Il certificate sul credito italiano che rende fino al 17,23% annuo

Il certificate firmato Vontobel con ISIN DE000VK2NJM5 passa di mano sotto la pari a 98 euro e ha come sottostanti tre big bancari del Ftse Mib: Mps, Bpm e Bper. Le cedole mensili con memoria sono di 1,33 euro, barriera al 60% del livello iniziale dei sottostanti. Calcolato sul prezzo attuale e sulla restante vita del certificato, il rendimento potenziale annuo può raggiungere il 17,23%, mentre il ritorno annualizzato sale al 20,44% se viene rimborsato alla prima data utile di febbraio 2026. A scadenza (maggio 2028), il capitale è protetto dai ribassi dei sottostanti fino al 40% dal livello iniziale.
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Prezzo sotto la pari e possibilità di autocall
Le condizioni attuali di mercato aprono a soluzioni interessanti nel segmento dei certificate, in particolare per i prodotti strutturati su titoli bancari italiani. È il caso del Cash Collect emesso da Vontobel con ISIN DE000VK2NJM5, attualmente scambiato sotto la pari a 98 euro, che offre un rendimento potenziale annuo del 17,23% (calcolato in base alla vita residua del prodotto e al prezzo di oggi). Il prodotto prevede cedole mensili con effetto memoria da 1,33 euro, e una barriera sia cedolare che a protezione del capitale al 60% del valore iniziale dei sottostanti.
Al momento, nessuno dei sottostanti si trova oltre il livello iniziale: Banca MPS -13,7%, Banco BPM -3,8% e Bper Banca -4%. Tuttavia, questi ribassi sono legati allo stacco dei dividendi avvenuto lo scorso 19 maggio: MPS ha distribuito 86 centesimi per azione (circa il 10,6% della chiusura precedente), BPM ha staccato 60 centesimi (poco meno del 6% del valore pre-dividendo) e Bper ha donato una cedola di 60 centesimi (circa il 7,6% rispetto al giorno prima). Tali distribuzioni dovrebbero progressivamente essere riassorbite dai corsi azionari man mano che matura il nuovo dividendo.
Acquistabile a 98 euro, il prodotto consente di incassare, in caso di tenuta della barriera fino a scadenza, 35 cedole mensili (il primo premio è già stato pagato) per un totale di 46,55 euro, a cui si aggiungerebbe un capital gain di 2 euro (differenza tra il prezzo di acquisto e il rimborso a 100 euro). Rapportando il rendimento complessivo sulla vita residua di poco inferiore ai tre anni (2,875 anni), il ritorno annualizzato si attesta al 17,23% (46,55 di cedole più 2 euro di capital gain diviso 98 euro investiti siamo a 49,54% in 2,875 di anni residui si arriva al 17,23%).
Il certificate prevede anche la possibilità di rimborso anticipato (autocall). La prima finestra si aprirà il 16 febbraio 2026: se tutti i sottostanti saranno al di sopra del livello iniziale, il prodotto verrà rimborsato a 100 euro, ai quali si sommeranno otto cedole da 1,33 euro (in tutto 10,64 euro), per un guadagno complessivo di 110,64 euro. In meno di otto mesi (7,571 mesi), rappresenta un rendimento del 12,9% (110,64 euro di premi più 2 euro di capital gain su 98 euro di acquisto), equivalente a un ritorno annualizzato del 20,44%.
Un ulteriore elemento che facilita il rimborso anticipato è rappresentato dalla soglia autocall decrescente, che parte dal 100% del valore iniziale dei sottostanti alla prima data utile del 16 febbraio 2026 e si riduce dell’1% ogni mese, per poi arrivare al 74% finale.
Segue una tabella riassuntiva dei principali livelli di riferimento del certificate.
Premi mensili con memoria pari a 1,33 euro
Il certificate con ISIN DE000VK2NJM5 offre premi mensili con memoria pari a 1,33% del nominale (100 euro) euro, che in un anno sarebbero 15,96 euro. Calcolato sul prezzo attuale di 98 euro e sulla vita residua del prodotto (2,875 anni), il rendimento potenziale annuo si attesta al 17,23%.
Il conto è presto fatto: 46,55 euro di premi (1,33 euro x 35 cedole totali da qui a scadenza) più 2 euro di capital gain, il risultato è 48,55 euro. Dividiamo questo numero per il prezzo di acquisto (usiamo quello attuale) di 98 euro e arriviamo a un rendimento del 49,54% da qui alla scadenza (maggio 2028). Ora annualizziamo il rendimento per capire, all'anno, quanto rende questo certificate per confrontarlo con altri Cash Collect: dividiamo 49,54% per 2,875 (anni residui) e arriviamo a ritorno del 17,23% annuo.
Il pagamento delle cedole è condizionato da una barriera posta al 60% del livello iniziale dei sottostanti: nelle date di osservazione mensili, se nessuno dei titoli (Banca MPS, Banco BPM e Bper Banca) avrà registrato una perdita superiore al 40% rispetto al valore iniziale, il premio verrà erogato.
Un elemento importante che facilità lo stacco di tutte le cedole è l’effetto memoria. Qualora in una data di osservazione mensile non fossero rispettate le condizioni per il pagamento del premio, questo non viene perso, ma conservato “in memoria”. Alla prima data utile in cui i requisiti risultano soddisfatti, tutte le cedole arretrate verranno corrisposte in un’unica soluzione, insieme al premio di quel periodo.
La fiscalità dei certificate è spesso considerata vantaggiosa perché i loro rendimenti (rappresentati dai premi distribuiti), rientrando nella categoria dei "redditi diversi", danno la possibilità di compensare minusvalenze pregresse con le plusvalenze conseguite. Con questo sistema è possibile recuperare il credito fiscale derivante dalle le perdite registrate entro i successivi quattro anni dalla loro realizzazione.
Gli scenari possibili alla scadenza finale (maggio 2028)
Qualora durante la vita del certificate con ISIN DE000VK2NJM5 non si verificasse il rimborso anticipato, alla naturale scadenza del 15 maggio 2028 gli investitori si troveranno di fronte a due diversi scenari, direttamente legati all’andamento dei tre sottostanti (Banca MPS, Banco BPM e Bper Banca). La barriera di protezione del capitale è fissata al 60% del valore iniziale e viene osservata unicamente alla scadenza, offrendo protezione contro un ribasso del 40% del valore dei sottostanti, calcolato rispetto al livello iniziale.
- Nel primo scenario, se alla data di valutazione finale tutti i sottostanti si manterranno al di sopra o pari alla barriera, il certificate verrà rimborsato al valore nominale di 100 euro. A questo importo si sommeranno l’ultima cedola di 1,33 euro e gli eventuali premi "in memoria", per un totale di 46,55 euro. Considerato il prezzo di acquisto attuale di 98 euro, il rendimento complessivo raggiungerebbe il 49,54% in un orizzonte temporale di circa due anni e dieci mesi e mezzo (pari al 17,23% annualizzato).
- Nel secondo scenario, se anche solo uno dei sottostanti scendesse sotto la barriera alla scadenza, il rimborso del capitale sarebbe commisurato alla performance del titolo peggiore. Ad esempio, un ribasso del 50% del worst of comporterebbe un rimborso pari a 50 euro, a cui però si aggiungerebbero le eventuali cedole mensili già incassate durante la vita del prodotto che andrebbero a mitigare la perdita sul capitale.
Attualmente, i sottostanti mostrano un margine di sicurezza rispetto alla barriera a protezione del capitale: Banca MPS è distante il 30,4%, Banco BPM il 37,6% e Bper Banca il 37,5%, rafforzando le probabilità di uno scenario favorevole a scadenza.
Si scaldano i motori del risiko bancario in Italia
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Banca MPS
Sotto i riflettori Banca MPS, che a metà aprile ha approvato con l’86,40% dei consensi l’aumento di capitale a servizio dell’Ops (offerta pubblica di scambio) su Mediobanca. Il via libera arriva pochi giorni dopo che il governo ha fatto sapere che non eserciterà il golden power. L’Ops è sul 100% del capitale sociale di Mediobanca e prevede che per ogni 10 azioni portate in adesione siano corrisposte 23 azioni di nuova emissione di Banca MPS. L’istituto di piazzetta Cuccia ha sin da subito rigettato l’offerta, lanciata il 24 gennaio, in quanto “non concordata e fortemente distruttiva di valore”.
Con l’offerta su Mediobanca, Banca MPS si candida a regista per la nascita del terzo polo bancario italiano, integrando la rete retail della banca senese con le competenze di piazzetta Cuccia nell'investment banking e nell'asset management. L’operazione, secondo gli analisti, potrebbe partire tra fine giugno e inizio luglio e concludersi entro i primi di agosto. Ma la partita si è complicata dopo l'annuncio da parte di Mediobanca di un'Ops su Banca Generali da 6,3 miliardi di euro, finanziata interamente in azioni Assicurazioni Generali già in portafoglio.
Il 25 giugno è arrivata la notizia che la Bce ha concesso il via libera Ops di MPS su Mediobanca. L’autorizzazione dell’istituto di Francoforte riguarda sia la partecipazione di controllo diretta su Piazzetta Cuccia che indiretta in Mediobanca Premier e Compass Banca, aggiungendo che la Bce ha rilasciato contestualmente anche l'autorizzazione ad acquisire una partecipazione in Mediobanca il cui valore eccede il 10% del patrimonio di vigilanza di gruppo e nelle rilevanti partecipazioni indirette.
Banco BPM
Banco BPM sta diventando un attore sempre più centrale nella nascita del terzo polo in Italia. Il cda di Piazza Meda si è mostrato favorevole all’aumento di capitale di Banca MPS per la scalata in Mediobanca, così come lo sono Caltagirone e Delfin (primo e secondo socio privato di MPS) e il MEF, che detiene ancora l’11,73% delle azioni. Dal canto suo, però, Banco BPM ha più volte ribadito la sua strategia stand-alone e che non intende chiedere l’autorizzazione per poter eventualmente superare la soglia del 10% nella banca senese.
A inizio aprile, Banco BPM ha completato con successo l'Opa (offerta pubblica di acquisto) su Anima, acquisendo l'89,95% del capitale e superando ampiamente la soglia strategica del 66,67% inizialmente fissata. L’operazione ha rafforzato il posizionamento strategico di Piazza Meda, che è finita nel mirino di UniCredit: il 28 aprile è partita l’Ops su Banco BPM.
Tuttavia, l'operazione di UniCredit si scontra con le stringenti condizioni imposte dal governo italiano nell'ambito del golden power, tra cui l’obbligo per almeno cinque anni di non ridurre gli investimenti di Anima in titoli di emittenti italiani (circa 90 miliardi di euro di titoli governativi) e la cessazione di tutte le attività in Russia entro nove mesi, ossia metà gennaio 2026. Il ceo di UniCredit, Andrea Orcel, ha espresso perplessità sulle prescrizioni del decreto e preannunciato un ricorso al TAR del Lazio, con il supporto dell’UE per ottenere un chiarimento formale sull’applicazione del golden power, non adottato invece per l’operazione MPS-Mediobanca.
A maggio UniCredit ha ottenuto da Consob una sospensione dell’offerta fino al 21 giugno. Il tempo aggiuntivo dovrebbe appunto servire per chiarire gli aspetti legali sul dpcm con cui a Pasqua il governo è intervenuto sull’operazione. Ora si attende la decisione da parte del TAR del Lazio il prossimo 9 luglio. Di recente Orcel ha dichiarato che la banca è pronta a “ritirarsi” dall’operazione se non arriveranno chiarimenti dal governo italiano sull’applicazione del golden power. “Abbiamo fatto e continuiamo a fare di tutto, ma se non riusciremo a risolvere, come probabile, ci ritireremo”, ha detto Orcel in un’intervista. Parole che suonano come un passo indietro, ma che potrebbero anche rappresentare una mossa tattica in un contesto negoziale ancora fluido.
Dal canto suo, Banco BPM accoglie con sollievo la prospettiva di una possibile ritirata di UniCredit. Il presidente Massimo Tononi ha dichiarato che la banca è pronta a valutare altre opzioni di M&A nel caso l’offerta cada. “Siamo sempre la terza banca del Paese e ci guarderemo intorno”, ha affermato Tononi, aprendo scenari futuri in cui il Banco potrebbe tornare a esplorare possibili aggregazioni. L’ipotesi di una aggregazione con MPS veniva data per molto probabile nell’autunno 2024, prima che UniCredit ufficializzasse la sua offerta per BPM e prima che MPS partisse alla conquista di Mediobanca. In sei mesi lo scenario del credito italiano è drasticamente mutato.
Bper Banca
Anche Bper Banca si è mossa sullo scacchiere M&A, presentando un’Ops su Popolare di Sondrio, che propone ai soci della banca valtellinese di scambiare ogni titolo con 1,45 azioni di Bper di nuova emissione.
L'offerta, partita il 17 giugno e con data di termine l'11 luglio prossimo, è subordinata al raggiungimento di almeno il 35% del capitale di Sondrio più un’azione, soglia minima e vicina, se si considera che l’Ops gode del benestare di Unipol, che ha poco meno del 20% di ciascuna delle due banche. In realtà, però, Bper punta a superare il 50%, così da accelerare la fusione e da beneficiare appieno delle sinergie, a regime stimate in 290 milioni di euro ante imposte annui.
“Noi intanto portiamo a casa Sondrio e siamo confidenti che l’operazione sarà un successo”. Con queste parole l’amministratore delegato di Bper, Gianni Franco Papa, ha ribadito la determinazione del gruppo bancario, la cui attenzione è interamente concentrata su questa operazione, senza altri dossier all’orizzonte: “Non abbiamo pensato a nient’altro, al momento altri dossier non ne vedo sul tavolo”. Alla domanda su un possibile rilancio del prezzo offerto, il manager ha escluso qualsiasi modifica: “No, il prezzo che abbiamo offerto valorizza già la banca per il massimo valore”.
Il parere degli esperti sulle tre banche italiane
Il sentiment degli analisti sui tre titoli sottostanti si conferma complessivamente positivo, rafforzando ulteriormente le prospettive favorevoli per il prodotto.
Banca MPS è seguita da 9 analisti: di questi, 4 raccomandano l’acquisto (buy), 4 suggeriscono di mantenere la posizione (hold) e 1 ha un giudizio di vendita (sell). Il target price medio si attesta a 8,30 euro, che implica un potenziale upside del 13% rispetto alla quotazione attuale a Piazza Affari.
Su Banco BPM, il sentiment si presenta mediamente neutrale, ma privo di indicazioni negative: 5 analisti consigliano buy e 10 suggeriscono hold. Il prezzo obiettivo medio è di 10,69 euro, con un potenziale di crescita dell'8% dai prezzi attuali.
Molto favorevole il quadro che riguarda Bper Banca, monitorata da 10 analisti. Sono 9 le raccomandazioni buy, 1 esperto dice hold e nessuno consiglia il sell. Il target price medio è pari a 9,03 euro, che implica un upside potenziale del 20% rispetto ai valori correnti del titolo su Borsa Italiana.
La combinazione tra distanza dalle barriere e prospettive positive degli analisti dovrebbe offrire una cornice di relativa tranquillità per gli investitori che valutano l'acquisto del certificate.
Attenzione: Il Certificate DE000VK2NJM5 è soggetto ad un livello di rischio pari a 6 su una scala da 1 a 7.
Ricordiamo che investire in certificati espone l’investitore al rischio fallimento dell’emittente e a quello di azzeramento di un sottostante, casi che possono comportare la perdita dell’intero investimento.
Vontobel gode di un buon rating:
- Aa3 da parte di Moody's
I potenziali rendimenti indicati sono sempre al lordo della tassazione.
Prima di ogni investimento leggere sempre tutti i documenti scaricabili dalla pagina del prodotto dell’emittente.
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