È il giorno di Jackson Hole: le previsioni sul discorso di Powell
Oggi parte l’annuale simposio che domani vedrà protagonista il Presidente della Federal Reserve, con mercato e analisti in cerca di indizi sulle future scelte di politica monetaria.
Inizia Jackson Hole
Si accendono oggi le luci sul palco del simposio di Jackson Hole, appuntamento annuale molto atteso per mercati sempre a caccia di indicazioni sulle scelte future della Federal Reserve in tema di politica monetaria.
L’appuntamento clou, però, è in programma domani venerdì 25 agosto, quando alle ore 10:00 (16 italiane) tutte le orecchie saranno puntate verso il discorso del Presidente dell’istituto centrale, Jerome Powell, seguito dalla sua collega della Banca centrale europea, Christine Lagarde.
Nell’attesa, il Presidente della Fed di Richmond, Thomas Barkin, ha avvisato della necessità di essere aperti alla possibilità che l’economia statunitense stia accelerando anziché rallentare, indicando una prospettiva possibilmente ‘hawkish’ per la banca, anche se i dati PMI di ieri hanno mostrato un settore privato USA vicino al punto di stagnazione ad agosto, con una domanda sempre più debole.
Powell e l’inflazione
Molti analisti, comunque, si attendono che Powell rafforzi il messaggio che la Fed seguirà ancora i dati macro nel decidere le sue politiche monetarie, “sufficientemente restrittive per riportare l’inflazione al suo obiettivo del 2%”, prevede Monder Bettaieb-Lorito, Head of Corporate Bonds di Vontobel.
“Crediamo che l’obiettivo di Powell sia quello di sottolineare l’impegno della Federal Reserve a mantenere i tassi di interesse su livelli alti per lunghissimo tempo in modo da riportare le pressioni inflazionistiche verso i target tollerati dalla Federal Reserve. Riteniamo che non ci saranno segnali di rilassamento da parte di Powell in politica monetaria perché i principali risultati non sono ancora stati raggiunti", ipotizza Filippo Diodovich - Senior Market Strategist di IG Italia.
Secondo Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm, gli investitori, per il momento, sono in attesa di capire se la Fed e le altre banche centrali ritengano che la lotta contro l'inflazione stia effettivamente dando i suoi frutti, cercando anche di ottenere qualche indizio sulla durata della stretta monetaria.
“Le minute della Fed di luglio ci dicono che la maggioranza dei membri della banca centrale statunitense continua a ritenere significativo il rischio di un’inflazione in crescita negli Stati Uniti e che sia quindi necessario proseguire con la stretta monetaria per combatterla”, sottolinea l’esperto.
Previsioni sui tassi
Il continuo calo dei prezzi negli USA, spiega Flax, sta portando “il tasso nominale dei Fed fund ad essere ancora più restrittivo per l’economia a stelle e strisce". Sia Powell che il presidente della Fed di New York Williams hanno recentemente indicato la necessità di ridurre i tassi per mantenere almeno costanti i tassi di interesse reali al fine di preservare il livello massimo di restrittività desiderato”.
“Potremmo quindi muoverci verso un contesto restrittivo più a lungo, che vede la banca centrale attuare tagli dei tassi a partire dal 2024, mentre l'inflazione continua a decelerare, fino a quando l'economia non tornerà a un'inflazione core del 2%”, aggiunge Bettaieb-Lorito, e a quel punto, secondo il presidente della Fed di New York Williams, si potrebbe pensare di riportare i tassi reali al livello neutrale.
Lo strumento CME FedWatch prevede all’86,5% il mantenimento dell’attuale range 5,25-5,50% per la riunione del prossimo 20 settembre, mentre aumentano le scommesse (37,8%) di un aumento da 25 punti base per quella del primo novembre.
Sulla stessa lunghezza d’onda le attese di Filippo Diodovich, il quale prevede un mantenimento dei tassi di interesse nel range 5,25%-5,50% nei prossimi tre mesi.
“Tale posizionamento potrebbe cambiare solamente in caso i prossimi dati macroeconomici dovessero evidenziare una risalita delle pressioni inflazionistiche”, conclude l'esperto.
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