Hamas ha il primato dei finanziamenti con criptovalute


L’organizzazione palestinese è la più abile nel raccogliere fondi in Bitcoin. La guerra con Israele si combatte anche sui wallet. L’esito di un’indagine di Coinbase.


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Una capacità di raccolta “strabiliante” grazie anche ai canali Telegram.

Fra i diversi gruppi terroristi, spetta ad Hamas il primato dell’utilizzo delle criptovalute per finanziare le proprie attività. L’organizzazione politica e paramilitare palestinese che governa la striscia di Gaza, considerata ufficialmente un’organizzazione terrorista dall’Unione europea, recentemente ha raccolto circa 1 milione di dollari in criptovalute, di cui la maggior parte in Bitcoin. Lo ha accertato un’inchiesta condotta da un apposito team investigativo creato da Coinbase, la società americana numero uno nell’attività di exchange per criptovalute.

Il sito americano Business Insider racconta come gli esperti di Coinbase siano arrivati a questa conclusione incrociando i dati raccolti fra diverse blockchain. La capacità di raccolta di Hamas viene definita “strabiliante”al confronto di altre organizzazioni come Isis e al-Qaeda. Le prime donazioni in criptovalute sono pervenute ad Hamas nel 2018, in seguito anche a una campagna dell’organizzazione che ha sollecitato attivamente i suoi sostenitori con appelli sul sito ufficiale e attraverso i canali Telegram. Le donazioni sono affluite più copiose nello scorso mese di maggio, in concomitanza con lo scoppio di forti violenze nella zona: ricordiamo i lanci di missili da parte di Hamas e la feroce risposta militare dell’esercito israeliano.

Secondo Coinbase, è possibile, però, che una fetta consistente delle donazioni sia stata intercettata da Israele, che nello scorso mese di luglio ha annunciato di avere confiscato alcuni cripto wallet riconducibili ad Hamas, senza specificare l’ammontare delle cifre sequestrate.

Il team di investigatori della società Americana afferma che la maggior parte delle donazioni è originata in Arabia Saudita, dove operano organizzazioni che sostengono Hamas.

Nel 2020 le attività illecite sono state meno dell’1% dei movimenti in criptovalute.

Il report di Coinbase sull’uso delle criptovalute da parte delle organizzazioni terroriste fa parte di un evidente sforzo dell’exchange americana di collaborare con le autorità per confutare l’opinione diffusa ai vertici della Sec e del Tesoro Usa che le criptovalute siano lo strumento preferito da chi opera nell’illegalità, vuoi hacker, vuoi organizzazioni terroriste.

Coinbase ha messo a punto un intenso programma di attività per tracciare operazioni illecite con criptovalute e ha dato la più ampia disponibilità a collaborare con agenzie governative, come la Fbi.

Secondo Coinbase, nel 2020 le attività illecite hanno rappresentato meno dell’1% dei movimenti di criptovalute e non rappresentano per il sistema della criptoeconomia una minaccia superiore a quella che esercitano nel sistema finanziario tradizionale.

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