Il certificate su Banco BPM e Banca MPS che rende fino al 19,41% annuo

Comunicazione Pubblicitaria Certificati
21/07/2025 08:00
Il certificate su Banco BPM e Banca MPS che rende fino al 19,41% annuo

Il rendimento di un Athena e i vantaggi di un Cash Collect. Il certificate targato Vontobel con ISIN DE000VK2X786 su due soli sottostanti, Banca MPS e Banco BPM si compra intorno alla pari a 1.000 euro e stacca premi mensili con memoria di 14,80 euro, pari a un rendimento potenziale annuo del 19,41% (calcolato sulla restante vita del prodotto).

Il Certificate parte come un classico Athena ovvero stacca i premi con i sottostanti sopra il livello iniziale, poi, all'ultima data di valutazione la barriera dei premi scende dal 100% del livello iniziale al 60%. Con la data di valutazione della cedola che cade proprio oggi sono già due i premi in pancia al certificate perché Banca MPS si trova sotto il livello iniziale. Ma, grazie all’effetto memoria, l'investitore può recuperare tutti gli eventuali premi mensili in memoria non staccati (anche quando la condizione era quella di avere i due titoli pari 100% del livello iniziale) se a scadenza il peggiore dei sottostanti non sarà crollato del 40% dal livello iniziale. Questa struttura è studiata per offrire un ammontare cedolare molto elevato, con soli due sottostanti e una barriera cedolare finale interessante.

Possibilità di rimborso anticipato con cadenza mensile a partire dalla data di valutazione del 19 novembre 2025.

A scadenza, prevista tra meno due anni (maggio 2027), il capitale è protetto a patto che nessuno dei sottostanti perda oltre il 40% dal livello iniziale.

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Prezzo sulla pari e barriera finale profonda

Una struttura innovativa e funzionale con due premi già in pancia per il certificate emesso da Vontobel con ISIN DE000VK2X786, attualmente scambiato sulla parità a 1.000 euro. Si tratta di una fusione perfetta tra un classico Athena e i vantaggi tipici di un Cash Collect. Il risultato? Un certificate in grado di offrire un ammontare di premi molto elevato, con soli due sottostanti e una barriera cedolare finale interessante.

Il prodotto, con sottostante un paniere composto dai titoli Banca MPS e Banco BPM, prevede cedole mensili da 14,80 euro con effetto memoria, per un rendimento potenziale annuo del 19,41% (calcolato sulla restante vita del prodotto). Come un classico Athena, il certificate prevede che venga staccata mensilmente la cedola se entrambi i sottostanti si mantengono sopra il livello iniziale. La caratteristica più interessante emerge però alla scadenza: all'ultima data di valutazione del 19 maggio 2027, infatti, la barriera per ricevere i premi scende dal 100% al 60% del livello iniziale. Ed ecco che qui il meccanismo dell’effetto memoria gioca un ruolo cruciale: se a scadenza il sottostante peggiore non perde oltre il 40%, verranno riconosciuti anche tutti i premi precedentemente non pagati (anche quando la condizione era quella di avere i sottostanti pari 100% del livello iniziale).

Al momento, solo Banco BPM quota sopra il livello iniziale, con un progresso del +2,9%, mentre Banca MPS risulta sotto del -7,6%. Acquistabile intorno a 1.000 euro, il certificate consente l’incasso, in caso di tenuta della barriera fino alla scadenza, di 24 cedole mensili, per un ammontare complessivo di 355,20 euro. I premi sono infatti ancora tutti in pancia al prodotto perché le prime due cedole sono state trattenute “in memoria”. Rapportato alla vita residua di meno di due anni (1,83 anni), il rendimento annuo si attesta al 19,41% (355,20 euro di cedole diviso 1.000 euro investiti siamo a 35,52%, in 1,83 anni residui si arriva al 19,41%).

Il capitale a scadenza è protetto da una barriera al 60% del livello iniziale del sottostante con la performance peggiore. Dal sesto mese di vita, l’investitore può approfittare del rimborso anticipato. Vediamo da vicino i livelli di riferimento del certificate:

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Se rendimento elevato, barriere profonde a scadenza e possibile autocall possono rappresentare i pregi, il prezzo da pagare per avere un potenziale ritorno del 19,41% annuo è dato dal rischio di vedere un sottostante (in questo caso Banca MPS) sotto il livello iniziale durante questa fase iniziale di vita del certificate, senza ricevere premi. Grazie all'effetto memoria le cedole in pancia al prodotto verranno staccate tutte insieme in caso di recupero della performance del titolo peggiore oltre il valore iniziale oppure alla scadenza con un ribasso fino al -40% dal livello iniziale.

Ogni mese un premio con memoria di 14,80 euro

Il certificate con ISIN DE000VK2X786 offre un flusso di premi mensili con memoria dell'1,48% del nominale (1.000 euro), pari a 177,60 euro in un anno. Come tutti gli Athena, i premi sono condizionati al rispetto di una barriera posta al 100% del valore iniziale dei sottostanti. La prima cedola di giugno non è stata staccata e la prossima data di valutazione è proprio oggi 21 luglio, ma il premio mensile non verrà pagato perché uno dei due sottostanti (Banca MPS) si trova sotto il livello iniziale.

Per aiutare il pagamento dell’intero flusso cedolare (24 premi) questa struttura presenta due notevoli vantaggi. Il primo risiede proprio nelle caratteristiche distintive dei Cash Collect e prevede una barriera cedolare a scadenza che scende al 60% del livello iniziale. Il secondo vantaggio è la presenza dell’effetto memoria, ovvero quell'opzione per cui un premio non pagato non è definitivamente perduto ma rimane in pancia al prodotto e, nelle successive date di osservazione, qualora si verifichino le condizioni che danno diritto al pagamento, i premi non pagati in precedenza vengono distribuiti tutti insieme compreso quello di pertinenza di quella data di valutazione.

L'obiettivo di questo certificate è quindi quello di aumentare le possibilità di stacco di tutti i premi, grazie a una barriera a scadenza al 60% del livello iniziale unita all’effetto memoria. In virtù di questo meccanismo, per chiudere l’investimento in bellezza e portare a casa tutti i 24 premi previsti, basterà che il peggiore dei due sottostanti non abbia perso oltre il 40% dal livello iniziale all’ultima data di osservazione, ovvero il 19 maggio 2027. A quel punto l’investitore avrà portato a casa un flusso di cedole pari a 355,20 euro. Su 1.000 euro investiti (prezzo attuale) il rendimento totale sarebbe del 35,52% (pari al 19,41% annualizzato).

Il punto di forza è quello di lasciare lavorare al meglio il tempo e i soldi investiti per poter offrire premi più alti e una barriera a scadenza più bassa rispetto agli Athena tradizionali. Di contro, rispetto ai classici Cash Collect, l’investitore potrebbe, in una fase iniziale, non ricevere delle cedole se il prezzo dei due sottostanti non riuscisse a riportarsi sopra il livello iniziale.

Va sottolineato che i premi del certificate sono considerati dal Fisco “redditi diversi”, e in quanto tali possono compensare le eventuali minusvalenze presenti nello zainetto fiscale dell’investitore. Grazie a questa particolarità, è possibile recuperare il credito fiscale derivante dalle perdite registrate entro i successivi quattro anni dalla loro realizzazione.

Possibilità di rimborso anticipato da novembre

Può accadere che il certificate non arrivi alla scadenza finale, perché dal sesto mese di vita può essere ritirato in anticipo (autocallability). A partire dalla data di osservazione del 19 novembre 2025 e poi, in una data di valutazione mensile successiva, il prodotto verrà rimborsato in anticipo se tutti e due i sottostanti quoteranno a un valore pari o superiore al livello autocall, posto al 100% del valore iniziale per tutta la vita del certificate.

Ad esempio, se alla prima finestra di autocall (19 novembre 2025) tutti i sottostanti saranno al di sopra del livello iniziale, il prodotto verrà rimborsato a 1.000 euro, ai quali si sommeranno la prime cinque cedole e la sesta maturata al rimborso (in totale 88,80 euro), per un guadagno complessivo di 1.088,80 euro. In poco meno di quattro mesi (3,93 mesi) e acquistando oggi il certificate a 1.000 euro, il rendimento sarebbe pari all’8,88%, che corrisponde a un ritorno annualizzato del 27,11%.

I due possibili scenari alla scadenza naturale (maggio 2027)

In assenza di rimborso anticipato, per il certificate si prospettano due scenari alternativi alla scadenza finale, fissata al 19 maggio 2027. La barriera a protezione del capitale, pari al 60% del valore iniziale dei sottostanti, verrà osservata esclusivamente alla scadenza, offrendo una protezione fino a un ribasso del 40% dal livello iniziale.

Nel primo scenario, se alla data di valutazione finale il peggiore dei sottostanti non sarà sceso sotto la barriera, il certificate verrà rimborsato al valore nominale di 1.000 euro, a cui si aggiungeranno l’ultima cedola da 14,80 euro ed eventuali premi “in memoria” non ancora corrisposti. Il guadagno totale raggiungerebbe così i 355,20 euro (14,80 euro per 24 premi), con un rendimento del 35,52% (pari al 19,41% annualizzato) sul prezzo di oggi (1.000 euro) e su un orizzonte temporale di poco meno di due anni (1,83 anni).

Nel secondo scenario, qualora anche solo uno dei sottostanti risultasse sotto la barriera, il capitale non sarebbe protetto e il rimborso sarà legato alla performance del titolo peggiore. Ad esempio, un calo del 50% del worst of comporterebbe un rimborso di 500 euro, a cui si sommerebbero le eventuali cedole mensili già incassate nei mesi antecedenti l'autocall, compensando parzialmente la perdita in conto capitale.

Al momento, i sottostanti si mantengono a una certa distanza dalla barriera a scadenza: Banca MPS il 35% e Banco BPM il 41,7%.

Gli attori del risiko bancario in Italia

In questo 2025 tra i principali protagonisti del risiko bancario in Italia troviamo sicuramente Banca MPS, fino a pochi anni fa a un passo dal fallimento per poi risorgere con la cura dell’amministratore delegato Luigi Lovaglio, e poi Banco BPM, un attore sempre più centrale nella nascita del terzo polo dopo che l’esito dell’Ops di UniCredit è sempre più in bilico.

Banca MPS

Da quasi defunta a predatore: il miracolo Lovaglio. Fino a pochi anni fa, nessuno avrebbe potuto prevedere un’operazione simile. Il 24 gennaio, Banca MPS ha lanciato un’offerta pubblica di scambio (Ops) su Mediobanca, provocando un terremoto ai vertici della finanza italiana. Operazione gradita dal governo che ha già fatto sapere che non eserciterà il golden power.

L’obiettivo è la creazione del terzo gruppo bancario italiano, mettendo insieme le attività di credito commerciale dell’istituto senese con quelle di investment banking e wealth management di Mediobanca. Secondo Lovaglio, si tratterebbe non tanto di una fusione classica, quanto di una “combinazione tra istituti complementari”, nella quale entrambi i marchi (MPS e Mediobanca) rimarranno attivi e distinti.

L’istituto di piazzetta Cuccia ha però sin da subito rigettato l’offerta in quanto “non concordata e fortemente distruttiva di valore”. La partita si è poi complicata dopo l'annuncio da parte di Mediobanca di un'Ops su Banca Generali da 6,3 miliardi di euro, finanziata interamente in azioni Assicurazioni Generali già in portafoglio.

Il 25 giugno è arrivata la notizia che la Bce ha concesso il via libera Ops di MPS su Mediobanca. L’autorizzazione dell’istituto di Francoforte riguarda sia la partecipazione di controllo diretta su Piazzetta Cuccia che indiretta in Mediobanca Premier e Compass Banca. Il cda di MPS nei giorni scorsi aveva compiuto un altro passaggio clou, verso l'operazione di acquisizione di piazzetta Cuccia esercitando la delega all'aumento di capitale da 13,1 miliardi al servizio dell'offerta.

Il 2 luglio l’istituto senese ha comunicato l’ok all’operazione arrivato dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM). Si tratta di un’approvazione “incondizionata” all’acquisizione del controllo di Mediobanca. Sempre il 2 luglio la Consob ha approvato il documento di offerta relativo all’Ops. Per ciascuna azione di Piazzetta Cuccia portata in adesione all’offerta, MPS riconoscerà un corrispettivo unitario rappresentato da 2,533 azioni ordinarie dell'offerente di nuova emissione. Il periodo di adesione è iniziato il 14 luglio 2025 e terminerà l'8 settembre 2025 (salvo proroghe).

In un’intervista rilasciata a Bloomberg TV, Lovaglio si è detto fiducioso del buon esito dell’Ops sulla banca d'affari milanese. “Siamo convinti che supereremo il 66%”, ha affermato, specificando che la soglia minima indicata del 35% “è solo una questione tecnica”. Un altro passaggio importante è stato il riferimento al sostegno dei due principali azionisti di Mediobanca: il gruppo Caltagirone e Delfin (holding della famiglia Del Vecchio). Lovaglio ha dichiarato di aver “ricevuto supporto da entrambi”, ma ha anche voluto precisare che tutte le decisioni sono state prese “in autonomia”, senza interferenze. Un messaggio chiaro, volto a rafforzare l’idea di un progetto industriale indipendente, nato da una visione strategica e non da un accordo tra poteri forti.

Banco BPM

In questo scenario in rapida evoluzione, Banco BPM emerge come attore chiave. Il cda si è detto favorevole all’aumento di capitale di MPS per l’Ops su Mediobanca, allineandosi con i principali soci privati, Caltagirone e Delfin, e con il MEF, ancora titolare dell’11,73% di MPS. Tuttavia, Piazza Meda ha più volte ribadito l’intenzione di restare stand-alone, senza superare il 10% in MPS.

Ad aprile, Banco BPM ha concluso con successo l’Opa su Anima Holding, acquisendone quasi il 90%, ben oltre la soglia del 66,67% inizialmente fissata. L’operazione ha rafforzato il posizionamento strategico della banca, che però è ora nel mirino di UniCredit: il 28 aprile è partita l’Ops su BPM.

L’offerta si è scontrata con le condizioni stringenti del golden power, tra cui l’obbligo per Anima di mantenere per cinque anni l’attuale livello di investimenti in titoli governativi italiani (circa 90 miliardi) e la cessazione delle attività in Russia entro gennaio 2026. Il ceo di UniCredit, Andrea Orcel, ha espresso perplessità sulle prescrizioni del decreto e preannunciato un ricorso al TAR del Lazio, con il supporto dell’UE per ottenere un chiarimento formale sull’applicazione del golden power, non adottato invece per l’operazione MPS-Mediobanca. Il TAR ha accolto parzialmente il ricorso presentato dalla banca milanese contro le decisioni del Mef, e, secondo quanto si legge in una nota di UniCredit, la sentenza rappresenta “una prova inequivocabile che il modo in cui il golden power è stato utilizzato è illegittimo, tanto da richiedere l'emissione di un nuovo decreto, poiché quello adottato il 18 aprile è stato annullato dalla Corte”.

Passano i giorni ma, tra golden power e sentenze giudiziarie, l’operazione stenta a decollare. Così, la banca guidata da Orcel potrebbe puntare a guadagnare altro tempo in modo da prolungare la scadenza fissata il prossimo 23 luglio. UniCredit starebbe lavorando anche al piano alternativo, da attuare nel caso in cui non ci fossero gli estremi per ottenere un nuovo rinvio valutando alcune alternative, tra cui quella di far scadere i termini dell’operazione e presentare una nuova offerta.

Il parere degli analisti su Banca MPS e Banco BPM

Il sentiment degli analisti sui due titoli sottostanti si conferma sostanzialmente positivo, rafforzando ulteriormente le prospettive favorevoli per il prodotto.

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Banca MPS è seguita da 9 analisti: di questi, 4 raccomandano l’acquisto (buy), 4 suggeriscono di mantenere la posizione (hold) e 1 ha un giudizio di vendita (sell). Il target price medio si attesta a 8,30 euro, con un upside potenziale del 19% rispetto alle quotazioni correnti su Piazza Affari.

Su Banco BPM, il sentiment si presenta mediamente neutrale, ma privo di indicazioni negative. Dei 15 analisti che monitorano il titolo, 5 consigliano buy e10 suggeriscono hold. Il prezzo obiettivo medio è di 10,69 euro, che implica un potenziale di crescita dell’8% rispetto ai prezzi attuali.

La combinazione tra distanza dalle barriere e prospettive positive degli analisti dovrebbe offrire una cornice di relativa tranquillità per gli investitori che valutano l'acquisto del certificate.

Attenzione: Il Certificate DE000VK2X786 è soggetto ad un livello di rischio pari a 6 su una scala da 1 a 7.

Ricordiamo che investire in certificati espone l’investitore al rischio fallimento dell’emittente e a quello di azzeramento di un sottostante, casi che possono comportare la perdita dell’intero investimento.
Vontobel gode di un buon rating:

  • Aa3 da parte di Moody's

I potenziali rendimenti indicati sono sempre al lordo della tassazione.
Prima di ogni investimento leggere sempre tutti i documenti scaricabili dalla pagina del prodotto dell’emittente.

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