Goldman Sachs alza il tiro sull’S&P 500, utili in crescita grazie ai dazi più bassi

13/05/2025 12:00
Goldman Sachs alza il tiro sull’S&P 500, utili in crescita grazie ai dazi più bassi

La banca d’investimento americana aggiorna le sue proiezioni sul mercato azionario Usa: meno dazi del previsto, crescita del Pil più solida e un sentiment ancora prudente alimentano l’ottimismo sull’indice S&P 500. Le nuove stime parlano di utili in accelerazione, valutazioni più elevate e spazio per ulteriori rialzi, soprattutto per i titoli con pricing power e legati all’intelligenza artificiale.

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L’S&P 500 può spingersi fino a 6.500 punti in 12 mesi

Goldman Sachs ha aggiornato il suo scenario per l'S&P 500, rivedendo al rialzo le previsioni su ritorni e utili per il biennio 2025-2026. La banca prevede ora che il principale indice americano raggiungerà i 5.900 punti tra tre mesi (+1%), 6.100 entro fine 2025 (+4%) e 6.500 nei prossimi 12 mesi (+11%).

Alla base dell’ottimismo ci sono diverse variabili macro favorevoli: un primo trimestre con risultati sopra le attese, una revisione al rialzo delle stime di crescita del Pil reale Usa (ora all’1% per il 2025 contro lo 0,5% precedente) e soprattutto una prospettiva sui dazi meno penalizzante di quanto previsto inizialmente. Goldman stima ora un aumento della tariffa effettiva di “soli” 13 punti percentuali nel 2025, contro i 15 previsti precedentemente.

Questo ha un impatto diretto sugli utili: secondo il modello macro della banca, ogni 100 punti base di crescita del Pil reale Usa si traducono in un aumento del 3-4% dell’EPS (utile per azione) per l’S&P 500. Le nuove stime di utili salgono così a 262 dollari per il 2025 e a 280 per il 2026, entrambe in crescita del 7% annuo, ben sopra il consensus top-down (+4%) per il 2025.

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Multipli elevati ma giustificati

Il recente miglioramento del contesto economico ha spinto in alto anche le valutazioni del mercato azionario. Goldman Sachs segnala che il rapporto prezzo/utili (P/E) forward a 12 mesi dell’S&P 500 è ora a 21x, valore che si colloca nel 90° percentile dal 1990.

Tuttavia, l’analisi suggerisce che, nonostante i fondamentali più solidi, l’espansione dei multipli potrebbe essere limitata nel breve termine. La banca alza il proprio fair value per il P/E a 20,4x (da 19,5x), riflettendo minore incertezza macro, inflazione contenuta e solidità delle grandi capitalizzazioni che dominano l’indice.

Il mercato sembra già aver scontato in gran parte lo scenario macro ottimistico, lasciando meno spazio a sorprese positive. L’ulteriore rafforzamento dei rendimenti obbligazionari e l’aspettativa di un solo taglio dei tassi da parte della Fed nel 2025 (contro i tre attesi in precedenza) potrebbero anche porre un freno alla rivalutazione delle azioni. Insomma, le azioni sono costose, ma giustificabili fino a un certo punto.

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Posizionamento difensivo ma è possibile un rally

Uno degli elementi più incoraggianti individuati da Goldman Sachs riguarda il posizionamento degli investitori, ancora sorprendentemente cauto. Il loro indicatore proprietario di sentiment azionario (che misura l’esposizione di investitori istituzionali, esteri e retail) si trova a -1,5 deviazioni standard dalla media storica, un livello che solitamente anticipa performance superiori alla media nei 2-8 settimane successive.

In particolare, la leva netta dei fondi hedge è ancora sotto il 10° percentile rispetto alla media storica, mentre gli investitori sistematici e gli ETF mostrano flussi ancora contenuti. Questo “vuoto” di posizionamento può rappresentare un catalizzatore tecnico per un ulteriore rialzo, soprattutto in assenza di shock macro negativi. Tuttavia, Goldman mette in guardia sul fatto che la stagionalità estiva e l’atteso rallentamento dei dati economici reali potrebbero attenuare l’effetto.

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I titoli da cavalcare nel nuovo ciclo

Nonostante lo scenario favorevole sul fronte macro e tariffario, Goldman Sachs suggerisce prudenza nella selezione dei titoli. In un contesto in cui i margini potrebbero subire pressioni da costi ancora elevati e da una maggiore incertezza politica, la banca Usa consiglia di privilegiare le aziende con pricing power elevato, ovvero quelle capaci di mantenere margini stabili grazie alla forza del proprio brand o alla leadership di mercato. Titoli con margini lordi alti e stabili tendono a sovraperformare nei cicli di compressione degli utili, come dimostrato già durante la guerra commerciale del 2018-2019.

Goldman punta anche sulle azioni legate all’intelligenza artificiale, soprattutto quelle nella “fase 3”, ovvero aziende che generano ricavi direttamente dall’uso dell’AI. Nonostante le correzioni recenti, queste società continuano a mostrare una crescita degli utili robusta (+30% nel primo trimestre, contro il +9% per il resto dell’S&P 500) e valutazioni relativamente contenute rispetto al loro potenziale di crescita secolare.

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