Il certificate italiano con premi incondizionati del 10,2% annuo per battere l’inflazione

Comunicazione Pubblicitaria Certificati

Il certificate di Vontobel con Isin DE000VU8N0V1 su Intesa Sanpaolo, Unicredit e Stellantis stacca premi trimestrali incondizionati del 2,55% (10,2% annuo).

Oggi quota vicino alla parità con i sottostanti sopra il livello iniziale.

Possibilità di rimborso anticipato dal sesto mese. In particolare le barriere del rimborso anticipato sono decrescenti, del 5% a semestre, dal 100% del livello iniziale alla prima data di valutazione, fino all'80% finale. A scadenza protezione del capitale fino a cali del 40% dei sottostanti dal livello iniziale. Durata tre anni.


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Piazza Affari, stella europea nel primo semestre

Nei primi tre mesi del 2023 l’economia italiana è stata la più brillante fra quelle dei grandi Paesi dell’Eurozona e Piazza Affari ha messo a segno nel primo semestre il rialzo più consistente fra le Borse europee (FtseMib +18%). Gli economisti continuano ad essere ottimisti sul nostro Paese, l’Ocse per quest’anno prevede un Pil in crescita dell’1,2% trainato anche dalla forte domanda del settore turistico (13% tra diretto e indiretto) contro il +1% europeo.

Una crescita che si trascina anche un po' più di inflazione, in Italia i prezzi si sono surriscaldati del 6,4% a giugno sullo stesso periodo di un anno fa, nel resto dell’eurozona la crescita è stata del 5,5%.

Parola d’ordine per l’investitore italiano è battere l’inflazione. Con questo obiettivo Vontobel ha pensato a un certificate con tre big cap italiane e un flusso cedolare incondizionato del 10,2%.

Premi trimestrali incondizionati del 2,55%

Investire in Italia, quindi, continua ad avere molto senso grazie alla buona tenuta del Pil e alla solidità di alcuni titoli del nostro listino. Nei giorni scorsi Vontobel ha lanciato un nuovo certificate molto interessante con sottostanti tre blue chip di Piazza Affari: Intesa Sanpaolo, Unicredit e Stellantis. Il prodotto si caratterizza per premi trimestrali del 2,55% (rendimento annuo del 10,2%) che vengono pagati senza condizioni. Il Cedola Fissa Express con codice Isin DE000VU8N0V1 è stato emesso il 19 giugno scorso a un valore nominale di 100 euro, ha durata di tre anni nel corso dei quali, qualsiasi cosa succeda, il prodotto pagherà 12 premi da 2,55 euro l’uno, su un valore del certificate che è oggi molto vicino ai 100 euro del prezzo di emissione.

Capitale protetto da una barriera al 60%

Il capitale è difeso da una barriera posizionata al 60% del valore iniziale dei sottostanti. Quindi, chi compra oggi il certificate ha la certezza di portare a casa nei prossimi tre anni 30,6 euro di cedole e il capitale investito verrà rimborsato al 100% anche in caso di calo del valore dei sottostanti, fino a un calo massimo del 40% del peggiore dei tre. In caso di sfondamento della barriera, il rimborso sarà proporzionale alla performance del peggiore dei sottostanti.

Le caratteristiche difensive del prodotto sono molto forti. Se, per ipotesi, fra tre anni il peggiore dei sottostanti varrà la metà di oggi, il certificate verrà rimborsato al 50% del suo valore nominale (50 euro). Ma nel frattempo l’investitore avrà incassato 30,6 euro di cedole, che andranno a lenire la sofferenza in conto capitale: alla fine l’investimento si chiuderebbe con una perdita di poco inferiore al 20%.

Possibile il rimborso anticipato

L’unica possibilità che può impedire al flusso delle cedole di correre fino alla scadenza del prodotto, fissata per il 19 giugno 2026, è che nei prossimi anni si creino le condizioni per il rimborso anticipato (autocall). A partire dal 18 dicembre 2023 (prima data di osservazione), ogni tre mesi verrà fotografata la situazione dei sottostanti, e se a una scadenza tutte e tre le azioni, Intesa Sanpaolo, Unicredit e Stellantis, dovessero quotare sopra il livello trigger stabilito (o allo stesso livello), scatterà il richiamo anticipato. All’investitore verrà rimborsato il 100% del valore nominale (100 euro), verrà pagata l’ultima cedola, e l’investimento finisce lì: non saranno pagati altri bonus.
Il livello trigger è decrescente: si partirà a dicembre 2023 con il 100% dei valori iniziali e ogni sei mesi si scenderà di cinque punti percentuali, arrivando nei primi mesi del 2026 a un trigger dell’80%.

Livelli attuali del certificate

Ad oggi il certificate è interessante perché quota poco sopra la pari a fronte di tutti e tre i sottostanti che hanno guadagnato terreno dal livello iniziale, aumentando la loro distanza dalla barriera.

Alla scadenza finale due possibili scenari

Alla data di valutazione finale del 19 giugno 2026, se il certificate non sarà stato rimborsato anticipatamente, si potranno verificare due ipotesi.

  • Tutti e tre i sottostanti quotano sopra la barriera (o allo stesso livello). Il certificate viene rimborsato a 100 euro (100% del Valore nominale) e l’investitore riceve l’ultimo premio.
  • Anche solo uno dei sottostanti accusa un ribasso superiore al 40% rispetto al Valore iniziale, quindi è stata perforata la barriera al 60%. L’investitore riceve comunque l’ultimo premio e il certificate viene rimborsato in proporzione alla performance del peggiore dei tre sottostanti. Ipotizziamo che il peggiore sia Unicredit con una discesa del 45% dal Valore iniziale: il certificate verrà rimborsato al 55% del Valore iniziale, cioè a 55 euro.
    Nei tre anni l’investitore avrà comunque incassato premi per 30,6 euro.

Una scommessa semplice e poco rischiosa

La scommessa del certificate DE000VU8N0V1 è semplice e relativamente poco rischiosa. Che possibilità ci sono che le quotazioni delle prime due banche italiane e del terzo gruppo automobilistico a livello mondiale perdano in tre anni più del 40%?

Le due banche sono reduci da performance molto forti sostenute da consistenti aumenti dei profitti. Negli ultimi 12 mesi l’azione Intesa Sanpaolo è salita del 38% e Unicredit addirittura del 134%.

Grazie all’aumento del margine di interesse, lievitato in seguito al rialzo del tassi, Intesa andrà a chiudere il 2023 con un utile di 6,9 miliardi di euro, in rialzo del 60% sull’anno precedente (consensus Market Screener).

CRESCITA DEI RICAVI DELLE PRIME 5 BANCHE ITALIANE

Unicredit il balzo dell’utile lo ha fatto nel 2022 passando da 1,5 miliardi di euro a 6,4 miliardi. Per il 2023 gli analisti si attendono un ulteriore incremento del 3% a 6,6 miliardi. Il margine netto salirà così al livello record del 30,5% dei ricavi. Quello di Intesa si attesterà a un ottimo 28,3%.

Visto che i tassi di interesse non scenderanno tanto presto, di sicuro non quest’anno e forse neanche nel primo semestre 2024, la redditività delle banche italiane dovrebbe restare alta. Ci può essere preoccupazione nel caso di rallentamento dell’economia, o addirittura recessione, che potrebbe portare a un incremento dei crediti deteriorati.

Ma a questo proposito appare rassicurante l’analisi di Dbrs Morningstar sulle prime cinque banche italiane. “Se i tassi d'interesse più elevati si manterranno a lungo e la pressione inflazionistica persiste, è probabile che si verifichi un aumento dei crediti deteriorati nei prossimi trimestri, poiché le famiglie e le imprese avranno progressivamente una minore flessibilità nel servizio del debito. Tuttavia – si legge in un report di metà maggio -i profili di rischio delle banche italiane sono migliorati significativamente negli ultimi anni e notiamo che in alcune banche è stato o sta per essere completato un ulteriore de-risking dopo la fine del primo trimestre del 2023”. Dbrs Morningstar segnala poi che la consistenza patrimoniale delle banche rimane solida. Il CET1 ratio medio, a pieno carico, era pari al 14,3% a fine marzo 2023, circa 540 punti base al di sopra dei minimi regolamentari.

  • Coperta da 22 analisti, Intesa Sanpaolo conta 19 raccomandazioni di acquisto (Buy o Outperform) e tre giudizi neutrali. La media dei target price è 3,20 euro (+33% sul prezzo attuale).
  • Simile la situazione di Unicredit, con 21 raccomandazioni di acquisto su 23 analisti che seguono il titolo. La media dei target price è 25,8 euro (upside del 21%).

Stellantis sottovalutata

Alla quotazione attuale di 16,2 euro, Stellantis capitalizza 51 miliardi di euro, vale a dire solo 3,4 volte gli utili attesi nel 2024. E’ un multiplo leggermente inferiore a quello di Volkswagen (3,5 volte), ma drammaticamente più basso rispetto a Ford (capitalizza 7,1 volte gli utili 2024) e a General Motors (5,8 volte). A pesare non sono certo le diverse prospettive di crescita fra le aziende: il consensus degli analisti stima che gli utili di Stellantis saliranno del 3,3% nel 2024 arrivando a 15,5 miliardi di euro. La crescita prevista per Ford è del 4,4% e per GM il consensus stima un calo dei profitti nel 2024 del 2,5%. Stellantis, a differenza dei concorrenti, vanta una cospicua posizione finanziaria netta positiva, stiamo parlando di oltre 20 miliardi di euro. Togliendo dai 51 di capitalizzazione i 20 miliardi di posizione finanziaria netta si arriva a 31 miliardi pari a solo due volte l’utile previsto per il prossimo anno.

Stellantis è quindi in una situazione di riconosciuta sottovalutazione, in parte dovuta a un retaggio della reputazione non brillante dei due gruppi, Fiat-Chrysler e Psa, che fondendosi hanno dato vita al terzo produttore mondiale di auto. E’ uno di quei casi in cui gli investitori sono più prudenti degli analisti, i quali sono unanimamente positivi sul titolo con 18 raccomandazioni di acquisto su un totale di 22 esperti che coprono la società. La media dei target price è 21,7 euro (upside del 35%).

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Idea di investimento
Premi incondizionati del 10,20% annui con il certificate su Intesa Sanpaolo, Stellantis e UniCredit
Sottostanti:
UniCredit S.p.AStellantis NVIntesa Sanpaolo
Rendimento p.a.
10,2%
Cedole
2,55% - €2,55
Memoria
no
ISIN
DE000VU8N0V1
Emittente
Vontobel
Comunicazione Pubblicitaria
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