I bond minacciano le azioni, Amazon le rassicura

La discesa dell’inflazione è lentissima, il dato sull’occupazione d’oggi potrebbe dare indicazioni sulla distanza che ci separa dal 2% indicato dalla Fed come soglia di arrivo. Gli economisti di Payden&Rygel pensano che sia lunghissima. Intanto Amazon sbriciola le aspettative degli analisti. Anche Apple batte le stime, ma il titolo va giù nel dopoborsa. Salvatore Ferragamo: vendite in calo, utile operativo quasi dimezzato.
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Quando i rendimenti delle obbligazioni vanno su, le borse vanno giù, o almeno non salgono. Ieri il Treasury Note a dieci anni si è spinto fino a 4,19%, livello che non si vedeva dal 7 di novembre e che non è ormai troppo distante dai massimi di lunghissimo periodo. Wall Street ha così chiuso in ribasso, ma la variazione negativa, soprattutto tra i tech, è stata di modesta entità. Nasdaq -0,1%.
Ad innescare le vendite sulle obbligazioni sono state alcuni elementi presenti nel comunicato di Conference Board relativo all’indice ISM Servizi. La componente “Prezzi Pagati” della rilevazione è inaspettatamente salita a 56,8 da 54,1. Questo dato mostra che la discesa della inflazione è in atto, ma il percorso verso gli obiettivi del 2%, di questo passo, sarà lunghissimo.
Le borse dell’Europa dovrebbero aprire in rialzo, il future del Dax di Francoforte guadagna lo 0,3%, nella scia dei future di Wall Street.
In Asia Pacifico salgono le borse della Cina, dopo che la banca centrale ha rassicurato di voler scendere in campo al più presto a sostegno dell’economia. Hong Kong +1%, Shanghai +0,5%.
Piatto il Nikkei di Tokyo.
Il dato di oggi sull’occupazione negli Stati Uniti dovrebbe fornire altre indicazioni sulla lunghezza del percorso di fuoriuscita dall’area di alta inflazione nel quale il mondo è entrato nel 2022. Il consensus si aspetta 200.000 nuovi posti di lavoro, lo stesso livello di giugno, con una dinamica salariale in via di moderazione, ma sempre in crescita.
AMAZON
Ha chiuso il periodo aprile-giugno con un utile di 65 centesimi di dollaro per azione, le stime degli analisti erano 35 centesimi.
Il titolo è salito del 7%.
L'ultima volta che Amazon ha registrato un utile così alto è stato nel febbraio 2021. Le cifre del conto economico avrebbero da sole, giustificato il rally del titolo, ma in più, ci sono state le indicazioni sul taglio costi arrivare nella presentazione. Il ceo Andy Jassy, al suo secondo anno al timone della società, si è concentrato su quel che resta da fare sul taglio costi. Grazie ai risparmi ed al miglioramento dell’efficienza, le vendite di beni in Nord America hanno guadagnato 3,21 miliardi di dollari nel trimestre, con un'inversione di tendenza rispetto a quanto registrato in precedenza.
AWS, l’area delle infrastrutture cloud che in passato ha spesso rappresentato la totalità, o quasi, degli utili di Amazon, nel secondo trimestre, ha battuto le stime sui ricavi, anche se con una crescita di appena il 12% su base annua, il business del cloud sta registrando l'espansione più lenta da quando Amazon ha iniziato a suddividere i propri ricavi nel 2015.
APPLE
I risultati del terzo trimestre del suo esercizio fiscale hanno battuto le aspettative di Wall Street, sia per quanto riguarda gli utili sia per quanto riguarda le vendite: il motore della crescita è l’area servizi +8% su base annua.
Il titolo è sceso del 2% perché i ricavi complessivi sono diminuiti dell'1% rispetto all'anno precedente, con iPhone, Mac e iPad in declino su base annua.
EPS: 1,26 dollari contro 1,19 dollari stimati
Ricavi: 81,8 miliardi di dollari contro 81,69 miliardi di dollari stimati, in calo dell'1%.
Ricavi iPhone: 39,67 miliardi di dollari contro 39,91 miliardi di dollari stimati, in calo del 2%.
Ricavi da servizi: 21,21 miliardi di dollari contro i 20,76 miliardi di dollari stimati, in aumento dell'8%.
Margine lordo: 44,5% rispetto al 44,2% stimato
Apple non ha fornito indicazioni precise sul trimestre in corso, solo alcune indicazioni. Il direttore finanziario Luca Maestri ha dichiarato di aspettarsi un calo dei ricavi.
INFLAZIONE
Il mercato obbligazionario sta dicendo implicitamente di attendersi tagli dei tassi a partire dall'inizio del 2024, non il proseguimento della stretta monetaria promessa da Jerome Powell, questo perché la maggioranza ritiene ormai concluso il lavoro della FED. Se l’inflazione sta progredendo verso l'obiettivo del 2% che bisogno c’è di stringere ancora, non si rischia di esagerare? Jeffrey Cleveland, il Chief Economist di Payden & Rygel riconose che il CPI core ha effettivamente registrato un'impressionante disinflazione nell'ultimo anno. Ancora più impressionante è il fatto che la "disinflazione" si è verificata mentre il tasso di disoccupazione è rimasto vicino ai minimi del ciclo, un'impresa che molti investitori, commentatori e storici dell'economia ritenevano "impossibile". Tuttavia, anche a circa il 5%, l'inflazione è ben al di sopra dell'obiettivo della Fed. Inoltre, altri indicatori dell'inflazione sottostante non si sono raffreddati. Cleveland ritiene pertanto “necessario un ulteriore inasprimento per riportare l'inflazione al nostro obiettivo del 2%. Sospendere ora i rialzi dei tassi, in attesa di ritardi lunghi e variabili, potrebbe lasciarvi in piedi sulla banchina ad aspettare un treno che ha già lasciato la stazione”.
In risposta ai tanti che hanno chiesto alla Fed di ignorare il target del 2%, accontentandosi di un’inflazione di base intorno al 3%, o anche al 4%, l’economista risponde così: “ Riteniamo infatti che il 2% di inflazione sia molto meglio del 4% per il consumatore e l'investitore medio. E questo perché l'inflazione erode il potere d'acquisto del reddito. Se l'inflazione dovesse persistere al 4%, il valore della busta paga (o il potere d'acquisto del reddito generato da un portafoglio obbligazionario) si dimezzerebbe in soli 17 anni, rispetto ai 35 anni con un tasso del 2%”.
TITOLI
Saipem si è aggiudicata due nuovi contratti per attività E&C offshore in Europa, specificamente in Romania e in Germania, per un valore complessivo di circa 1,8 miliardi di euro, dice una nota.
Intesa Sanpaolo. Il governo non ricorrerà alla 'golden power' in relazione all'accordo per l'ingresso di Intesa Sanpaolo Vita nel capitale di International Care Company.
Ferragamo. Le vendite del gruppo sono diminuite del 7,2% a tassi di cambio costanti nella prima metà dell'anno, con cali a doppia cifra in Nord America e Asia. In Cina le vendite stanno rallentando nelle ultime settimane, ha detto l'AD nella call seguita ai risultati. L'utile operativo del primo semestre di Ferragamo si è quasi dimezzato rispetto ai primi sei mesi dell'anno scorso, attestandosi a 47 milioni, a causa degli investimenti più elevati per lo più nella comunicazione.
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