Il 2023 di Intesa Sanpaolo “miglior anno di sempre”


Lo scorso anno la banca torinese ha incrementato del 76,4% l’utile netto e ora prevede 8 miliardi per il 2024 e per il 2025, mentre il Ceo Messina evidenzia che è prima in Europa quanto a dividend yield.


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Intesa Sanpaolo in verde

Tra margine d’interesse e una prospettiva di utile netto al 2025, il 2023 è presentato dal management di Intesa Sanpaolo come il miglior anno di sempre, secondo le parole del ceo Carlo Messina, con il “miglior dividend yield” tra le banche d’Europa.

Gli analisti e il mercato apprezzano, facendo accelerare il titolo dopo la diffusione dei risultati comunicati a metà mattinata, arrivando a guadagnare oltre il 3%, toccando i massimi dal 2018 a 2,957 euro, per poi ripiegare con il passare del tempo.

I numeri del 2023

La banca ha chiuso il 2023 con un utile netto di 7,7 miliardi di euro, con una crescita del 76,4% rispetto al 2022, grazie al margine di interesse che aumenta la prospettiva di utile netto per quest’anno e il prossimo superiore a 8 miliardi.

Gli interessi netti sono stati pari a 14.646 milioni di euro, in aumento del 54,2% rispetto ai 9.500 milioni dell’anno precedente, e le commissioni nette si sono ridotte 8.558 milioni di euro, in diminuzione del 4% rispetto ai 8.919 milioni del 2022. In dettaglio, si registra una diminuzione del 3% delle commissioni da attività bancaria commerciale e del 2,8% delle commissioni da attività di gestione, intermediazione e consulenza.
Il costo del rischio del 2023 si attesta a 36 centesimi di punto, a 32 se si escludono gli stanziamenti effettuati nel quarto trimestre - pari a circa 150 milioni di euro - per favorire il de-risking, con un ammontare di overlay pari a 0,9 miliardi di euro.
Lo stock di crediti deteriorati a fine dicembre 2023, rispetto a fine dicembre 2022, diminuisce del 9,7% al netto delle rettifiche di valore e del 7% al lordo, mentre l'incidenza dei crediti deteriorati sui crediti complessivi è pari all'1,2% al netto delle rettifiche di valore e al 2,3% al lordo.

L’ultimo trimestre

Nell’ultimo trimestre dell’anno, l’utile netto (1,6 miliardi) è andato oltre le attese di LSEG (1,56 miliardi), gli interessi netti sono cresciuti a quasi 4 miliardi, segnando un +4,8% sul periodo precedente e del 30,4% su base annua, mentre le commissioni nette sono aumentate dello 0,7% sul trimestre e in calo del 5% su base annua (2,11 miliardi).

Il CET1 si attesta al 13,7% tenendo conto dell'acconto e del saldo dividendi e scenderebbe al 13,2% includendo anche il buyback.

Dividendo, buyback

La banca ha anche annunciato l'intenzione di procedere il prossimo giugno a un buyback pari a circa 55 centesimi di punto di CET1 al 31 dicembre 2023, si legge nella nota.

Proposto un monte dividendi complessivo di 5,4 miliardi, di cui 2,6 miliardi già pagati a novembre come acconto, per un totale di 29,60 centesimi di euro per azione, quasi il doppio rispetto ai 16,39 centesimi del 2022.

“Abbiamo chiaramente capitale in eccesso che ci permette di avere flessibilità per future distribuzioni ai soci: ogni eventuale distribuzione aggiuntiva per il 2024 e il 2025 sarà decisa anno per anno”, spiegava Carlo Messina, ceo di Intesa Sanpaolo, durante la call con gli analisti che ha seguito i conti.

“La nostra banca risulta la prima in Europa quanto a dividend yield”, aggiunge il manager, sottolineando “che circa il 40% dei dividendi è destinato alle famiglie italiane e alla Fondazioni nostre azioniste, consentendo importanti interventi di carattere sociale nei territori di appartenenza”.

Le previsioni al 2025

La realizzazione del Piano di Impresa 2022-2025 della banca “procede a pieno ritmo”, evidenzia la nota, e “le iniziative industriali chiave sono ben avviate, con una prospettiva di utile netto per il 2024 e per il 2025 superiore a 8 miliardi di euro”.

Per l’anno in corso da Intesa prevedono una solida crescita dei ricavi, trainata da un ulteriore aumento dagli interessi netti e da un incremento delle commissioni nette e del risultato dell’attività assicurativa basato sulla leadership del Gruppo nell’attività di Wealth Management, Protection & Advisory.

A questo dovrebbe aggiungersi una stabilità dei costi operativi, nonostante gli investimenti in tecnologia, soprattutto a seguito di minori spese per il personale, e un basso costo del rischio, derivante dallo status di Banca a “zero NPL” e dall’elevata qualità del portafoglio crediti.

Inoltre, è attesa una riduzione dei tributi ed altri oneri riguardanti il sistema bancario, non essendoci più contribuzione al fondo di risoluzione, e un payout ratio cash pari al 70% dell’utile netto consolidato per ciascun anno del Piano di Impresa, con un aumento del dividendo per azione relativo al 2024 e al 2025 rispetto all’importo relativo al 2023.

Successo in qualsiasi contesto dei tassi

Nella call con gli analisti, Messina si è mostrato fiducioso per il futuro, affermando che la banca è pronta “ad avere successo in qualsiasi contesto legato ai tassi di interesse”.

Intesa Sanpaolo è una banca “ai vertici del settore in Europa, con un ruolo di rilevanza unica nel nostro Paese, a beneficio della crescita economica e di una società più inclusiva”, con i clienti “al centro delle strategie e delle capacità di crescita e sviluppo”.

L’innovazione tecnologica, “fattore chiave del nostro successo, fornirà una componente aggiuntiva al risultato corrente lordo 2025 di circa 500 milioni di euro non previsti nel Piano di Impresa”, di Intesa, che “gode di una condizione unica per la crescita dei ricavi derivante dell’attività di Wealth Management, Protection & Advisory, in particolare in una prospettiva di tassi di interessi in riduzione: 1.300 miliardi di euro di attività finanziarie della clientela, oltre 16.000 professionisti dedicati, un’offerta digitale all’avanguardia, le società assicurative e dell’asset management di proprietà”, concludeva Messina.

Pioggia di buy dagli analisti

Fioccano i pareri positivi da parte degli analisti, a partire da Bank of America, ‘buy’ con prezzo obiettivo di 3,9 euro, considerando che “la guidance di utile 2024 implica un upside di oltre il 5% rispetto al consenso”, seguita da Jefferies (‘buy’ e tp a 3,9 euro), visti i “solidi risultati” del trimestre e le previsioni al 2025 “incoraggianti”, visto che al 2025 il consenso “era sotto gli 8 miliardi” previsti oggi.

JP Morgan conferma la raccomandazione ‘overweight’ e il prezzo obiettivo a 3,6 euro visto i dati del quarto trimestre “solidi, con un nuovo buyback e la guidance sull’utile netto alzata”, e la guidance sull’utile netto 2024-2025 del 3-6% superiore alle previsioni degli esperti, così come il buyback “sopra le attese del mercato”. Consiglio di acquisto (‘buy’) e target price a 2,7 euro

Citi ribadisce la raccomandazione buy e il prezzo obiettivo a 2,7 euro, alla luce di dati del quarto trimestre 2023, che hanno mostrato un net interest income del 6% superiore alle attese e un utile netto in linea, un “buyback più alto del consenso” e un “outlook positivo, circa il 5% oltre il consenso”.

La view di WebSim Intermonte

“Ad una prima lettura i risultati sono leggermente superiori alle stime”, scrivono da WebSim Intermonte, sottolineando in modo particolare la “gradita” notizia del buyback da 55 centesimi di punto che, “tradotto, è di 1,7 miliardi di euro”, quando gli analisti si attendevano “solo 1 miliardo di euro: In sintesi, ciò significa un rendimento del 14% nell’anno solare 2024”.

La posizione patrimoniale del 2023 è “solida e ben al di sopra dello Srep: CET1r del 13,7% al netto del payout (al netto del lancio delle FFS nel gennaio 2024)”, mentre “le tendenze della qualità degli attivi rimangono positive, con i crediti deteriorati in calo di circa il -10% netto e del -7% lordo a/a”, aggiungono dalla sim.

Infine, “il CoR per l'anno fiscale 2023 è stato pari a 36 punti base, 32 punti base se si escludono gli aggiustamenti volti a favorire il futuro de-risking” e “l’esposizione alla Russia si è ulteriormente ridotta”, concludono da WebSim, confermando la loro view positiva con giudizio ‘interessante’ su Intesa Sanpaolo e un target price di 3,6 euro.

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