Il certificate che rende e protegge

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Il cash collect di Marex Financial con Isin IT0006751512 ha come sottostanti tre blue chips italiane, Enel, Eni e Unicredit e offre premi mensili dello 0,86% (10,32% annuo) se, alle date di valutazione, nessuno dei titoli sottostanti avrà perso più del 50% dal livello iniziale. I premi mensili godono dell'effetto memoria per recuperare eventuali cedole mensili non staccate. Possibilità di rimborso anticipato da aprile 2023 a livelli discendenti dal 100% al 50% finale. A scadenza, luglio 2025, la barriera sul capitale è al 50% dal livello iniziale.


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Eni, Enel e Unicredit, tre blue chips italiane che hanno perso moltissimo terreno nell’ultimo mese (dal 26% di Eni al 17% di Enel e Unicredit) ma i loro fondamentali rimangono solidi. Se a questo si aggiunge un certificate con una barriera profondissima del 50%, allora si ottiene una buona strategia per poter estrarre rendimento anche in un mercato difficile.

Le Blue chips italiane stanno scontando il peggio, una recessione e la caduta del governo Draghi. Una tempesta quasi perfetta ma è in questo scenario che si potrebbero presentare delle buone occasioni di acquisto soprattutto se ci permettono di guadagnare anche in caso di calo dei sottostanti.

Il certificate di Marex con isin IT0006751512 e sottostanti Enel, Eni e Unicredit quota sotto la pari a 973 euro e offre premi mensili dello 0,86% (10,32% annuo) se, alle date di valutazione, nessuno dei titoli sottostanti avrà perso più del 50% dal livello iniziale. I premi mensili godono dell'effetto memoria per recuperare eventuali cedole mensili non staccate.

Il prodotto offre la possibilità di rimborso anticipato da aprile 2023 a livelli discendenti dal 100% al 50% finale. A scadenza, luglio 2025, la barriera sul capitale è al 50% dal livello iniziale.

Di seguito una tabella con i livelli di riferimento

Punti di forza

La forza di questo prodotto è una barriera profondissima su sottostanti che hanno già perso molto terreno prima di fissare il livello iniziale.

Un aspetto che lo rende un ottimo prodotto è il livello di autocall discendente a grandini davvero ampi, 2% al mese (24% all’anno), proviamo a capire perché.

Lasciando aperta la possibilità di un rimborso anticipato a 1.000 euro anche in caso di forti cali del sottostante (si arriva al 50% finale), di fatto si stabilizza il prezzo del certificato, allontanando la speculazione ed evitando forti scossoni per l’investitore.

Lasciate che mi spieghi meglio, se a una certa data (luglio 2024) abbiamo un autocall al 70% del livello iniziale e tutti i titoli che hanno perso il 28% dal livello iniziale, il certificate tenderà a prezzare 1.000 euro perché sconta la possibilità di rimborso a questo livello. Possibilità di rimborso che si presenterà ogni mese e non i classici tre mesi, amplificandone le probabilità.

E’ dunque un sistema che aggiunge una forte solidità al prodotto e lo rende molto interessante soprattutto quando quota sotto la pari perché nell’arco di vita del certificate si possono presentare diverse possibilità di rimborso a 1.000 euro con l’aggiunta di un capital gain per chi lo compra sotto la pari.

Anche il flusso cedolare è interessante al 10,32% a cui si aggiunge un capital gain del 2,2% perché oggi il prodotto si compra sotto la pari in caso di rimborso anticipato fra un anno porta il rendimento annualizzato al 12,5% che a fronte di una barriera così profonda è molto interessante.

Punti di debolezza

Non abbiamo un prodotto con tre sottostanti appartenenti allo stesso settore e questo lo rende più esposto a divergenze dell’andamento dei prezzi dei sottostanti. Crediamo però che Enel ed Eni nel medio e lungo periodo potrebbero riaprire il dossier di una fusione soprattutto in vista di una transizione energetica che va verso la diminuzione dell’uso di carbone e petrolio a fronte di un azionista di maggioranza comune.

Come vediamo sotto gli analisti sono molto positivi su tutti e tre i i titoli.

Analisi dei singoli sottostanti

Eni

Eni dall’8 di giugno a oggi ha lasciato sul terreno oltre un quarto della sua capitalizzazione -26%, complice certo un prezzo del greggio che ha corretto, ma a 100 dollari al barile, anche ad 80 gli analisti stimano trimestrali da record. Questo in uno scenario di ulteriore correzione del greggio. Il consensus Bloomberg su Eni appare molto ottimista con 21 Buy (acquistare il titolo), 8 Hold (tenerlo in portafoglio) e 0 raccomandazioni di vendita a fronte di un target price a 16,36 euro decisamente sopra i prezzi oggi a 11 euro e quasi tre volte la barriera del certificato 5,6 euro.

Enel

Enel è un'altra blue chips italiane che a questi prezzi pare stia scontando uno scenario molto fosco. Noi crediamo che al contrario, la sua forte esposizione al mondo delle rinnovabili darà un vantaggio competitivo al gruppo in un mondo che va verso la deglobalizzazione e un'Europa in cerca della propria indipendenza energetica. Enel è una delle utility al mondo che produce la maggior quota di energia da fonti rinnovabili. Il titolo ha perso il 18% da metà maggio e il 42% in circa un anno. Il consensus Bloomberg vede un target price a 8 euro a fronte di un titolo che passa di mano a 5 e oltre tre volte la barriera a 2,62 euro. Gli analisti si dividono in 22 buy, 5 hold e un sell.

Unicredit

L’ultimo titolo sotto i riflettori è Unicredit. Il tema sul gruppo è un mix tra scenario fondamentale e speculazione di M&A. Unicredit come il settore bancario sta scontando la paura di una recessione che possa portare con sé svalutazioni sui crediti. Stavolta però i bancari si presentano con una solidità patrimoniale molto più elevata rispetto al passato. Nell’ultimo Stress test è la Bce ad ammettere di aver sottovalutato la solidità del sistema bancario europeo. E le banche italiane sono uscite tutte a testa alta, in media le più solide in Europa. Nello specifico tra le banche italiane più solide Unicredit raggiungeva a fine 2021 il 15,03% di Cet1 Ratio, Intesa il 13,8%, Credem il 13,7%, appena più di Bper e Banco Bpm, con rispettivamente il 13,5% e il 13,4%. In un panel si 121 banche di cui non tutte sono commerciali, sono banche che non erogano mutui o crediti quindi meno esposte all’andamento economico, Unicredit è risultata la prima delle italiane al 25 esimo posto seguito dal 26 di Intesa SanPaolo.

Secondo tema a cuore della Bce dopo la solidità è l’M&A, il numero uno della Vigilanza bancaria della Bce, Andrea Enria solo a fine giugno ha quindi definito una "priorità assoluta" l'avanzamento del processo di completamento dell'unione bancaria. In passato si è parlato di un possibile matrimonio tra Unicredit e Socgen. Il gruppo ha ammesso che le trattative con Commerzbank sono cadute di fronte alla guerra in Ucraina, ma niente vieta che riprenderanno una volta cedute le attività russe.

Sui fondamentali, ricordiamo che un rialzo dei tassi in genere fa bene ai margini delle banche anche se a dirla tutta le banche traggono i maggiori bvantaggi quando i tassia breve sono più bassi per quelli a lungo, (perché si indebitano a breve ed erogano prestiti a lungo). In Italia è ancora così e crediamo che visto il rischio Paese la curva dei rendimenti non subità un’inversione come negli Usa.

Le conclusioni sono che il certificate offre un rapporto tra protezione fino a cali del 50% con autocall a livelli fortemente decrescenti e un rendimento interessante.

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Idea di investimento
Possibile rendimento del 10,32% annuo con il certificate su Enel, Eni e Unicredit
Sottostanti:
Enel SpAEni S.p.AUniCredit S.p.A
Rendimento p.a.
10,32%
Cedole
0,86% - €8,60
Memoria
si
Barriera Cedole
50%
ISIN
IT0006751512
Emittente
Marex Financial
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Codice: ENI.MI
Isin: IT0003132476
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