Il calo delle materie prime frena le borse


Passata la baldoria sul tema dell’intelligenza artificiale, si torna oggi a guardare i dati macroeconomici. Ma in assenza di clamorose sorprese, i nuovi posti di lavoro di novembre non dovrebbero avere ripercussioni immediate sulla politica monetaria.

Su patto di stabilità, i ministri dell’Ecofin sono chiusi a chiave a Bruxelles da ieri sera, l’Ansa riporta che la Finlandia sostiene le posizioni di Italia e Francia.

Petrolio: Il Venezuela minaccia di annettersi un’area della Guyana ricca di petrolio: gli Stati Uniti mandano le cannoniere.


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La ripartenza del tema dell’intelligenza artificiale ha distolto ieri l’attenzione di Wall Street dal dato macroeconomico più atteso della settimana, quello sull’occupazione.

Il lancio di nuovi prodotti da parte di Alphabet e di Adavanced Micro Devices ha risvegliato il toro dormiente: il Nasdaq ha guadagnato l’1,4%, l’indice Nyse Fang delle dieci più grandi società dell’high tech, il 2%. Come sempre succede quando il focus unico degli investitori è sulla rivoluzione tecnologica dell’intelligenza artificiale, il Dow Jones è stato come al solito trascurato, +0,2%.

I future di Wall Street piatti dicono che l’euforia è terminata al suono della campanella, tornano i temi macroeconomici.

OCCUPAZIONE

Il Bureau of Labor Statistics dovrebbe comunicare alle 14.30 che gli Stati Uniti hanno aggiunto 72.500 posti di lavoro a novembre, ma il consensus è molto variegato, Morgan Stanley stima +200.000, da +150.000 posti di lavoro registrati in ottobre. Il dato del mese scorso potrebbe essere rivisto di parecchio, vista la fine degli scioperi degli attori di Hollywood e degli operai della United Auto Workers.

Potrebbe essere necessario attendere il rapporto sull'occupazione di dicembre per avere una dato sui salari non sporcato dagli eventi non ricorrenti, dato che entrambi i sindacati hanno ratificato i loro accordi di lavoro dopo il periodo di raccolta dei dati di novembre. A meno di una sorpresa clamorosa, il dato di oggi non dovrebbe modificare le previsioni sulle prossime decisioni sui tassi da parte della Federal Reserve, in quanto i segnali di raffreddamento del mercato del lavoro, tra cui il calo significativo delle aperture di posti di lavoro in ottobre, hanno già dato una seria evidenza del peggioramento in corso. Le previsioni di FactSet indicano che il tasso di disoccupazione e il numero di ore lavorate si mantengono stabili. Un rapporto sull'occupazione più debole del previsto potrebbe addirittura accelerare l'inizio dei tagli dei tassi, sempre che l'inflazione continui a scendere.

Le borse dell’Europa dovrebbero aprire in lieve rialzo, dal calo di ieri, il future del Dax di Francoforte guadagna lo 0,2%.

ASIA PACIFICO

Salgono nel finale di seduta le borse della Corea del Sud e della Cina. Ha aperto in rialzo e tocca nuovi massimi della storia la borsa di Mumbai. Come previsto, la banca centrale dell’India ha lasciato i tassi di riferimento invariati, al 6,5%.

Penalizzata dalla forza dello yen e dagli ultimi dati sull’economia giapponese, la borsa di Tokyo si avvia a chiudere in ribasso dell’1,8%, -3,5% la settimana. Il rallentamento dell'export e il ridimensionamento dei consumi pesano sull'economia del Giappone, rivista al ribasso nel periodo luglio-settembre, dopo aver segnato la prima contrazione negativa in quattro trimestri. Secondo i dati governativi diffusi venerdì il prodotto interno lordo è diminuito dello 0,7% rispetto, rispetto alle stime iniziali dello 0,5% dei precedenti tre mesi; mentre su base annua l'economia si è contratta del 2,9%, più del dato preliminare del 2,1%. I consumi privati, che costituiscono oltre la metà della formazione del Pil, sono scesi dello 0,2%, peggio della prima lettura dello 0,04%. Le esportazioni sono cresciute dello 0,4%, più lentamente dello 0,5% segnalato dai dati preliminari, a fronte della frenata della Cina, principale partner di riferimento delle merci Made in Japan. Dati separati del ministero del Lavoro hanno mostrato che i salari reali aggiustati all'inflazione, sono scesi del 2,3% su base annua a ottobre, segnando il diciannovesimo mese declino consecutivo, sebbene in modo più lento rispetto alla diminuzione del 2,9% registrata a settembre.

Ieri il mercato secondario delle obbligazioni si è mosso poco, il tasso di rendimento del Bund e il BTP si sono tenuti in prossimità dei minimi di medio periodo. In lieve recupero l’euro.

PATTO DI STABILITA’

E’ in corso da ieri sera la cena dei ministri finanziari dei 27 paesi dell’Unione Europea. Il Corriere della Sera riporta stamattina che ci sono state due sessioni notturne di negoziato, una alle 23 e l’altra alle due di mattina. Il quotidiano riporta che i schieramenti presenti all’incontro, quello del rigore e quello della flessibilità — sono sfilacciati al proprio interno. Nessuno fra i ministri sembra essere davvero.

Intorno alla mezzanotte, l’Ansa riportava che il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, nel corso della cena ha ribadito che le regole fiscali devono essere coerenti con gli obiettivi politici dei Paesi e più in generale europei, previsti anche dal Pnrr, con la transizione verde e digitale e con la difesa. Secondo il ministro la riduzione del debito deve essere graduale, realistica e sostenibile.

Giorgetti ha poi espresso apprezzamento per le parole della Francia che ha sottolineato l'importanza di avere flessibilità nelle regole. Una assonanza con la posizione dell'Italia è emersa nell'intervento della Finlandia, con la ministra Riikka Purra, che si sarebbe espressa a favore di un'estensione del rientro del debito da 4 a 7 anni e rispetto all'idea che ogni paese deve prendere ulteriori impegni dopo la scadenza del Pnrr nel 2027.

La Germani invece vuole che i Paesi con un debito superiore al 90% del prodotto lordo lo riducano di almeno l’1,5% del Pil all’anno, più di quelli con un debito inferiore. Inoltre, Berlino propone che i vincoli di riduzione annua di debito e disavanzo entrino in azione subito, al termine della chiusura della procedura per deficit eccessivo.

PETROLIO

Brent in risalita dai livelli depressi del giorno prima, a 75 dollari il barile. La tensione fra il Venezuela e la Guyana si sta avvitando rapidamente, agitando venti di guerra. L'escalation degli eventi è stata rapidissima: dopo la vittoria del referendum, il presidente del Venezuela Nicolas Maduro ha avviato i piani di annessione al suo Paese del piccolo, ma ricco di petrolio, territorio dell'Esequibo, amministrato dalla Guyana ma oggetto di una contesa che dura da oltre 120 anni. Gli Stati Uniti hanno lanciato un chiaro avvertimento a Caracas, annunciando esercitazioni aeree congiunte con le forze guyanesi.

Titoli

Edison. Quattro offerte sono arrivate per le attività di stoccaggio da investitori italiani e internazionali per una transazione che potrebbe valere oltre 600 mln, secondo due fonti vicine al dossier, una di queste arriva da Snam.

Prysmian ha ottenuto una commessa da cento milioni di euro in Brasile.

Saipem ha detto di aver completato l'uscita dal progetto russo Arctic-2 LNG, preso di mira dalle sanzioni statunitensi il mese scorso, e che il backlog per i contratti relativi al progetto è ridotto a zero.

Stellantis ha firmato un accordo vincolante con Ample per una partnership sulla tecnologia di ricarica delle batterie dei veicoli elettrici che permette di avere una batteria completamente carica in meno di cinque minuti.

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