I dazi del Fentanyl allarmano le borse

Le importazioni dal Messico e dal Canada saranno soggette a un'imposta del 25% dal 4 di marzo, come previsto, ha tuonato ieri Trump: prima di fare marcia indietro, Washington vuole dai due paesi delle misure serie sui traffici del Fentanyl. Il Nasdaq ha invertito quasi subito la rotta ed ha poi guidato il ribasso, chiudendo in calo del 2,8%, -4% da inizio anno. S&P 500 -1,6%, Dow Jones -0,4%.
Le comunicazioni del trimestre di Nvidia, molto buone ma non strabilianti come forse se le aspettava il mercato, non sono bastate a far ripartire ieri il rally dell’intelligenza artificiale.
L’irruzione sulla scena di Donald Trump ha spazzato via il debole rimbalzo del Nasdaq ed ha riportato al centro il tema dei dazi: il presidente ha confermato quelli su Canada e Messico, altri sulla Cina potrebbero arrivare.
Il Nasdaq ha invertito quasi subito la rotta ed ha poi guidato il ribasso, chiudendo in calo del 2,8%, -4% da inizio anno. S&P 500 -1,6%, Dow Jones -0,4%.
Nvidia ha stracciato le attese e ha rassicurato che continuerà a capitalizzare al meglio la spesa dei colossi del tech, il titolo però ha chiuso in ribasso di quasi il nove per cento, la peggior seduta post risultati del trimestre dal 2018. Louis Navellier, chief investment officer di Navellier, ha detto a Barron’s che il tasso di crescita dei ricavi della società non dovrebbe salire ulteriormente di molto, da qui in avanti, siamo in prossimità del picco.
DAZI DA FENTANYL
Le importazioni dal Messico e dal Canada saranno soggette a un'imposta del 25% dal 4 di marzo, come previsto. Un dazio supplementare sulle merci della Cina, pari al 10%, potrebbe aggiungersi a quello del 10% annunciato all'inizio del mese.
La Casa Bianca aveva annunciato l’intenzione di colpire i due paesi confinanti all'inizio di febbraio ma poi aveva sospeso l’entrata in vigore del provvedimento.
Non è detto che nelle prossime ore ci sia un altro ripensamento, ma pare poco probabile.
Un alto funzionario della Casa Bianca ha dichiarato a Barron's che Trump vuole vedere dei progressi effettivi sui parametri legati al fentanyl illegale, come le importazioni o i decessi legati alla droga, prima di acconsentire a un'attenuazione dei dazi. Questo renderebbe quasi impossibile per i funzionari canadesi e messicani evitare i dazi, anche se dovessero fare nuove promesse per combattere il fentanyl nei prossimi giorni.
I future di Wall Street sono poco mossi: l’indice delle spese per consumi personali, la misura preferita dalla Federal Reserve per l'inflazione, dovrebbe fornire indizi sulla direzione che stanno prendendo i prezzi.
LICENZIAMENTI
Si cominciano a vedere gli effetti della pulizia di Elon Musk nel settore pubblico. Le nuove richieste di disoccupazione sono salite sui massimi degli ultimi cinque mesi.
Il cosiddetto Deep State risponde alla Casa Bianca. Un giudice federale americano ha ordinato all'Ufficio per la gestione del personale del governo Trump di revocare le istruzioni inviate alle agenzie per licenziare i dipendenti in prova.
Con una decisione che rappresenta uno schiaffo a Donald Trump e al suo consigliere Elon Musk, sostenitori dei licenziamenti di massa, il giudice William Alsup ha detto che l'ufficio governativo non aveva l'autorita' per chiedere il licenziamento dei dipendenti. "L'Ufficio per la gestione del personale - ha scritto Alsup nella sua disposizione - non ha alcuna autorita', in base a nessuna legge nella storia dell'universo, per assumere e licenziare dipendenti di un'altra agenzia". "Puo' assumere i propri dipendenti - ha aggiunto - Puo’ licenziarli, ma non puo' ordinare o costringere un'altra agenzia a farlo”.
EUROPA
Le borse dell’Europa dovrebbero aprire in ribasso, future del Dax di Francoforte -1%. Ieri il Ftse Mib di Milano ha chiuso in ribasso dell’1,5%.
In controtendenza il Ftse 100 di Londra. Donald Trump ha ribadito, in una conferenza stampa con il premier britannico Keir Starmer, che Gran Bretagna e Stati Uniti concluderanno un "grande accordo commerciale" e che i dazi potrebbero non essere necessari.
La risalita del dollaro spinge all’ingiù l’euro, a 1,038 stamattina.
QUANTO PESANO I DAZI DI TRUMP SULL’ EUROPA?
I dazi americani "non sarebbero così eclatanti per tutte le aziende europee come molti si aspettano". E' il commento di Christoph Berger, cio Equity Europe di Allianz Global Investors. Nel dettaglio, spiega l'esperto, "le società europee incluse nell'Msci Europe generano circa il 26% del loro fatturato negli Stati Uniti. Ma questo 26% deve essere analizzato più da vicino, perché dipende dall’esatta esposizione a queste tariffe.
In questo caso, occorre distinguere tra 'beni' e 'servizi' (compreso il software) e tra beni importati e produzione locale. Molte aziende europee hanno produzioni localizzate o vendono servizi/software che non dovrebbero essere al centro delle tariffe. Il 26% circa delle entrate statunitensi è costituito da circa il 9% di servizi, il 10,5% di beni prodotti localmente e il 6,6% di beni esportati negli Stati Uniti".
Le prime due categorie sono, secondo l'analista, "per il momento meno colpite dalle tariffe" e "poco più della metà delle entrate derivanti da beni esportati direttamente sono in qualche modo protette”.
UCRAINA
Trump, a margine dell'incontro con il premier britannico Keir Starmer, ha anche detto che i negoziati "sono ben avanzati”. "Penso - ha spiegato, riferendosi a Putin - che manterra' la parola. Ho parlato con lui, lo conosco da molto tempo, siamo dovuti passare tutte e due dalla bufala russa".
Il riferimento e' alle accuse di aiuti di Mosca alla vittoria di Trump nel 2016, attraverso l'hackeraggio della posta elettronica della sua avversaria, Hillary Clinton.
Oggi arriva a Washington il presidente ucraino Volodymyr Zalensky, la firma sull’accordo per lo sfruttamento dei minerali rari dell’Ucraina è probabile ma non sicura al cento per cento.
Il bitcoin è crollato sotto quota ottantamila dollari, in calo del 5% stamattina. Siamo sui minimi da novembre.
TITOLI
Banco BPM ritiene di poter raggiungere "i programmi futuri" legati al piano di consolidamento di Anima anche con una percentuale di possesso del capitale dell'asset manager, al termine dell’Opa, pari ad almeno il 45% più un’azione. Lo scrive la banca in una nota integrativa ai soci in vista dell'assemblea che dovrà deliberare sulle modifiche dell'Opa su Anima, in agenda oggi alle 10,00. Intanto spunta Deutsche Bank nell’azionariato, con il 5,2%: lo si apprende dall’ultimo aggiornamento Consob sulle partecipazioni rilevanti. La quota è detenuta per conto di clienti.
Anima. Goldman Sachs ha ridotto la partecipazione al 2,33% da 4,73%, secondo l'ultimo aggiornamento Consob sulle partecipazioni rilevanti.
Monte Paschi. Caltagirone ha aumentato la sua quota nella banca portandola dal 5% all'8%, secondo quanto ha scritto ieri il sito Web de La Stampa. Caltegirone e Mps non hanno commentato.
Eni punta a una remunerazione agli azionisti "sempre più attrattiva" e indica nel piano strategico 2025-2028 un payout complessivo, tra dividendi e buyback, tra il 35% e il 40% del Cffo (Cash Flow From Operations) sopra la precedente forchetta di 30-35%.
Nexi chiude il quarto trimestre con un risultato allineato alle stime degli analisti. Arriva il dividendo
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