È il giorno della Fed: rialzo dei tassi in vista secondo gli analisti

Il vertice della Federal Reserve di oggi potrebbe decidere il primo rialzo dei tassi dal 2018, aprendo la strada ad una serie di ulteriori aumenti finalizzati alla lotta all’inflazione, ormai arrivata a livelli record negli Stati Uniti.
Indice dei contenuti
La Fed si riunisce
E' arrivato il giorno molto atteso dai mercati. Oggi, infatti, la Federal Reserve rivelerà le sue decisioni di politica monetaria alla fine di un meeting iniziato nella giornata di ieri.
“La riunione del comitato di politica monetaria (FOMC) è iniziata ieri alle 9 (le 14 in Italia), come previsto”, dichiarava ieri un portavoce della Fed all’Afp.
Terminata la riunione verrà diffuso un comunicato, previsto per le 19 in Italia, poi ci sarà la consueta conferenza stampa del Presidente della Fed, Jerome Powell, in cui verranno illustrate le motivazioni alla base della decisione dell’istituto centrale americano.
Verso il rialzo dei tassi
Questa volta, le previsioni di gran parte degli analisti vedono un rialzo del costo del denaro di 25 punti base, decisione considerata necessaria per cercare di frenare l’inflazione, ormai ai massimi degli ultimi 40 anni, visto il +7,9% toccato a febbraio.
Nel caso in cui dovesse essere confermata questa previsione, si tratterebbe del primo rialzo dal 2018 e potrebbe dare il via ad una serie di decisioni simili nel corso di quest’anno.
I future sui Fed Funds, infatti, prezzano quasi 100 punti base di rialzi da qui a giugno, lasciando presagire un rialzo da 50 punti base in uno dei tre meeting previsti.
Inoltre, l’istituto oggi comunicherà anche le previsioni dei banchieri USA sul Pil, l’inflazione e la disoccupazione attesi nel 2022 e nel 2023.
Tra gli altri temi, la Fed si occuperà di discutere del momento opportuno per dare avvio alla riduzione del suo bilancio, ormai arrivato a livelli record nel corso della pandemia vista l’enorme quantità di bond acquistati per affrontare l’emergenza economica.
Un’indicazione sulle scelte dell’istituto era arrivata lo scorso 3 marzo, quando Powell aveva annunciato che la Fed “farà tutto il necessario per abbassare l’inflazione”, oltre a essere “pronta” ad agire vista la situazione in Ucraina.
Le previsioni degli analisti
L’entità di un rialzo da 25 punti dopo due anni con tassi allo 0-0,25% è la più indicata dagli analisti, mentre un aumento di 50 punti base resta improbabile anche a causa dell’instabilità derivata dalla guerra.
“Sembra più probabile che l’aumento possa essere di 25 punti base”, prevede Jeffrey Cleveland, chief economist di Payden & Rygel.
Aumento di 25 punti che “sembra appena un primo blocco” di incrementi, afferma Michael Schumacher, direttore della strategia dei tassi di Wells Fargo.
Secondo Schumacher, la Fed resta in una “posizione difficile”, in quanto l’inflazione è a livelli “incredibili”, situazione a cui si aggiungono i “problemi con la catena di approvvigionamento” e la situazione Russia-Ucraina.
“I mercati già a febbraio si aspettavano un aumento dei tassi di 50 punti base”, sottolinea Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management, “questo prima che la Russia invadesse l’Ucraina”.
“Sebbene la pressione dell’inflazione sia scesa da allora, l’incertezza è troppa perché la Fed alzi i tassi in maniera aggressiva”, aggiunge Lien.
L’inflazione
Per il momento, secondo Cleveland, “l’assenza di pressione sulla crescita salariale potrebbe essere dovuta ad alcuni effetti di composizione e che, in futuro, potremmo assistere ad una nuova accelerazione. Il timore di una spirale inflattiva e salariale sembra per ora ingiustificato alla luce degli ultimi dati”.
“La Fed ha lavoro facile nel breve dal momento che dovrà agire solo sul fronte inflazione ma, tra qualche mese, anche negli Usa, si potrebbe aprire il dilemma di politica monetaria (cosa privilegiare, inflazione o crescita) in vista di un possibile rallentamento marcato della crescita, anticipato proprio dalla lunga fase (11 mesi consecutivi) di salari reali negativi”, spiega Antonio Cesarano, Chief Global Strategist di Intermonte.
“La Fed dovrebbe anche sottolineare la sua volontà di rimanere agile e di essere pronta ad aumentare i tassi in modo più aggressivo se necessario”, prevede Franck Dixmier - Global CIO Fixed Income di AllianzGI, secondo cui i mercati dovrebbero mantenere la calma a fronte di una decisione per cui si sono preparati da tempo.
A questo punto, prevedono da Citigroup, a maggio la Federal Reserve potrebbe decidere un aumento di ulteriori 50 punti base, “dopo aver visto il rapporto previsto per marzo” sull’inflazione.
La Finestra sui Mercati
Tutte le mattine la newsletter con le idee di investimento!
