Il certificate a cedole incondizionate del 10,2% per battere l’inflazione

Comunicazione Pubblicitaria Certificati

Un flusso cedolare incondizionato del 10,2% unito a una barriera profonda il 55% su tre blue chip italiane. L’obiettivo del certificate di Vontobel con Isin DE000VV8XUB8 su Enel, Eni e UniCredit è quello di battere l’inflazione grazie allo stacco di premi trimestrali incondizionati del 2,55% (10,20% annuo). Rimborso anticipato dal nono mese.

A scadenza, barriera profonda, con una protezione del capitale fino a cali del 45% dei sottostanti dal livello iniziale. Durata 24 mesi.


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Lane (Bce) inflazione vicina al picco

L’inflazione europea è vicino al picco ma il suo declino sarà lento. A dichiararlo, ieri, è stato Philip Lane, il capo economista della Bce, che ha aggiunto “è ancora incerto se il massimo sia arrivato o arriverà all’inizio del 2023”.

L’inflazione è come un topolino che, dopo essersi mangiato il formaggio della dispensa è passato ai soldi, quelli sotto il materasso. Il problema è che negli ultimi anni, il topolino ha figliato ed è ingrassato a dismisura, tanto che l’inflazione in Europa è cresciuta al 10%, in Italia siamo all’11,8%. Significa che con gli stessi soldi di un anno fa possiamo comprare circa il 12% in meno.

Ora, Lane avrà anche ragione a dire che il picco è vicino, tirando un sospiro di sollievo, ma il 10% è davvero tantissimo e lo stesso economista ammette che “il cammino dell’inflazione dagli attuali livelli molto alti fino al 2% comunque richiederà tempo”. Cammino, questo, che potrebbe passare attraverso un 6-7% di inflazione nel prossimo anno, anche se Lane si attende “ulteriori riduzioni nel corso dell’anno”.

Il tempo è denaro

Forse un detto più azzeccato per descrivere l’inflazione non poteva esserci, più passa il tempo e più l’inflazione si mangia i nostri risparmi, stavolta a un ritmo davvero forsennato.

La banche centrali, soprattutto quella europea, hanno le armi spuntate contro questo tipo di inflazione che è esogena.

Il grafico sotto mostra come Madame Lagarde e compagnia poco possono fare per ridurre l’inflazione quando questa è legata per il 47% ai costi energetici e per il 40% alle catene di approvvigionamento. Di positivo c'è che petrolio e gas una tregua ce la stanno dando, anche se i prezzi sono ancora troppo alti.

Ora, tutti ci dicono di non lasciare i soldi sotto il materasso, o inattivi in banca, perché l’inflazione se li mangia. D’altra parte, avremmo fatto ancora peggio a investirli in Borsa o sui bond perché oltre al calo dell’inflazione ci saremmo presi un bel -15% da inizio anno per l’azionario globale (Msci world index) e un -15% sull’obbligazionario globale, -11% sul Ftse Mib. In Usa, il Nasdaq perde il 23%, l’S&P500 il 10% da inizio anno, anche se l’effetto dollaro avrebbe attenuato le perdite.

La sfida: un investimento per battere l’inflazione

La sfida, davvero difficile, è trovare un investimento che sia in grado di battere l’inflazione, con un rischio contenuto.

Per prima cosa credo che per avere un rendimento del 10% per battere il caro prezzi bisogna mettersi in testa che un rischio esiste sempre e in generale è elevato. Ma potremmo cercare di sfruttare, a nostro favore il calo dei mercati, il rialzo dei tassi di interesse e l’elevata volatilità di questi mesi.

Ci siamo guardati in giro e, prodotti che offrano il 10,2% con rischio, non diciamo basso, ma ragionevole, sono davvero pochissimi. Uno interessante è un certificato studiato da Vontobel con Isin DE000VV8XUB8, che ogni trimestre stacca cedole incondizionate del 2,55% (10,2% annuo) su tre blue chip italiane: Eni, Enel e Unicredit.

La sua forza è la profondità della barriera pari al 55% accompagnata a cedole incondizionate. Il cash collect quota vicino la parità a 996 euro e vede Enel in rialzo del 13,5% sul livello iniziale, Unicredit sotto del 2,3% e Eni poco sotto il livello iniziale, tutti ancora molto distanti dalla barriera. Il prossimo 13 febbraio, il certificate staccherà la cedola trimestrale certa di 25,5 euro.

Come mostra la tabella qui sotto, la profondità della barriera che Vontobel ha voluto dare a questo certificate, che protegge fino a cali del 45% del peggiore dei sottostanti, unita a una durata di due anni del prodotto, ha come fine quello di offrire un flusso cedolare fisso, elevato anche in scenari ancora più sfidanti di quello attuale.

L’obiettivo, dunque, non è vedere i sottostanti salire in Borsa, ma che almeno, quello con performance peggiore non perda il 45% dal livello iniziale.

Sotto pubblichiamo una tabella che mostra i livelli di riferimento del certificato. La barriera cedole a 0% e la distanza delle cedole al 100% è frutto del fatto che siamo di fronte a cedole incondizionate.

Analisi dei sottostanti

I tre titoli sono tre blue chip del panorama italiano. Nonostante i forti cali del mercato, Eni ha messo a segno un’ottima sovraperformance, in linea con il settore oil, con il titolo che da inizio anno guadagna l’11,1%. Il consensus Bloomberg vede 21 consigli di acquistare il titolo, 8 di tenerlo in portafoglio e nessun consiglio di venderlo, con un target price a 16,95 euro, decisamente superiore alla barriera fissata a 7,49 euro.

Enel grazie alla sua buona performance dal livello iniziale, vanta una distanza dalla barriera sul capitale al 51,5%. Il consensus Bloomberg vede 20 consigli di acquistare il titolo, 4 di tenerlo in portafoglio e solo un consiglio di venderlo, con un target price a 6,99 euro, decisamente superiore alla barriera fissata a 2,54 euro.

Infine, Unicredit da inizio anno perde il 7,6% mostrandosi un po’ più resiliente rispetto a un mercato debole, grazie a buone trimestrali e uno scenario di rialzo dei tassi che favorisce il comparto finanziario. Il gruppo è riuscito a “digerire” l’esposizione in Russia, mentre prosegue un importante piano di buy back. Il consensus Bloomberg vede 21 consigli di acquistare il titolo, 7 di tenerlo in portafoglio e solo un consiglio di venderlo, con un target price a 16,5 euro, decisamente superiore alla barriera fissata a 7,04 euro.

Come funziona il certificate

Per chi è nuovo nel mondo dei certificate si tratta di una struttura classica. Il certificate stacca premi trimestrali non condizionati a barriera, del 2,55% (10,2% annuo). A scadenza, se nessuno dei tre sottostanti avrà perso il 45% o più, dal livello iniziale il certificato verrà rimborsato a 1.000 euro.

Possibile rimborso anticipato

Come i classici cash collect anche questo offre all’investitore la possibilità di rimborso anticipato a 1.000 euro. Una formula che scatta dal 4 agosto 2023, e rimane valida per tutte le successive rilevazioni trimestrali. Nel caso in cui tutti e tre i sottostanti dovessero quotare sopra i Valori iniziali, dalla data di rilevazione del 4 agosto 2023, all’investitore viene pagata la cedola prevista per la scadenza e viene rimborsato anticipatamente il 100% del valore nominale del certificato (1.000 euro).

L’investimento si chiude, e l’investitore torna in possesso del capitale oltre alle cedole fisse del 2,55%, staccate fino a quel momento, compresa l’ultima maturata al giorno del rimborso anticipato.

Gli scenari alla scadenza

Il certificate ha durata due anni. Alla scadenza, 4 novembre 2024, per l’investitore si presenteranno due possibili scenari.

Il primo scenario è quello positivo in cui, all’ultima data di rilevazione del 4 novembre 2024, se il certificato non sarà stato ritirato anticipatamente, tutti e tre i sottostanti quoteranno sopra la barriera. All’investitore verrà pagato l’ultimo premio di 25,50 euro. Inoltre, viene rimborsato il 100% del valore nominale del certificate, pari a 1.000 euro.

L’investimento si chiude con un guadagno del 20,4% in due anni (otto cedole fisse da 25,50 euro) pari a un rendimento annuo del 10,2% al lordo delle imposte.

Lo scenario negativo si verificherà se, alla scadenza, anche solo uno dei tre sottostanti dovesse quotare sotto la barriera. Il rimborso del capitale sarà proporzionale alla performance del peggiore dei sottostanti. Se, per esempio, alla chiusura del 4 novembre 2024, la performance di Unicredit fosse la peggiore dei tre sottostanti, accusando un ribasso del 47% rispetto al Valore iniziale, il rimborso sarebbe di 530 euro, attenuato da cedole certe per 204 euro, in tutto 734 euro.

Non serve dunque che i tre sottostanti guadagnino terreno per avere un cospicuo rendimento, l’importante è che uno di loro non perda il 45% dal livello iniziale e questo in due anni.

L’obiettivo di questo certificato è dunque quello di offrire un flusso cedolare incondizionato, superiore al 10%, per contrastare l’inflazione, sull’ipotesi che nessuno dei tre sottostanti perda oltre il 45% dal livello iniziale a scadenza.

Ricordiamo che investire in certificati espone l’investitore al rischio fallimento dell’emittente e a quello di azzeramento di un sottostante, casi che possono comportare la perdita dell’intero investimento. Vontobel gode di un buon rating: Aa3 da parte di Moody’s. I potenziali rendimenti indicati sono sempre al lordo della tassazione. Prima di ogni investimento leggere sempre tutti i documenti scaricabili dalla pagina del prodotto dell’emittente.

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Idea di investimento
Rendimento del 10,20% annuo con il certificate su Enel, ENI e UniCredit
Sottostanti:
UniCredit S.p.AEni S.p.AEnel SpA
Rendimento p.a.
10,2%
Cedole
2,55% - €25,50
Memoria
si
ISIN
DE000VV8XUB8
Emittente
Vontobel
Comunicazione Pubblicitaria
Fucina del Tag è un partner marketing di Vontobel
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