Il caso Atlantia spacca la maggioranza di governo e manda il titolo sulle montagne russe


L’ipotesi di sostituire la revoca delle concessioni a Aspi con una multa contrario il Movimento 5 Stelle rischiando tensioni nell’esecutivo


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L’ipotesi multa e il rally del titolo Atlantia in borsa

Il tema del ritiro delle concessioni autostradali resta al centro dell’attenzione della politica italiana e rischia di creare ulteriori frizioni all’interno della maggioranza composta dal Partito Democratico, dal Movimento 5 Stelle e da Italia Viva.

Ieri l’Ansa diffondeva la notizia relativa alle intenzioni del governo Conte di proporre una maxi-multa nei confronti di Autostrade per l’Italia, controllata da Atlantia, col fine di evitare il ritiro delle concessioni.

La notizia aveva attirato gli acquisti su Atlantia a Piazza Affari, con il titolo che chiudeva la seduta dell’8 gennaio con un guadagno di circa il 4%. Rally che si concludeva immediatamente nella giornata successiva, con gli investitori che tornavano a vendere dopo che l’ipotesi multa sembrava trovare forti ostacoli.

La posizione del M5S

L’ipotesi della sostituzione con una multa aveva provocato subito a caldo la reazione di Stefano Patuanelli, Ministro dello Sviluppo Economico in quota M5S, il quale aveva definito il ritiro delle concessioni ad Aspi come “il risultato da ottenere, perché è evidente la situazione di insicurezza nei nostri cittadini”.

La contrarietà del Movimento veniva ribadita da fonti della Reuters, definendo la multa una “ipotesi che il M5S non prende in considerazione”.

“Le stesse fonti ribadiscono la linea per la revoca della concessione”, spiegano dalla Reuters, “e di un successivo abbassamento dei pedaggi”.

PD possibilista e IV contrario alla revoca

Diverse le posizioni degli altri partiti della maggioranza, che sul tema della revoca vede il Partito Democratico possibilista e Italia Viva nettamente contraria.

Sull’argomento si era espressa la Ministra delle Infrastrutture, Paola De Micheli, nel corso di Porta a Porta. “Se non vogliono la revoca delle concessioni abbassino i pedaggi”, aveva spiegato l’esponente del Pd.

De Micheli affermava che se “Autostrade comprende i 600 milioni della ricostruzione del Ponte Morandi nel risarcimento che offre allo stato”, tali cifre “sono già previsti per legge”, pertanto “se la discussione comincia così non è solo insufficiente, è anche irricevibile”.

Più netta la posizione di Italia Viva che ribadisce la sua contrarietà alla revoca, insistendo sull’ipotesi sanzione. La posizione del neonato partito era stata ribadita dal suo leader e fondatore, Matteo Renzi, il quale annunciava di non unirsi con la maggioranza ma di voler mantenere le concessioni a Autostrade.

Sul tema “abbiamo votato già votato contro in Consiglio dei ministri”, spiegava Renzi nel corso di un dibattito in Parlamento.

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