Il certificate sui bancari europei che rende fino al 18,76% annuo

Il certificate firmato da Barclays con ISIN XS3052742759 tratta sotto la pari a quota 99 euro e punta su quattro protagonisti del panorama bancario europeo: Commerzbank, Intesa Sanpaolo, BBVA e Banca MPS. Lo strumento offre cedole mensili dotate di effetto memoria pari a 1,52 euro, con una barriera fissata al 60% del livello iniziale dei sottostanti. Sul prezzo attuale e considerando la durata residua, il potenziale rendimento annuo può arrivare al 18,76%. Non manca la possibilità di rimborso anticipato a partire da aprile 2026, con soglia autocall decrescente dell’1% al mese dal 100% del valore iniziale al 74% finale. A scadenza, fissata per luglio 2028, il capitale investito è al riparo da eventuali ribassi dei sottostanti fino a una soglia del 40% rispetto al livello iniziale.
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La benzina del rally bancario
Margini elevati, dividendi altissimi e patrimoni solidi. È questa la benzina che continua ad alimentare il rally del settore bancario, nonostante il timore di un calo dei tassi.
Partiamo dai margini. Il segreto delle banche per fare un mare di “extraprofitti”, così li ha battezzati la politica, non sono i tassi elevati come erroneamente credono in molti, ma piuttosto il differenziale dei tassi a breve con quelli a lungo. Le banche si finanziano a breve e prestano a lungo, il differenziale dei tassi alimenta i loro margini. Negli ultimi anni, in tutta Europa questo differenziale si è ampliato moltissimo, come mostra il grafico sotto.
In Germania addirittura la curva dei rendimenti si è invertita rispetto a un anno fa: da negativo, il tasso a lungo meno quello a breve, ora è positivo. Questo sta permettendo alle banche di tutta Europa di continuare a mettere a segno utili da record, nonostante i tassi siano in calo.
Secondo punto i dividendi. In Italia abbiamo titoli che grazie agli "extraprofitti" staccano cedole tra il 7 e il 10%, MPS ha un dividendi yield addirittura dell’11%, quando i tassi, vedi BTP a 10 anni si aggirano al 3,48%. Più scendono i tassi, più sono interessanti i dividendi dei bancari, attirando interesse per questi titoli che ne mantengono alte le quotazioni.
Infine la solidità patrimoniale. Il Cet1 è un indice che misura la solidità patrimoniale del settore. Negli ultimi 10 anni, tra mutui subprime e sorpresine sul fronte dei non performing loans, le banche hanno applicato rigide politiche spesso dettate dalla Bce, per aumentare la solidità patrimoniale e gli effetti sul Cet1 sono visibili, quasi tutte le banche godono di capitale in eccesso grazie a parametri di solidità patrimoniale che eccede quella richieste dall’autority. Su questo le nostre banche italiane non hanno più niente da invidiare alle tedesche anzi in alcuni casi sono anche più solide.
Ultimo, ma non per questo meno importante, il fattore che sta richiamando gli acquisti nel comparto si chiama M&A. Le operazioni straordinarie stanno contagiando l’Europa, l’M&A è l’unica via che le nostre banche hanno per poter competere alla pari con i colossi americani. Opa, Ops e contro Opa potrebbero contribuire rafforzare i multipli del comparto.
Autocall dopo nove mesi e prezzo sotto la pari
Le attuali condizioni di mercato spingono gli investitori a guardare con crescente interesse al comparto dei certificate, soprattutto a quelli su titoli bancari del Vecchio Continente. Tra le proposte più interessanti spicca il Cash Collect targato Barclays, identificato con ISIN XS3052742759, che si acquista oggi sotto la pari a 99 euro e promette un potenziale rendimento annuo del 18,76%, calcolato in base alla vita residua del prodotto e al prezzo di negoziazione attuale.
Il certificate punta su quattro colossi del credito: Commerzbank, Intesa Sanpaolo, BBVA e Banca MPS, tutti al momento prossimi ai livelli iniziali di riferimento. L’investitore beneficia di cedole mensili con effetto memoria da 1,52 euro ciascuna, garantite a patto che i sottostanti non scendano sotto la barriera del 60% del valore iniziale, soglia che funge anche da protezione parziale del capitale a scadenza (luglio 2028).
Considerato l’acquisto a 99 euro, l’investitore potrebbe incassare 36 cedole nell’arco dei tre anni residui per un totale di 54,72 euro, a cui si aggiunge un capital gain di 1 euro legato al rimborso a 100 euro. Rapportando il rendimento complessivo del 56,28% alla vita residua del prodotto (tre anni), il ritorno annualizzato raggiunge il 18,76% (54,72 euro di cedole più 1 euro di capital gain diviso 99 euro investiti siamo a 56,28% in tre anni si arriva al 18,76%).
Da non trascurare la possibilità di rimborso anticipato: il meccanismo di autocall scatterà dal 2 aprile 2026, con il certificate che potrà essere liquidato a 100 euro se tutti i sottostanti saranno sopra il livello iniziale. A quel punto l’investitore riceverebbe anche nove cedole da 1,52 euro, portando il guadagno complessivo a 113,68 euro. Considerando il breve orizzonte temporale di 8,97 mesi, il rendimento sarebbe del 14,83% (13,68 euro di premi più 1 euro di capital gain su 99 euro di acquisto), per un ritorno annualizzato che balzerebbe così al 19,84%.
Da aprile 2026 in poi, la soglia autocall scenderà dell’1% al mese, passando gradualmente dal 100% fino al 74% del valore iniziale dei sottostanti, aumentando così le chance di rimborso anticipato. Segue una tabella di sintesi con tutti i principali riferimenti operativi del prodotto.
Ogni mese un premio con memoria di 1,52 euro
Il certificate con ISIN XS3052742759 si distingue nel panorame dei prodotti di investimento grazie a premi mensili condizionati con effetto memoria pari all’1,52% del nominale (100 euro), equivalenti a 18,24 euro annui. Rapportando questo flusso cedolare al prezzo di acquisto attuale di 99 euro e considerando la vita residua di tre anni, il rendimento potenziale annualizzato raggiunge quota 18,76%, 56,28% in tre anni.
Il calcolo è lineare: nell’arco di tre anni, l’investitore potrebbe incassare 54,72 euro di premi (1,52 euro per 36 cedole mensili) cui si aggiunge un capital gain di 1 euro legato al rimborso a 100 euro. A conti fatti, su un investimento di 99 euro, si traduce in un ritorno complessivo del 56,28% da qui alla scadenza prevista per luglio 2028, che una volta annualizzato porta il rendimento potenziale al 18,76%, parametro utile per confrontare questo prodotto con altri Cash Collect presenti sul mercato.
Il pagamento delle cedole è subordinato al rispetto di una barriera fissata al 60% del livello iniziale dei sottostanti: ogni mese, infatti, se nessuno dei quattro titoli di riferimento (Commerzbank, Intesa Sanpaolo, BBVA e Banca MPS) avrà registrato una perdita superiore al 40% dal valore inziale, il premio sarà corrisposto regolarmente.
A rendere più robusta questa struttura interviene l’effetto memoria, strumento prezioso per non perdere premi in caso di mancato pagamento in una o più date di osservazione. Se le condizioni non risultano rispettate in un determinato mese, il premio non va perso, ma viene conservato “in memoria”. Alla prima data utile in cui i requisiti risultano soddisfatti, tutte le cedole in pancia al prodotto verranno corrisposte tutte insieme, compreso il premio di quel periodo.
Un ulteriore aspetto interessante riguarda la fiscalità dei certificate. I rendimenti generati da questo prodotto, essendo classificati come “redditi diversi”, possono infatti essere utilizzati per compensare eventuali minusvalenze pregresse, consentendo così di recuperare parte del credito fiscale accumulato su perdite realizzate. Questo meccanismo resta valido fino a quattro anni successivi alla data in cui la minusvalenza è stata registrata, offrendo un margine di pianificazione utile per ottimizzare la gestione fiscale del portafoglio.
Gli scenari di rimborso alla scadenza finale
Per chi guarda al certificate con ISIN XS3052742759, il momento cruciale arriverà alla naturale scadenza del 3 luglio 2028, qualora nel frattempo non si sia verificato il rimborso anticipato. In quel momento, saranno due gli scenari possibili, determinati dall’andamento dei quattro titoli bancari sottostanti: Commerzbank, Intesa Sanpaolo, BBVA e Banca MPS.
Il meccanismo di protezione prevede una barriera sul capitale fissata al 60% del livello iniziale, che viene osservata esclusivamente alla data di valutazione finale (3 luglio 2028). In pratica, l’investitore beneficia di una tutela contro cali fino al 40% del valore iniziale dei sottostanti: una soglia che, allo stato attuale, vede i titoli mantenersi a distanza di sicurezza.
Nel caso in cui, alla scadenza, tutti i sottostanti si trovino al di sopra o pari alla barriera, l’investitore riceverà il rimborso integrale del valore nominale di 100 euro, a cui si sommeranno l’ultima cedola da 1,52 euro e gli eventuali premi in memoria. Considerando l’acquisto al prezzo attuale di 99 euro, il guadagno complessivo si attesta a 54,72 euro di cedole più 1 euro di capital gain, portando il rendimento totale a circa 56,28% in tre anni, corrispondente a un 18,76% annuo.
Se invece alla data di valutazione anche uno solo dei sottostanti dovesse scendere sotto la barriera, il capitale non risulterebbe protetto integralmente: in tal caso, l’investitore riceverebbe un importo pari alla performance del peggior titolo. Per esempio, un calo del 50% del worst of comporterebbe un rimborso finale di 50 euro, a cui andrebbero però sommati eventuali premi già incassati, capaci di attenuare la perdita sul capitale.
Ad oggi, i titoli sottostanti evidenziano un buffer di sicurezza rispetto alla barriera: Commerzbank è distante il 40,4%, Intesa Sanpaolo il 39,7%, BBVA il 39,3% e Banca MPS il 39,5%, aumentando la probabilità di un esito favorevole alla scadenza.
Trimestrali solide e le mosse di M&A
Il 2025 si conferma l’anno del risiko bancario in Europa, con colossi come Commerzbank, Intesa Sanpaolo, BBVA e Banca MPS pronti a giocare partite decisive che potrebbero ridisegnare gli equilibri del credito continentale.
Commerzbank
La banca tedesca ha inaugurato il 2025 con numeri solidi, confermando di saper reggere la pressione competitiva sul mercato bancario europeo nonostante le mire di UniCredit. Nel primo trimestre, l’utile netto è salito a 834 milioni di euro, in crescita del 12% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre il risultato operativo ha superato 1,2 miliardi, sostenuto da ricavi totali per 3,1 miliardi grazie anche a una spinta del 6% nelle commissioni nette. Forte di un CET1 ratio che sfiora il 15,1%, Commerzbank, tornata da poco protagonista nel maggiore indice tedesco DAX, ha confermato per l’intero anno una guidance che vede un utile netto atteso intorno a 2,4 miliardi di euro, cifra che potrebbe salire a 2,8 miliardi senza le spese di ristrutturazione, con un margine d’interesse netto stimato a quota 7,8 miliardi e un contributo fair value positivo di circa 300 milioni.
Parallelamente, UniCredit ha acquisito una partecipazione significativa in Commerzbank, arrivando a detenere circa il 28% del capitale, combinando azioni dirette e strumenti derivati. Nonostante l'opposizione politica in Germania, con il cancelliere tedesco che ha definito "inaccettabile" l'approccio di UniCredit, il ceo Andrea Orcel ha ribadito l'interesse per una potenziale fusione, sottolineando i benefici di una maggiore integrazione bancaria europea. Dopo il via libera della Bce e dell’antitrust tedesco per l'incremento della partecipazione fino al 29,99% dell’istituto tedesco, restano da ottenere ulteriori autorizzazioni, con una possibile conclusione dell'iter non prima dell'estate o dell'inizio dell'autunno.
Commerzbank non è stata a guardare e ha messo in atto un programma di taglio costi ed efficientamento che sta già dando i suoi frutti sui conti.
Intesa Sanpaolo
Nel primo trimestre 2025, l'istituto guidato da Carlo Messina ha registrato un utile netto di 2,6 miliardi di euro, in crescita del 13,6% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, superando le attese degli analisti e segnando il miglior risultato trimestrale di sempre. Questo risultato è stato trainato da un aumento del 7% delle commissioni nette e da un significativo incremento dei ricavi da trading, che hanno compensato la flessione dell'8% del margine d'interesse. Il cost/income ratio si è attestato al 38%, il livello più basso mai raggiunto dalla banca, mentre il CET1 ratio fully phased-in è salito al 13,3%. La banca ha confermato la guidance per l'intero 2025, prevedendo un utile netto "ben oltre" i 9 miliardi di euro, grazie alla resilienza dei ricavi e alla gestione efficiente dei costi.
BBVA
La banca spagnola ha inaugurato il 2025 con risultati solidi, registrando un utile netto di 2,7 miliardi di euro nel primo trimestre, in crescita del 22,7% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Questo incremento è stato sostenuto da un buon andamento dei ricavi ricorrenti e da un minore impatto negativo dell'iperinflazione in Argentina. Il margine di interesse netto ha raggiunto i 6,4 miliardi di euro, con una crescita dell'8% su base annua, mentre il CET1 ratio si è attestato al 13,1%. Nonostante questi risultati positivi, la banca ha deciso di non aggiornare la guidance per l'intero anno, mantenendo l'obiettivo di un ritorno sul capitale tangibile (RoTE) in linea con quello del 2024, a causa delle incertezze legate ai dazi statunitensi e al loro impatto sul mercato messicano, principale fonte di profitto per BBVA.
Parallelamente, BBVA è al centro dell'attenzione per la sua offerta pubblica di acquisto (Opa) su Banco Sabadell. Nonostante le condizioni imposte dal governo spagnolo, che prevedono il mantenimento dell'autonomia giuridica e operativa di Sabadell per almeno tre anni, BBVA ha deciso di proseguire con l'operazione, ritenendola strategica per creare una delle banche più competitive e innovative d'Europa. Tuttavia, la recente vendita da parte di Sabadell della sua filiale britannica TSB a Banco Santander per 3,1 miliardi di euro, destinati in parte a un dividendo straordinario di 2,5 miliardi, ha complicato ulteriormente l'Opa, aumentando la pressione su BBVA per migliorare la sua offerta.
Banca MPS
Nel primo trimestre del 2025, la banca senese ha registrato un utile netto di 413 milioni di euro, segnando un incremento del 24,2% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente e superando le previsioni degli analisti. Il margine di interesse netto è diminuito del 7,5%, attestandosi a 543 milioni di euro, mentre il CET1 ratio fully loaded ha raggiunto il 19,6%, un livello record per l'istituto senese.
Sul fronte M&A, Banca MPS ha lanciato il 24 gennaio scorso un'offerta pubblica di scambio (Ops) sul 100% del capitale di Mediobanca. Operazione gradita dal governo che non eserciterà il golden power. L’istituto di piazzetta Cuccia ha però sin da subito rigettato l’offerta in quanto “non concordata e fortemente distruttiva di valore”. Con l’offerta su Mediobanca, Banca MPS si candida a regista per la nascita del terzo polo bancario italiano, integrando la rete retail della banca senese con le competenze di piazzetta Cuccia nell'investment banking e nell'asset management. Ma la partita si è complicata dopo l'annuncio da parte di Mediobanca di un'Ops su Banca Generali da 6,3 miliardi di euro, finanziata interamente in azioni Assicurazioni Generali già in portafoglio.
Il 25 giugno è arrivata la notizia che la Bce ha concesso il via libera Ops di MPS su Mediobanca. L’autorizzazione dell’istituto di Francoforte riguarda sia la partecipazione di controllo diretta su Piazzetta Cuccia che indiretta in Mediobanca Premier e Compass Banca. Il cda di MPS nei giorni scorsi aveva compiuto un altro passaggio clou, verso l'operazione di acquisizione di piazzetta Cuccia esercitando la delega all'aumento di capitale da 13,1 miliardi al servizio dell'offerta.
Il 2 luglio l’istituto senese ha comunicato l’ok all’operazione arrivato dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM). Si tratta di un’approvazione “incondizionata” all’acquisizione del controllo di Mediobanca. Sempre il 2 luglio la Consob ha approvato il documento di offerta relativo all’Ops. Per ciascuna azione di Piazzetta Cuccia portata in adesione all’offerta, MPS riconoscerà un corrispettivo unitario rappresentato da 2,533 azioni ordinarie dell'offerente di nuova emissione. Il periodo di adesione avrà inizio il 14 luglio 2025 e terminerà l'8 settembre 2025 (salvo proroghe).
Il consensus degli analisti sulle quattro banche
La view degli analisti sui quattro titoli sottostanti si conferma complessivamente positiva, rafforzando ulteriormente le prospettive favorevoli per il prodotto.
Favorevole il quadro che riguarda la tedesca Commerzbank, monitorata da 21 analisti. Sono 12 le raccomandazioni di acquisto (buy), 8 esperti dicono di mantenere le azioni in portafoglio (hold) e solo 1 consiglia di vendere (sell). Il target price medio è pari a 27,13 euro, leggermente sotto (-1%) rispetto ai valori correnti del titolo a Francoforte.
Anche su Intesa Sanpaolo, il sentiment si presenta molto positivo. Dei 26 analisti che monitorano il titolo, 19 consigliano buy, 6 suggeriscono hold e solo 1 sell. Il prezzo obiettivo medio è di 5,35 euro, che implica un upside potenziale del 10% rispetto ai prezzi attuali a Piazza Affari.
Situazione molto simile per la spagnola BBVA: 12 analisti consigliano buy, 9 suggeriscono hold e 2 sell. Il target price medio è di 13,73 euro, con un potenziale di crescita del 6% dai prezzi attuali a Madrid.
Banca MPS è seguita da 9 analisti: di questi, 4 raccomandano buy, 4 suggeriscono hold e 1 ha un giudizio sell. Il prezzo obiettivo medio si attesta a 8,30 euro, che implica un potenziale upside del 19% rispetto alla quotazione attuale a Piazza Affari.
La combinazione tra distanza dalle barriere e prospettive positive degli analisti dovrebbe offrire una cornice di relativa tranquillità per gli investitori che valutano l'acquisto del certificate.
Attenzione: Il Certificate XS3052742759 è soggetto ad un livello di rischio pari a 6 su una scala da 1 a 7.
Ricordiamo che investire in certificati espone l’investitore al rischio fallimento dell’emittente e a quello di azzeramento di un sottostante, casi che possono comportare la perdita dell’intero investimento.
Barclays gode di un buon rating:
- A+ da parte di S&P
- A1 da parte di Moody
I potenziali rendimenti indicati sono sempre al lordo della tassazione.
Prima di ogni investimento leggere sempre tutti i documenti scaricabili dalla pagina del prodotto dell’emittente.
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