I future peggiorano dopo calo dell’inflazione USA minore del previsto


Il dato sui prezzi diffuso oggi mostra un’inflazione più resistente del previsto e condiziona le previsioni sul primo taglio dei tassi da parte della Federal Reserve, aumentando le vendite a Wall Street.


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Inflazione USA

Il percorso verso il calo dei prezzi sembra più lento di quanto atteso, allontanando così le prospettive di un taglio dei tassi di interesse della Federal Reserve a maggio.

Il dato diffuso oggi sull’IPC indica che l’inflazione complessiva risulta sì scesa (+3,1%) a gennaio, indicando una decelerazione rispetto al +3,4% di dicembre, ma il dato è superiore alle previsioni (+2,9%).

Escludendo le voci volatili come cibo ed energia (inflazione ‘core’), i prezzi su base annuale sono aumentati del 3,9, in linea con il dato di dicembre, ma oltre le previsioni (+3,7%).

Escludendo le componenti alimentari ed energetiche volatili, il dato core è aumentato dello 0,4% su base mensile a gennaio, rispetto all’aumento stimato dello 0,3%. Su base annua ha guadagnato il 3,9% rispetto all’aumento stimato del 3,7%.

Wall Street peggiora

A Wall Street la reazione non si faceva attendere e i future sul Nasdaq affondavano fino a cedere l’1,5%, i contratti sullo S&P500 scendevano dell’1% e quelli sul Dow Jones si limitavano ad uno 0,7% di perdite.

Balzavano i rendimenti dei Titoli di Stato (+2%) e il biennale saliva al 4,6% e il decennale si portava al 4,28%.

Acquisti sul dollaro nei confronti dell’euro e la coppia EUR/USD scendeva a 1,0721 (-0,50%).

Tagli più lontani

A questo punto, “il mercato non vede alcuna possibilità per un rialzo dei tassi a marzo. Le probabilità di un aumento a maggio sono circa 1/3. Tuttavia, un taglio a giugno è completamente scontato”, secondo Sì Xie, reporter di Bloomberg.

Ira Jersey, capo della Bloomberg Intelligence US Interest Rate Strategist, ritiene che ora “è probabile che il mercato prezzi una probabilità non superiore al 50% di un taglio a maggio, con l’IPC principale e quello principale che superano le aspettative. Continuiamo a pensare che la curva 2/10 anni potrebbe rimanere invertita finché la Fed non inizierà effettivamente a tagliare”.

La possibilità di un mantenimento dell’attuale tasso alla riunione di maggio è prevista dallo strumento CME FedWatch Tool al 65,9% rispetto ad un dato inferiore al 50% precedente al dato sull’inflazione.

Secondo Jay Bryson, capo economista di Wells Fargo, il dato non è una “buona notizia”, anche se “la Fed è più focalizzata sul deflatore PCE che sull’IPC, aggiunge, e in base a tale misura l’inflazione è inferiore”. In secondo luogo, “la Fed non prenderà una decisione sulla base di un solo dato. Guarderanno alla totalità, dice. Inoltre maggio è ancora lontano”, aggiunge.

Segnali da falco

I dati sull’inflazione arrivano dopo che già nei giorni scorsi diversi membri della Fed avevano cercato di raffreddare gli entusiasmi per un prossimo taglio dei tassi. “Sarebbe un errore abbassare i tassi troppo presto o troppo velocemente senza prove sufficienti che l'inflazione sia su un percorso sostenibile e tempestivo per tornare al 2%”, dichiarava la scorsa settimana la presidente della Fed di Cleveland, Loretta Mester.

Il presidente della Fed di Minneapolis Neel Kashkari ha aggiunto che la Federal Reserve “non ha ancora raggiunto il suo obiettivo” quando si tratta di affrontare l'inflazione, mentre la presidente della Fed di Boston Susan Collins ha detto che “avrà bisogno di vedere ulteriori prove” del fatto che i prezzi stiano tornando verso i l’obiettivo del 2% fissato dalla Fed. Entrambi hanno affermato che i tagli dei tassi di interesse potrebbero arrivare “entro la fine dell'anno”.

“Più a lungo il FOMC attende per abbassare i tassi, maggiore sarà la credibilità della sua determinazione nella lotta all'inflazione”, spiegava venerdì in una nota Jonathan Pingle di UBS. “Naturalmente, questa strategia comporta anche dei rischi, con le aspettative di inflazione già in calo al di sotto dei livelli osservati quando l'inflazione era in media del 2%, e con la dipendenza da dati sull'attività retrospettivi”. “Nel complesso, l'inflazione sembra scendere più rapidamente di quanto previsto dal FOMC”, ha continuato l'economista, riferendosi al calo dell'inflazione come al ‘tema macro’ della prima metà di quest'anno.

Notizie societarie e pre-market USA

Coca-Cola (+1%): ricavi netti saliti a 10,95 miliardi di dollari rispetto ai 10,20 miliardi di dollari dell'anno precedente, mentre gli analisti avevano stimato 10,68 miliardi di dollari.

Biogen (-5%): utile trimestrale nel quarto trimestre di 2,95 dollari per azione, inferiore alle stime degli analisti di 3,18 dollari.

Marriott International (-2%): prevede un utile annuale compreso tra 9,18 e 9,52 dollari al giorno, inferiore alle stime di 9,69 dollari al giorno (dati LSEG).

Jetblue Airways (+14,2%): l'investitore attivista Carl Icahn ha annunciato l’acquisto di una partecipazione del 9,91%, aggiungendo che le azioni del vettore sono “sottovalutate”.

Arista Networks (-6%): previsto un margine lordo rettificato per il trimestre in corso inferiore alle aspettative del mercato.

Cadence Design Systems (-6%): prevede ricavi del primo trimestre in calo del 2% circa, attestandosi tra 990 milioni e 1,01 miliardi di dollari, inferiori a 1,08 miliardi di dollari previsti (dati LSEG).

Paramount Global (+1%): circa 123,4 milioni di persone hanno guardato i Kansas City Chiefs sconfiggere i San Francisco 49ers, diventando così il Super Bowl più visto di sempre.

Shopify (-5%): ricavi totali per 2,14 miliardi di dollari per i tre mesi fino a dicembre, superiori alla stima media degli analisti di 2,08 miliardi di dollari (dati LSEG).

G1 Therapeutics (-38%): la sua terapia antitumorale principale in combinazione con la chemioterapia non è riuscita a prolungare la sopravvivenza dei pazienti con una forma aggressiva di cancro al seno, secondo i dati provvisori di uno studio in fase avanzata.

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