IA e fiducia dei consumatori: gli USA accelerano, l’Europa resta indietro

18/07/2025 06:00
IA e fiducia dei consumatori: gli USA accelerano, l’Europa resta indietro

Il settore tech continua a trainare l’S&P 500, ampliando il divario con l’Euro Stoxx 600 anche dopo le incertezze legate a DeepSeek. L’adozione dell’IA resta disomogenea tra settori e dimensioni aziendali, ma proprio questa concentrazione offre opportunità mirate per gli investitori. Gli Stati Uniti si confermano il mercato più promettente per intercettare i futuri guadagni di produttività legati all’intelligenza artificiale.

A cura di Antonio Tognoli, Responsabile Macro Analisi e Comunicazione presso Corporate Family Office SIM

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Fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan di luglio in uscita oggi alle 16:00 (stima 61.5 punti contro 60.7 di giugno). Dato particolarmente rilevante perché l’indagine è effettuata su una base di 500 famiglie e riguarda le loro condizioni finanziarie e il loro atteggiamento nei confronti dell'economia. Importante perché la fiducia dei consumatori è direttamente correlata alla loro capacità di spesa.

Nessuna sorpresa dalla seconda lettura dell’inflazione YoY di giugno dell’Europa (+2% rispetto al +1.9% di maggio). Dati USA molto forti: le vendite al dettaglio MoM di giugno sono cresciute dello 0.6% (+0.1% la stima e -0.9% in maggio), il PhillyFed di luglio è cresciuto a 15.9 punti (-1.2 la stima e -4 a giugno) e le richieste settimanali di sussidi alla disoccupazione, pari a 221k, sono risultate minori della stima (233k) e in contrazione rispetto alle 228k della scorsa settimana. Siamo nel secondo semestre e le stime degli analisti indicavano una contrazione dell’attività e un rialzo dell’inflazione. Nulla di tutto questo si vede ancora nei dati. Riteniamo però che sia ancora troppo presto per capire fino in fondo gli effetti dei dazi, anche perché di fatto questi non sono pienamente operativi.

Dall’inizio del 2023, l’S&P 500 ha sovraperformato l’Euro Stoxx 600 di circa il 23% in dollari. Tuttavia, se si escludono i “Magnificent 7” dall’equazione, tutta questa sovraperformance svanirebbe. In altre parole, l’eccezionalismo statunitense sotto forma di maggiori rendimenti azionari negli ultimi anni si è basato sulla forza delle maggiori aziende tecnologiche americane.

E dopo alcune incertezze quest’anno, inclusa la presa di coscienza da parte del mercato della DeepSeek cinese, l’entusiasmo per l’IA nel mercato azionario statunitense sembra essere ancora molto vivo: dal minimo dell’S&P 500 dell’8 aprile, quasi la metà dei rendimenti dell’indice è stata trainata dal settore tecnologico e i membri dei “Magnificent 7” originari sono tornati ad essere leader. I beneficiari dell’IA (semiconduttori, generazione di energia, apparecchiature elettriche) hanno infatti raggiunto nuovi massimi.

Tuttavia, per quanto riguarda l’impatto dell’IA sull’economia reale degli Stati Uniti, molti investitori hanno dei dubbi e pensiamo che non abbiano tutti i torti. Le domande degli investitori sono molto concrete: chi sta attualmente sfruttando l’IA? Per cosa viene utilizzata oggi l’IA e come cambierà l’utilizzo in futuro? Sebbene ci siano molte incognite, una cosa è certa, sia il chi utilizza l’IA sia il cosa viene fatto con l’IA.

L’adozione dell’IA non tuttavia è uniforme e non tutte le aree dell’economia statunitense stanno impiegando l’IA allo stesso livello. Ed è una buona notizia per gli investitori azionari statunitensi. Spieghiamo meglio.

Dalla dimensione al settore, l’adozione dell’IA non è uniforme. Partendo dall’alto, il 9,3% delle aziende negli Stati Uniti attualmente dichiara di utilizzare l’IA per produrre beni e servizi, secondo il Census Bureau. Si tratta di un aumento rispetto al 3,7% di settembre 2023, quando i dati sono stati raccolti per la prima volta. Sia la quota di aziende che attualmente usano l’IA sia quella che prevede di usarla nei prossimi sei mesi sono aumentate, anche se in modo sostanzialmente lineare.

Ma un’analisi più approfondita rivela importanti variazioni nell’estensione dell’adozione tra i diversi segmenti dell’economia. Per cominciare, la dimensione conta. Circa il 14% delle aziende di maggiori dimensioni (oltre 250 dipendenti) negli Stati Uniti già utilizza l’IA. Una percentuale superiore rispetto all’11,7% delle aziende statunitensi in generale che prevedono di utilizzare l’IA nei prossimi sei mesi. In altre parole, più grande è meglio quando si tratta di IA al punto che le aziende più grandi sono già avanti rispetto a dove l’economia statunitense complessiva prevede di essere a fine anno. E ha senso: più grande è l’azienda, più capitale e risorse ha a disposizione per investire nell’IA e trarne beneficio (pensiamo a costi più bassi, margini più alti e utili migliori).

L’adozione varia anche in modo significativo tra settori o industrie. Alcune aree hanno infatti superato di gran lunga l’economia statunitense nel suo insieme. Ad esempio i cosiddetti “settori della conoscenza”, come l’informazione (il 27,0% delle aziende utilizza già l’IA) e i servizi professionali, scientifici e tecnici (21,1%), che fanno meno affidamento sul capitale fisico e sulle attrezzature e più sul capitale umano e sugli asset intangibili. È importante sottolineare che questi settori orientati alla conoscenza non solo guidano l’adozione ma ci sono anche le aree dove l’adozione è attesa crescere in modo maggiore: tra questi, finanza e sanità.

Nel frattempo, all’estremo opposto, ci sono i settori più fisici, come costruzioni (3,7%), manifatturiero (5,5%) o trasporti (3,1%), che hanno registrato una crescita limitata dell’adozione dell’IA negli ultimi due anni. Un modello simile si osserva anche tra le aziende dell’S&P 500, dove la quota di società che cita l’IA nelle conference call sugli utili del primo trimestre 2025 è molto più alta nei settori dei servizi di comunicazione e finanziari (rispettivamente 55% e 44%) rispetto a settori come materiali (27%) o beni di consumo di base (12%), secondo FactSet.

Ovviamente, il fatto che l’adozione dell’IA sia più diffusa nei settori della conoscenza non è una coincidenza. L’ascesa dei grandi modelli linguistici ha rafforzato proprio quei compiti che definiscono questi settori, come la programmazione, la scrittura e la comprensione di testi, per citarne alcuni. A conferma di ciò, un recente studio di Anthropic ha rilevato che lo sviluppo software e i compiti di scrittura rappresentavano quasi la metà di oltre quattro milioni di conversazioni su Claude.ai (una quota tutt’altro che trascurabile). In poche parole, gli impatti dell’IA sull’economia statunitense, così come i rendimenti azionari statunitensi degli ultimi anni, sembrano concentrarsi in aree “asset-light”. Questo, unito alla creazione di infrastrutture dedicate all’IA, è il carburante per la continuazione della crescita delle società. Non facciamo fatica a dire che gli Stati Uniti stanno entrando in un’era definita dall’innovazione dirompente e da guadagni di produttività, forze potenti che guidano la crescita economica di lungo termine.

Gli investitori dovrebbero quindi posizionare i portafogli per la prossima fase dell’IA: puntare sugli Stati Uniti rispetto al resto del mondo. Ci sono molte opportunità per investire nel tema dell’IA, sia nei nomi tradizionali del settore tecnologico sia nei beneficiari indiretti della costruzione dell’infrastruttura IA in settori come le utility e l’industriale.

In altre parole, la struttura degli indici azionari a livello globale suggerisce oggi che la migliore opportunità per beneficiare dei guadagni di produttività dell’IA si trova proprio negli Stati Uniti. Anche se gli Stati Uniti non sono senza concorrenza, con la Cina che è già una superpotenza tecnologica a tutti gli effetti, ci aspettiamo che l’innovazione continui a trainare le azioni e la crescita economica statunitense. L’innovazione legata all’IA non è solo un tema d’investimento, ma rappresenta una ragione fondamentale per mantenere le azioni statunitensi come elemento centrale nei portafogli.

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