Iberdrola è la star delle utility europee. Ecco perché

Negli ultimi cinque anni l’azione è cresciuta del 50% contro il +11% dell’indice del settore. L’utility spagnola consolida il primato mondiale per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Un gruppo in forte crescita che si permette di sfidare il governo di Madrid sulla tassazione degli extra-profitti

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A novembre debutta il nuovo Ceo Armando Martinez.

Il 9 novembre si terrà a Londra il Capital markets Day di Iberdrola e sarà quello il debutto davanti alla comunità finanziaria di Armando Martinez, nuovo Ceo del gruppo spagnolo, fra i leader globali nella produzione di energia elettrica. Martinez, 53 anni, già direttore generale dell’area Business di Iberdrola, è stato nominato a fine ottobre per affiancare il padre-padrone Jose Ignacio Sanchez Galan, 72 anni, che dal 2019 guida la società come presidente e Ceo. In questi 16 anni Galan ha puntato con decisione verso le fonti green e oggi Iberdrola è il primo produttore al mondo di energia rinnovabile, primato che intende consolidare grazie a un piano di investimenti da 150 miliardi di euro da qui al 2030.

Ovviamente Galan non abbandonerà il ponte di comando, ma resterà in carica come presidente esecutivo e l’incertezza futura sul gruppo spagnolo è proprio se e quando Galan si ritirerà. Per Fernando Garcia, analista di Rbc Capital, la nomina di  Martinez non dovrebbe portare a cambiamenti negli indirizzi strategici di Iberdrola

Il braccio di ferro con il governo spagnolo.

E’ facile pensare che ancora per un po’ di tempo Galan resterà l’uomo forte del gruppo, il manager di riferimento. Forte dei successi ottenuti nell’avere fatto di Iberdrola il leader mondiale delle rinnovabili, Galan non ha esitato a criticare aspramente il governo di Madrid e l’Unione europea per avere promosso tassazioni ad hoc sui cosiddetti extra-profitti dei produttori di energia elettrica.

Iberdrola, ha spiegato il presidente, vende in anticipo l’energia che produce con contratti a prezzo fissato che non risentono delle variazioni al mercato all’ingrosso. La tassazione speciale decisa a giugno dal governo spagnolo prevede un prelievo pari all’1,2% dei ricavi realizzati dalla vendita di energia in Spagna. Per Galan questa tassa mette a repentaglio i piani di investimento per crescere ancora nelle rinnovabili.

Iberdrola vende in anticipo l’energia con contratti a prezzo fissato.

Non c’è occasione in cui Galan non sottolinei la stabilità e la resilienza del business model di Iberdrola, basato su reti regolate e contratti a lungo termine che proteggono dalla volatilità della domanda e dalle pressioni inflazionistiche. Iberdrola ha già venduto il 100% della sua produzione di energia in Spagna del 2022, il 90% di quella del 2023, il 70% del 2024 e il 50% del 2025.

La Spagna rappresenta il 36,7% delle attività di Iberdrola, attiva anche in Brasile (18,3%), Gran Bretagna (15,8%), Usa (15,8%) e Messico (8,9%). La società è una public company che vede come primi azionisti due fondi sovrani, il Qatar Investment Authority (8,7%) e Norges Bank (3,2%).

Nei primi nove mesi del 2022 utile in crescita del 29%.

Il 26 ottobre scorso Iberdrola ha annunciato i risultati dei primi nove mesi del 2022, chiusi con un utile netto di 3,1 miliardi di euro, in crescita del 29% sullo stesso periodo del 2021, grazie soprattutto al buon andamento delle attività in Brasile e negli Stati Uniti.

I ricavi sono cresciuti del 35% a 37,9 miliardi di euro. L’Ebitda ha raggiunto i 9,5 miliardi, segnando un incremento del 16,7%. La società ha confermato l’obiettivo di un utile netto dell’intero 2022 compreso fra 4,0 e 4,2 miliardi di euro e ha annunciato che a gennaio pagherà un acconto sul dividendo di 0,18 euro per azione.

A fine anno Iberdrola dovrebbe avere un indebitamento netto di 44,7 miliardi di euro, di cui il 75% a tasso fisso con una durata media del debito di sei anni. Al momento la società ha a disposizione una liquidità di 24 miliardi di euro, che garantisce la copertura del fabbisogno finanziario per 27 mesi.

In Borsa Iberdrola è la star delle utility europee.

In Borsa Iberdrola è la star delle utility europee. Dall’inizio dell’anno il titolo è sceso solo dell’1,6% contro il -14% dell’indice Stoxx Europe 600 Utilities. Negli ultimi cinque anni l’azione Iberdrola è cresciuta del 50%, contro il +11% dell’indice del settore.

Nella tabella qui sotto proponiamo un confronto fra Iberdrola e le principali utility europee.

P/E elevati a fronte di previsioni di crescita.

Al buon andamento del titolo fanno da contraltare multipli Price/Earning elevati, che però si giustificano con la forte crescita nel settore delle rinnovabili dove Iberdrola vanta un indiscusso primato nella capacità realizzativa. Ad agosto è entrato in produzione nella regione spagnola dell’Estremadura il campo fotovoltaico più grande del mondo, un impianto da 590 Mw, realizzato con un investimento da 300 milioni di euro che vede dispiegati  1,5 milioni di pannelli solari. Parte dell’energia che verrà prodotta da questo impianto è già acquistata con contratti di lungo periodo da un certo numero di aziende, fra cui Danone, Bayer e PepsiCo.

Negli Stati Uniti la controllata Avangrid è impegnata a realizzare in joint venture con la danese Copenhagen Infrastructure Partners il più grande campo eolico d’America al largo della costa del Massachusetts. Chiamato Vineyard Wind I, questo impianto sarà in grado di produrre 800 Mw di energia elettrica a partire dal 2023.

Il parere degli analisti.

Dopo i risultati del terzo trimestre sono piovute le conferme delle raccomandazioni Buy da parte dei principali broker internazionali come Barclays, Rbc, Jefferies, Ubs e Goldman Sachs. Oggi, su 22 analisti che coprono Iberdrola, 16 consigliano di comprare le azioni e il target price medio è 11,7 euro, più alto del 14% rispetto alla quotazione attuale di 10,33 euro.

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