Goldman Sachs prevede forti rialzi per petrolio e oro nel 2024
Gli analisti ritengono che l’avvio dei tagli dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve aumenterà la domanda delle materie prime di aziende e privati, e la materia prima gialla che potrebbe toccare nuovi record storici.
Goldman Sachs punta sulle materie prime
Il 2024 potrebbe essere l’anno delle materie prime grazie alle scelte delle banche centrali. Ne sono convinti gli analisti di Goldman Sachs, secondo i quali la scia dell’aumento della domanda porterà ad una crescita del 15% dei prezzi delle materie prime nel corso di quest’anno.
Per la banca, l’avvio del processo di riduzione del costo del denaro da parte della Federal Reserve e della Banca centrale europea contribuirà a sostenere la domanda dei beni primari da parte sia dei consumatori che delle aziende, a cui si aggiungeranno anche le spinte provenienti dalla ripresa del settore manifatturiero e la persistenza dei rischi geopolitici.
“Riteniamo che i tagli dei tassi statunitensi in contesti non recessivi portano a prezzi più alti delle materie prime, con l’incremento maggiore per i metalli, seguiti dal petrolio greggio”, scrivono da Goldman, considerando che “l’impatto positivo sui prezzi tende ad aumentare con il tempo, poiché emerge l’impulso alla crescita derivante da condizioni finanziarie più flessibili”.
La crescita, avvisano da GS, non riguarderà tutte le commodity, ma in particolare il rame, l’alluminio, l’oro e i prodotti petroliferi, pertanto è fondamentale essere selettivi.
Le previsioni sul petrolio
Già lo scorso mese, Goldman aveva rivisto al rialzo le sue previsioni sul prezzo del Brent a 87 dollari al barile dai precedenti 85 dollari, citando l’interruzione della navigazione nel Mar Rosso.
“Le scorte commerciali dell’OCSE sulla terraferma si sono ritirate un po’ più velocemente del previsto poiché il reindirizzamento dei flussi lontano dal Mar Rosso ha aumentato le scorte via mare”, hanno scritto gli analisti della banca d’investimento in una nota a fine febbraio.
Anche il calo dell’offerta dei produttori non OPEC inciderà sui prezzi, portando il greggio a superare i 100 dollari al barile nel corso di quest’anno, considerando anche il persistere della domanda.
Oggi, intanto, il greggio WTI scambia a 81,15 dollari (+0,50%), mentre il Brent sale (+0,50%) a 85,30 dollari al barile.
Oro verso nuovi record
Goldman Sachs si sofferma anche sulle prospettive dei metalli, in particolare sul rame, l’alluminio e l’oro, prevedendo rispettivamente quota 10 mila dollari la tonnellata (attuale 8.880), 2.600 dollari la tonnellata (attuale 2.306) e 2.300, con il bene rifugio per eccellenza che potrebbe così raggiungere un nuovo record.
Questa mattina l’oro guadagna mezzo punto percentuale, portandosi a 2.170 dollari l’oncia dopo aver toccato nei giorni scorsi il suo record storico di 2.225 dollari per il future.
“Nel medio termine, continuiamo a mantenere una visione costruttiva sull'oro sostenuta da un eventuale allentamento della Fed, che dovrebbe essere cruciale per riattivare gli acquisti di ETF Gold, in gran parte dormienti”, spiegano da GS, con riferimento ai flussi contrastati verso i fondi negoziati in borsa.
Al contrario, rimangono ribassisti sulle prospettive per i metalli dedicati alle batterie (per auto elettriche) come nichel, cobalto e carbonato di litio.
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