12 marzo dovrebbe essere presa la decisione sulla data dell’assemblea della Compagnia del Leone per il rinnovo del board, oltre che per analizzare il bilancio. Qualora “il cda dovesse decidere di anticipare l’assemblea (al 24 o al 29 aprile rispetto al previsto 8 maggio), potrebbe modificare in parte le regole del gioco scritte diverse mesi fa quando si pensava di poter procedere con una lista del consiglio di amministrazione", rivelano le fonti del Sole.

La partita per il board

La posizione di UniCredit, che finora non si è espressa in maniera chiara se stare dalla parte di Mediobanca o della compagine che ruota intorno a Francesco Gaetano Caltagirone e ai suoi alleati (Delfin), potrebbe essere decisiva.

Per saperne di più bisognerebbe attendere la fine di marzo quando verranno presentate le liste per l’assemblea di Trieste e, secondo La Repubblica, oltre a quella di maggioranza di Mediobanca potrebbe essercene un’altra di ‘maggioranza o minoranza lunga’ presentata da Caltagirone, impegnato ad aumentare la sua quota fino a sfiorare il 10%. La sua lista dovrebbe ricevere il sostegno anche di Delfin, la holding della famiglia del Vecchio, già in possesso del 10% e che potrebbe aumentare ancora la sua percentuale.

Già in varie occasioni, sottolinea il quotidiano, Orcel “ha preso decisioni slegate completamente dalla politica” e “per questo motivo viene visto con diffidenza nei palazzi romani”.

L’attivismo di Orcel

Proprio l’ad ha cercato in questi giorni di ‘ingraziarsi’ questi palazzi romani, facendo ‘il giro delle sette chiese’. Ieri il manager avrebbe avuto una serie di incontri istituzionali a Palazzo Chigi, alla Banca d’Italia e alla Consob, con l’obiettivo di capire cosa pensa la politica e i regolatori rispetto alle varie mosse che Piazza Gae Aulenti sta facendo sui vari fronti, da Banco Bpm alla tedesca Commerzbank, fino a Generali.

Sul fronte politico Orcel è stato ricevuto da Gaetano Caputi, capo di gabinetto della premier Giorgia Meloni, proprio nel giorno in cui il gruppo di coordinamento del comitato golden power ha aperto il dossier Unicredit-Banco Bpm, operazione notificata lo scorso 4 febbraio. Gli uffici hanno 45 giorni (estendibili di altri 30) di tempo per esprimere un parere sulle questioni di sicurezza nazionale.

Il banchiere romano non sarebbe riuscito a farsi ricevere dagli uffici del Mef dopo che lo scorso 26 novembre il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, aveva preannunciato un intervento di golden power sull’Ops di Unicredit su Banco Bpm, considerata in contrasto con la possibile fusione tra Mps e lo stesso Bpm per la formazione di un terzo polo bancario.

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