Il Bitcoin si unisce alla festa risk-on: nuovo record storico

Tra le ragioni dietro il nuovo balzo della principale delle criptovalute ci sono le attese per un taglio dei tassi di interesse a cui si aggiungono il vento favorevole delle riforme finanziarie recentemente annunciate da Donald Trump e una forte raccolta da parte degli investitori istituzionali.
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Quotazione del Bitcoin a nuovi record
Con Wall Street ancora a nuovi record per l’S&P500 e il Nasdaq, il Bitcoin segue l’appetito al rischio e sale a nuovi massimi storici.
In queste ore la principale delle criptovalute supera per la prima volta la soglia dei 124 mila dollari, fino a toccare i 124.436 dollari, per poi rallentare e scendere sotto i 122 mila dollari. Record che arriva a un mese esatto dall’ultimo massimo di 123.205 dollari toccato lo scorso 14 luglio e dopo una crescita del 32% realizzata nel 2025.
Positivo anche l’andamento della seconda criptovaluta per capitalizzazione, ovvero Ether (+3%) di Ethereum, salita del 41% nel 2025 e di poco al di sotto del suo massimo storico raggiunto nel 2021, a 4.868 dollari.
Le attese per la Fed
Così come per i mercati in generale, a spingere il rialzo del Bitcoin contribuiscono le crescenti aspettative di una politica monetaria più accomodante da parte della Federal Reserve, a cui si aggiungono il vento favorevole delle riforme finanziarie recentemente annunciate da Donald Trump e una forte raccolta da parte degli investitori istituzionali.
“Quando le criptovalute sono in forte ascesa, è chiaro che i mercati sono pienamente orientati al rischio: il Bitcoin ha raggiunto un picco record insieme all'azionario globale, poiché la quasi certezza di un taglio dei tassi di interesse negli Stati Uniti rafforza la propensione al rischio e pesa sul dollaro”, spiega Ankur Banerjee, analista di Reuters.
Gli investitori scommettono che la Fed riprenderà a tagliare i tassi di interesse a partire dal mese prossimo, con gli operatori che iniziano persino a scontare un taglio di 50 punti base dopo le dichiarazioni del segretario al Tesoro Scott Bessent.
"Se avessimo visto quei dati a maggio, a giugno, credo che avremmo potuto avere tagli dei tassi a giugno e luglio. Questo mi dice che ci sono ottime possibilità di un taglio dei tassi di 50 punti base" a settembre, ha detto Bessent in un'intervista a Bloomberg Television.
Qualche indicazione sulle scelte future dell’istituto potrebbe arrivare la prossima settimana dal Wyoming, dove si terrà il Simposio di Jackson Hole, durante il quale interverrà il presidente della Fed, Jerome Powell, spesso attaccato da Trump per le sue scelte attendiste in tema di tassi.
Le previsioni sui tassi
Gli operatori stanno attualmente scontando la quasi certezza di un taglio dei tassi a settembre, con le probabilità di un taglio più aggressivo di 50 punti base che salgono al 7%, rispetto allo 0% della settimana precedente, secondo lo strumento FedWatch di CME Group.
Goldman Sachs prevede che la Fed effettuerà tre tagli dei tassi di interesse di 25 punti base quest'anno e altri due nel 2026. "Un taglio dei tassi a settembre sembra probabile, viste le recenti revisioni del mercato del lavoro", ha affermato Ben Bennett, stratega degli investimenti per l'area APAC di Legal and General Investment Management.
"Tuttavia, i dati sull'inflazione rimangono rigidi e non ci sono segnali di una grave recessione economica, quindi la Fed probabilmente vorrà mantenere aperte le proprie opzioni per il resto dell'anno", avvisa l’esperto.
Il ruolo degli ETF
Tra le ragioni del balzo delle criptovalute c’è la richiesta dei fondi legati a Ethereum e Bitcoin: la scorsa settimana quelle legate ad Etherum, pari a 326,83 milioni di dollari, hanno superato quelle sulla principale delle cripto (246,75 milioni), secondo dati di SoSoValue, segnando così un rinnovato interesse per l’Ether che ha storicamente trovato forti resistenze tecniche e psicologiche in area 4.000 dollari.
Secondo Markus Thielen, CEO di 10x Research, la ripresa delle criptovalute è stata alimentata in gran parte dagli acquisti durante le ore di contrattazione asiatiche e la causa principale, spiega Thielen, sarebbe la rapida espansione del debito pubblico statunitense.
Il breakout di Bitcoin dalla fase di consolidamento a inizio luglio è coinciso con la firma, da parte del presidente Donald Trump, del Big Beautiful Bill, un pacchetto legislativo che ha innalzato il tetto del debito di 5.000 miliardi di dollari.
“Il breakout del Bitcoin non è casuale è alimentato dalla più rapida espansione del debito USA nella storia. Questo slancio non sta rallentando e, indipendentemente dall’andamento dell’economia, la massa di nuovo debito è un vento a favore per asset duri come il Bitcoin e l’oro”, spiega Thielen.
L’analista ritiene che il prossimo grande livello di resistenza del Bitcoin è situato a 133 mila dollari: la struttura di mercato e il posizionamento attuale “restano favorevoli ai compratori, con dinamiche di offerta e domanda che potrebbero sostenere ulteriori rialzi”.
Per l'Ether, “il superamento dei 4.000 dollari apre scenari tecnici interessanti, anche se il prezzo resta ancora del 14% inferiore al record storico di novembre 2021”, conclude Thielen.
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