I mercati testano la forza del rally
Bene le trimestrali Usa, mentre in Europa scende il prezzo del gas. Rimangono elevate le tensioni sul mondo obbligazionario con il decennale italiano che rende il 4,7%.
I mercati testano la forza del rally, affidato alle trimestrali, Usa sopra le attese ma non poi così sorprendenti. Aiuta il calo delle tensioni sul fronte Gilt e sul prezzo del gas in Europa mentre un’enorme massa di liquidità parcheggiata da tutti i maggiori fondi, che secondo Bank of America ha raggiunto i livelli post 11 settembre potrebbe continuare a sostenere l'azionario, almeno nel breve.
Manca un aspetto, il mercato dei bond rimane in tensione e il rally sembra meno sostenibile nel lungo periodo, mentre sullo sfondo rimangono le attese di un forte rialzo dei tassi della Federal Reserve e le tensioni geopolitiche.
Piazza Affari è poco sopra la parità con un timido +0,09%, poco sotto il Dax -0,03% e Parigi -0,22% - Parigi è piatta.
In Asia si è difeso il Nikkei con un +0,3% mentre è ancora in rosso l’Hang Seng di Hong Kong che arretra del 2,2%, in calo anche il Csi300 cinese -1,6%.
Trimestrali
Ottimi dati in Europa per il produttore di macchine che fabbricano chip Asml, che vola del 5% ad Amsterdam dopo la trimestrale.
Mercato concentrato anche sui risultati di Netflix che nel dopo borsa Usa vola del 16% dopo aver annunciato una crescita degli utenti nel trimestre di 2,4 milioni. "Dopo un primo semestre impegnativo, crediamo di essere sulla buona strada per riaccelerare la crescita. La chiave è soddisfare i clienti. Ecco perché ci siamo sempre concentrati sulla vittoria della competizione per la visualizzazione ogni giorno".
Nel comunicato, Netflix segnala che i concorrenti stanno investendo cifre importanti per portarle via i sottoscrittori, “ma costruire una grande attività di streaming di successo è difficile: stimiamo che stiano tutti perdendo denaro, con perdite operative combinate nel 2022 di ben oltre 10 miliardi di dollari, contro l'utile operativo annuale di Netflix tra 5 e 6 miliardi”.
Obbligazionario
Le tensioni sul mercato obbligazionario rimangono elevate e come ammonisce Michael Antonelli, amministratore delegato e stratega di mercato di Baird: "Quando sei alle prese con un mercato ribassista, per vedere movimenti significativi al rialzo delle azioni, devi anche vedere un grande movimento nei mercati obbligazionari. Hai bisogno di rendimenti per scendere in modo significativo".
Il rendimento del Treasury a 10 anni è tornato sopra il 4%.
Il presidente della Fed di Minneapolis, Neel Kashkari, ha avvertito che il livello 4,5%-4,75% potrebbe anche essere superato nel caso l’inflazione di base fosse ancora in fase di spinta. “Se non dovessimo vedere progressi nell’inflazione di base, non vedrei ragioni per fermare il rialzo a 4,5% o 4,75% o qualcosa del genere”.
Preoccupa anche il decennale italiano che rende sopra il 4,7% e in forte crescita anche il rendimento del Bund al 2,3%. Gilt inglese al 4% mentre il decennale greco offre il 5%.
Banca d’Inghilterra
Con il dietrofront del neoministro delle Finanze britannico sul mini-budget annunciato dal governo Truss diminuisce la pressione su Bank of England, che dovrebbe rallentare il ritmo del rialzo dei tassi di interesse. Ieri gli investitori prezzavano al 66% la possibilità che la banca centrale alzi i tassi di un punto percentuale pieno il prossimo 3 novembre, rispetto a quasi il 100% prima della marcia indietro sui piani fiscali.
Cambi e oil
Nel mondo dei cambi vediamo un euro a 0,9829 in calo dello 0,23%, euro debole anche su yen a 146,8, -0,2%.
Petrolio Brent e Wti in rialzo dell’1%, ieri -3%.
Titoli a Piazza Affari
Contrastati i bancari con Intesa SanPaolo in rialzo dello 0,4%, positivo Bpm +0,25%, in calo Unicredit -0,7%.
Anche sui petroliferi si registra il +1% di Tenaris e il -0,15% di Eni
Monte dei Paschi -0,4%. Ieri dal tesoro sono ritornate le indiscrezioni secondo cui, al termine dell’aumento di capitale, si riaprono le danze per la ricerca di un partner rispettando gli impegni di privatizzare l’istituto presi con Bruxelles. Si ripetono i soliti nomi: Unicredit e Bpm.
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