Hertz, un miliardo di azioni per ristrutturare il debito

Il gigante dell’autonoleggio Usa ha ricevuto l’autorizzazione del tribunale fallimentare a emettere fino a un miliardo di nuove azioni. La «manovra senza precedenti» si rivelerebbe meno costosa dell’accesso a un prestito per una società in chapter 11. A fine maggio Hertz aveva presentato istanza di fallimento negli Stati Uniti e in Canada.
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Ok dei giudici alla vendita di nuove azioni
Hertz, il colosso dell’autonoleggio statunitense mette in fila una serie di azioni volte a salvare i conti negli Stati Uniti e in Canada in un settore strozzato dalle conseguenze della pandemia di coronavirus.
A fine maggio la richiesta di ammissione al chapter 11, la procedura di ristrutturazione del debito della normativa fallimentare Usa. Venerdì l’autorizzazione a emettere fino a 1 miliardo di dollari di nuove azioni, sull’onda dell’entusiasmo dei mercati verso le società in difficoltà.
Il Financial Times ha parlato di «manovra senza precedenti» in riferimento a quella approvata dal tribunale fallimentare. I giudici Usa hanno ritenuto il Cda di Hertz Global Holdings libero di emettere nuove azioni se riteneva che fosse il modo migliore per raccogliere fondi per finanziare la riorganizzazione aziendale.
Hertz è ricorsa al finanziamento tramite l’emissione di nuove azioni in quanto si rivelerebbe meno costoso dell’accesso a un prestito in una situazione di ristrutturazione debitoria. Questa strategia è un’opzione spesso esclusa in quanto i titoli in questi casi di solito arrivano a un valore «trascurabile».
La richiesta di ammissione al chapter 11
Il 22 maggio il colosso dell’autonoleggio aveva presentato istanza di fallimento negli Stati Uniti e in Canada. Nel deposito della richiesta di ammissione al chapter 11 non erano incluse le attività europee, australiane e neozelandesi.
«L’impatto di covid-19 sulla domanda legata ai servizi per lo spostamento è stato improvviso e drammatico, causando un brusco calo delle entrate dell’azienda e delle prenotazioni future», aveva dichiarato Hertz in una nota.
Il blocco del traffico aereo ha inciso in modo particolare sul business della società, in quanto il noleggio negli aeroporti è la principale fonte di utili. Già il 21 aprile erano stati tagliati 10mila posti di lavoro negli Usa, il 26,3% dei dipendenti globali, e le azioni erano arrivate e valere meno di un dollaro.
La scorsa settimana, però, si è assistito a una crescita degli acquisti. Lunedì 8 giugno il titolo ha superato i sei dollari per poi cedere nel corso della settimana – anche sulla scorta del generale pessimismo delle Borse mondiali – e chiudere la seduta di venerdì a quota 2,83 dollari.
Giovedì la mozione d’emergenza
Giovedì Hertz ha presentato una mozione d'emergenza, chiedendo il via libera del tribunale per l’emissione di quasi 250 milioni di azioni con l'ausilio della banca d'investimenti Jefferies LLC.
Gamco Investors, un gestore di fondi che possedeva il 3% delle azioni esistenti, ha presentato un'obiezione, chiedendo una forma di compensazione per la diluizione che subirebbero i suoi attuali azionisti. Il tribunale ha respinto l'obiezione. Un comitato di creditori chirografari di nuova costituzione ha sostenuto l’emissione delle azioni, in quanto il nuovo capitale sarebbe stato inferiore anche alle passività non garantite.
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