Il certificate sulle banche europee che rende fino al 20,95% annuo

Comunicazione Pubblicitaria Certificati
10/11/2025 09:15
Il certificate sulle banche europee che rende fino al 20,95% annuo

Il Certificate di Vontobel con Isin DE000VH0LVM3 si compra sotto la pari a 993 euro e ha tutti i sottostanti oltre il livello iniziale: Banca MPS +6%, Société Générale +1,6% e Commerzbank +0,2%. Il rendimento potenziale annuo è del 20,95%, calcolato sul prezzo attuale e sulla restante vita del certificate.

Ogni mese il prodotto stacca un premio mensile con memoria di 17 euro condizionato a una barriera cedolare che decresce al ritmo dell’1% al mese: dal 100% del livello iniziale al 60% con un gradino finale più ampio.

Possibilità di rimborso anticipato da maggio 2026. A scadenza (agosto 2028) protezione del capitale fino a ribassi del 40% dal livello iniziale dei sottostanti. Acquistando il certificate oggi, la somma di tutti i premi offre un rendimento potenziale del 57,20% fino alla scadenza tra meno di tre anni.

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Prezzo sotto la pari e barriera finale profonda

Rendimento elevato, barriere cedolari finali molto basse e tre banche solide in Europa. I punti di forza di questo certificate con Isin DE000VH0LVM3 sono dati da una struttura innovativa che, più passa il tempo, più migliora grazie al rapido calo delle barriere dei premi, aumentando le potenzialità di stacco di tutte le cedole pari a 17 euro al mese, a fronte di barriere cedolari a scadenza al 60%.

Vediamo nel dettaglio come funziona e quali sono i pregi e difetti. Per poter offrire un rendimento così alto, Vontobel mette in campo una struttura molto efficiente: barriere cedolari che partono da livelli alti, pari al livello iniziale dei sottostanti, per scendere velocemente al 60% con un gradino finale più ampio (pari a 6 punti percentuali all'ultima data di valutazione del 4 agosto 2028). Il segreto del certificate è proprio questo: unire una barriera finale bassa con effetto memoria, risultato? Alla scadenza l’investitore incassa tutte le cedole come se la barriera fosse sempre stata al 60%.

Lanciato sul mercato lo scorso 8 agosto a un valore nominale di 1.000 euro, il certificate ha come sottostanti tre banche europee: Banca MPS, Commerzbank e Société Générale. Oggi il certificate è acquistabile sul mercato secondario a un prezzo sotto la pari a 993 euro. A condizione che la barriera venga rispettata alla scadenza, l’investitore potrà ottenere 33 cedole mensili (i primi tre premi sono già stati pagati, in totale 561 euro), per un potenziale rendimento annuo del 20,95% (tenendo conto anche del capital gain di 7 euro come differenza tra il prezzo di acquisto e il rimborso a 1.000 euro).

Il conto è questo: 561 euro di premi più 7 euro di capital gain, il risultato è 568 euro. Dividiamo questo numero per il prezzo di acquisto (usiamo quello attuale) di 993 euro e arriviamo a un rendimento da qui alla scadenza (agosto 2028) del 57,20%. Ora annualizziamo il rendimento per capire, all'anno, quanto rende il certificate e confrontarlo con gli altri sul mercato: dividiamo 57,20% per 2,73 (anni di vita residui del prodotto) e arriviamo a un ritorno del 20,95% annuo.

Dal nono mese di vita, marzo 2026, l’investitore può approfittare del rimborso anticipato: il meccanismo di autocall scatterà dal 4 maggio 2026, con il certificate che potrà essere liquidato a 1.000 euro se tutti i sottostanti saranno sopra il livello iniziale. A quel punto l’investitore riceverebbe anche sei cedole da 17 euro (i primi tre premi sono già stati staccati) e 7 euro di capital gain (acquistando il certificate oggi a 993 euro), portando l'incasso complessivo a 1.109 euro. Il rendimento al momento dell'autocall sarebbe del 10,98% (109 euro tra premi e capital gain su 993 euro di acquisto), per un ritorno annualizzato che balzerebbe così al 22,71% considerando il breve orizzonte temporale di 5,80 mesi (periodo da oggi al 4 maggio 2026).

Il capitale a scadenza è protetto da una barriera al 60% del livello iniziale del sottostante con la performance peggiore. Attualmente tutti e tre i sottostanti si trovano oltre il livello iniziale: Banca MPS è salito del +6%, Société Générale del +1,6% e Commerzbank del +0,2% dal valore iniziale.

Di seguito una tabellina che mostra i livelli di riferimento:

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Se rendimento elevato, barriere profonde, sottostanti solidi e possibile autocall possono rappresentare i pregi, il prezzo da pagare per avere un potenziale ritorno di oltre il 20,95% annuo è dato dal rischio di vedere un sottostante scendere più velocemente della barriera, quindi perdere oltre il 40% dal livello iniziale senza mai recuperare. In questo scenario i premi potrebbero rimanere tutti in pancia al prodotto. A compensare questo scenario, il possibile stacco delle cedole grazie all'effetto memoria potrebbe avvicinare il prezzo del certificate ai 1.000 euro di valore nominale. Basterà infatti trovare, in una data di valutazione, i sottostanti sopra la barriera cedolare (60% a scadenza), per recuperare tutti i premi non distribuiti in precedenza, anche quando le barriere cedolari erano a livelli più alti.

Premi mensili con memoria pari a 17 euro

Il certificate con Isin DE000VH0LVM3 offre il pagamento di premi mensili con memoria dell’1,70% del nominale (1.000 euro), pari a 17 euro (20,40 euro in un anno). I premi sono condizionati al rispetto di una barriera discendente nel tempo: infatti, parte dal 100% del valore iniziale dei sottostanti e si abbassa dell’1% ogni mese per arrivare fino al 60% (lo scalino all’ultima data di valutazione del 4 agosto 2028 è maggiore e pari a 6 punti percentuali), rendendo più probabile il pagamento dei premi. Le cedole verranno quindi pagate anche in caso di ribassi dei sottostanti, basta che ogni mese alle date di osservazione il calo dal valore iniziale del titolo peggiore non superi il rispettivo livello barriera.

Molto importante è la presenza dell’effetto memoria. Questo significa che un premio non pagato non è definitivamente perso ma rimane in pancia al prodotto e, nelle successive date di osservazione mensili, qualora si verifichino le condizioni che danno diritto al pagamento, i primi non pagati in precedenza verranno distribuiti tutte insieme, compreso quello di pertinenza di detta data di osservazione.

La prossima data di valutazione mensile è fissata per il 4 dicembre e nella situazione come quella attuale (con tutti i sottostanti oltre il livello iniziale) il prodotto staccherà la cedola. In ogni caso, l'obiettivo di questo certificate è quello di aumentare le possibilità di stacco di tutti i premi, grazie a una barriera decrescente fino al 60% del livello iniziale unita all’effetto memoria. In virtù di questo meccanismo, per chiudere l’investimento in bellezza e portare a casa tutti i 33 premi previsti (le prime tre cedole sono già state pagate), basterà che il peggiore dei tre sottostanti quoti sopra la barriera (o allo stesso livello) all’ultima data di osservazione, ovvero il 4 agosto 2028. A quel punto l’investitore avrà portato a casa un flusso di cedole pari a 561 euro e 7 euro di capital gain (al prezzo di oggi di 993 euro), pari un rendimento da qui alla scadenza (tra 2,73 anni) del 57,20% (20,95% annualizzato).

Il punto di forza è quello di lasciare lavorare al meglio il tempo e i soldi investiti per poter offrire premi più alti e una barriera più bassa rispetto ai classici Cash Collect tradizionali. Di contro, rispetto ai classici certificate, l’investitore potrebbe non ricevere delle cedole se il prezzo dei sottostanti scenderà più velocemente del livello decrescente delle barriere.

Va sottolineato che i premi del certificate sono considerati dal Fisco “redditi diversi”, e in quanto tali possono compensare le eventuali minusvalenze presenti nello zainetto fiscale dell’investitore. Con questo sistema è possibile recuperare il credito fiscale derivante dalle perdite registrate entro i successivi quattro anni dalla loro realizzazione.

I due scenari possibili alla scadenza finale

L’obiettivo di questa struttura è quello di arrivare comunque a scadenza, offrendo barriere dei premi molto basse (fino al 60% del livello iniziale), distribuire tutte le cedole sfruttando l’effetto memoria e riuscendo ad alzare il premio medio.

La barriera a capitale, osservata solo alla scadenza (4 agosto 2028), è posta al 60% e protegge da discese fino a -40% dal valore iniziale dei sottostanti. Se il certificate non verrà rimborsato anticipatamente, alla scadenza finale saranno due i possibili scenari (ipotizzando l'acquisto oggi a 993 euro):

  1. Se tutti e tre i sottostanti quoteranno sopra la barriera, o allo stesso livello, il certificate verrà rimborsato al valore d’emissione di 1.000 euro a cui vanno aggiunti 561 euro di premi più 7 euro di capital gain. L’investitore riceverà quindi anche l’ultima cedola e i premi eventualmente non pagati trattenuti in memoria.
  2. Se invece alla scadenza finale anche solo uno dei sottostanti dovesse quotare sotto il 60% dal valore iniziale, il certificate verrà rimborsato in proporzione alla performance del peggiore dei titoli. Per fare il calcolo esatto, ad oggi impossibile, dovremmo sapere l'ammontare dei premi distribuito.

Ipotizziamo che il prodotto valga 1.000 euro e che il worst of accusi un ribasso del 50% dal valore iniziale: il certificate verrà rimborsato a 500 euro (50% del valore iniziale). A questo valore dobbiamo aggiungerci le eventuali cedole staccate. Ad esempio, se dovesse staccare 510 euro (30 premi su 36) saremmo poco più che in pari sul nominale. Con un worst of al 40% del valore nominale (-60% di performance) e un rimborso a 400 euro è facile aspettarsi una perdita.

Nello scenario negativo, ovvero a scadenza con uno sforamento della barriera sul capitale, le cedole elevate eventualmente distribuite durante la vita del certificato potrebbero quindi aiutare a compensare, in parte o tutta, la perdita sul nominale. È bene ricordare che, nell’arco di tutta la vita del prodotto, i premi sfiorano da soli il 57,20% di rendimento (calcolato sul prezzo di oggi a 993 euro), rappresentando una forte protezione sul capitale investito fino alla barriera cedolare del 60%.

Altro aspetto, ogni volta che il certificate si porterà sotto la pari il rendimento sale. Oggi il certificate passa di mano a 993 euro, per un ritorno annualizzato del 20,95%. Per flussi cedolari bassi lo si avverte poco, ma con flussi cedolari elevati la differenza è sostanziale. Ad esempio, acquistando il certificate a 900 euro, il rendimento annuo salirebbe al 26,9% e quello finale al 79,1% nei 2,73 anni rimanenti di vita del prodotto.

Le mosse del risiko bancario in Europa

Il 2025 si conferma l’anno del risiko bancario in Europa, con colossi come Banca MPS, Commerzbank e Société Générale pronti a giocare partite decisive che potrebbero ridisegnare gli equilibri del credito del Vecchio Continente.

Banca MPS

Il 24 gennaio, Banca MPS ha lanciato un’offerta pubblica di scambio (Ops) su Mediobanca, provocando un terremoto ai vertici della finanza italiana. Operazione gradita dal governo che ha già fatto sapere che non eserciterà il golden power. L'8 settembre è terminata l'Ops di MPS sulle azioni ordinarie Mediobanca, iniziata il 14 luglio (in origine Ops, si è trasformata in Opas a seguito della decisione della banca senese di aggiungere a quanto messo già sul piatto una componente cash, in contanti, di 0,90 per azione).

Il risultato ha stracciato le previsioni più ottimistiche, consentendo a Banca MPS di conquistare l’86,3% circa del capitale di Mediobanca e riducendo le quote dei maggiori azionisti di MPS. Delfin si ritrova con il 18%, Caltagirone con l'11%, il MEF con il 5% e Banco BPM con il 2%. Ma soprattutto la valanga di adesione all'offerta di acquisto e scambio rende più vicino il delisting di Mediobanca dalla Borsa e in parallelo la fusione fra le due banche. Probabile poi che le attività verranno riorganizzate secondo le specializzazioni di entrambi gli istituti di credito conservando entrambi i marchi.

Al centro del progetto c’è l’idea di replicare, anche se in versione “premium”, il modello di FinecoBank: una banca-piattaforma dove concorrono tecnologia, consulenza e automazione. Secondo fonti vicine al dossier, infatti, l’obiettivo è integrare Banca Widiba (che fa parte di MPS) all’interno della rete di Mediobanca Premier/Private, valorizzando il brand Mediobanca Premier e quello Widiba. Il gruppo stesso indica che lo sviluppo della divisione wealth è "la priorità" del piano strategico 2023-26.

Sul fronte della governance, il calendario prevede due appuntamenti chiave. Il 28 ottobre si terrà l’assemblea di Mediobanca, chiamata a eleggere il nuovo consiglio di amministrazione in cui entreranno i rappresentanti selezionati da Siena, dopo che Assogestioni ha deciso di non presentare una propria lista, considerato l’esiguo flottante. Successivamente, il 9 novembre, il cda di Montepaschi approverà i risultati dei nove mesi, occasione nella quale potrebbero emergere ulteriori dettagli sull’avanzamento del progetto di integrazione.

Occorre ricordare che, per opporsi alla scalata di MPS, Mediobanca aveva messo sul piatto una controffensiva con l’acquisizione di Banca Generali per 6,3 miliardi di euro, finanziata cedendo la propria quota in Generali. L’operazione, presentata come una spinta verso una “partnership industriale”, è stata però fermata dall’assemblea degli azionisti: solo il 35% dei votanti ha votato a favore, con 10% contrari e un’amazzonia di astensioni (32%), incluse quelle di Delfin e Caltagirone. Questo rifiuto ha compromesso la difesa strategica di Alberto Nagel, che aveva puntato su Banca Generali per rafforzare il gruppo e neutralizzare l’offensiva di MPS.

Commerzbank

La scalata silenziosa di UniCredit in Commerzbank è arrivata a un nuovo punto di svolta: il gruppo guidato da Andrea Orcel detiene oggi circa il 26% dei diritti di voto nella banca tedesca, dopo aver convertito una parte consistente delle posizioni derivate in azioni fisiche. L’obiettivo dichiarato è spingersi fino al 29% circa, restando sotto la soglia del 30% che obbligherebbe a un’offerta pubblica d’acquisto.

Sul fronte regolamentare, UniCredit ha ottenuto via libera dalla Bce e dalle autorità tedesche della concorrenza, ma lo scenario resta tutt’altro che lineare. Il governo di Berlino ha ribadito la sua opposizione, definendo “sconnesso e ostile” l’approccio del gruppo italiano e chiarendo che non intende cedere ulteriori quote della banca simbolo del credito tedesco. Il management della banca tedesca ha ribadito la difesa dell’indipendenza e anche i sindacati di Commerzbank hanno espresso forte preoccupazione a Bruxelles, paventando rischi occupazionali e dubbi sulla reale sostenibilità industriale di un’eventuale fusione.

Il Ceo di Unicredit non ha escluso la possibilità di un’offerta pubblica di acquisto ostile, qualora lo scenario lo imponesse. “Abbiamo speso miliardi per costruire la nostra quota e questo ci conferisce diritti. Se le cose non vanno bene, bisogna agire per cambiarle”, ha spiegato Orcel, lasciando aperta l’ipotesi di chiedere un seggio nel consiglio di sorveglianza.

Rispondendo alle critiche della Ceo di Commerzbank, Bettina Orlopp, Orcel ha chiarito che la presenza di un rappresentante UniCredit nel board non configurerebbe un conflitto di interessi, grazie alle regole di governance vigenti in Germania.

L’integrazione di Commerzbank con la controllata bavarese HypoVereinsbank, controllata di UniCredit, resta lo scenario preferito da Orcel, che insiste sui possibili benefici occupazionali: “Se Commerzbank resterà indipendente, nei prossimi cinque-sette anni dovrà probabilmente tagliare più posti di lavoro rispetto a un’eventuale acquisizione”.

Il Ceo ha ribadito che l’operazione mira a rafforzare i ricavi più che a ridurre i costi, con l’intenzione di preservare e potenziare la rete territoriale della banca tedesca. Per ora, Unicredit è “esattamente dove vuole essere” e procede con calma. “Nessuno sa davvero quale sia il piano, ma questo non significa che non ci sia. Perché noi abbiamo un piano”, ha detto Orcel.

Société Générale

In questo 2025 Société Générale ha messo a segno un rally in Borsa e ha aumentato la redditività della banca retail in Francia. Un risultato che testimonia l’efficacia della “cura” avviata dall’amministratore delegato Slawomir Krupa, in carica dal 2023. Il manager franco-polacco ha imposto una svolta strategica che sta migliorando in modo tangibile la redditività, in particolare nella banca retail francese, dove i risultati del secondo trimestre hanno mostrato un forte aumento dell’utile operativo, grazie anche al contributo di BoursoBank.

Parallelamente, Krupa non ha abbandonato la storica vocazione internazionale dell’istituto, puntando a rafforzare la presenza di Société Générale nei mercati emergenti e nel business globale dell’investment banking.

In questa direzione si inserisce la nomina di Gabriel Petcu, ex banchiere di HSBC, alla guida della divisione M&A dedicata al settore sanitario e farmaceutico. Basato a New York, Petcu lavorerà a stretto contatto con il responsabile dell’investment banking per le Americhe, Krzysztof Walenczak, con l’obiettivo di consolidare il posizionamento della banca nel mercato statunitense.

L’arrivo di Petcu rientra in una più ampia campagna di rafforzamento dell’organico nelle Americhe, che nelle scorse settimane ha visto anche l’ingresso di Ajit Dogra, a capo del consumer & retail banking, e di Sohan Talwalker, managing director per il settore software. L’obiettivo è sfruttare le sinergie con la joint venture Bernstein, specializzata in ricerca azionaria, per aumentare le opportunità di dealmaking, in particolare nei comparti tecnologico e sanitario.

Sul fronte industriale, Société Générale resta attiva anche nel finanziamento di progetti di energia rinnovabile (fotovoltaico, eolico e biogas) e nella promozione della mobilità elettrica in Europa e negli Stati Uniti. Allo stesso tempo, prosegue la razionalizzazione del perimetro internazionale, come dimostra la recente cessione della controllata Société Générale Cameroun.

Le stime sul 2025 rafforzano questa fiducia: il consensus prevede un utile netto di 5,2 miliardi di euro, in crescita del 24% rispetto all’anno precedente, e la banca ha già annunciato un programma di buyback da 1 miliardo di euro.

Société Générale continua dunque a distinguersi come una delle storie di rilancio più convincenti del settore bancario europeo: i fondamentali restano solidi, la strategia di Krupa è coerente e gli investitori sembrano pronti a scommettere che il percorso di crescita non sia ancora terminato.

Cosa dicono gli analisti sulle tre banche

Il consensus raccolto da Bloomberg sui tre titoli del paniere, che riportiamo nella tabella sottostante, è sostanzialmente positivo.

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Bloomberg censisce 12 analisti che coprono Banca MPS. Di questi, 8 raccomandano Buy, 4 suggeriscono Hold e nessuno dice Sell. La media dei target price è 9,31 euro, con un upside potenziale del 25% rispetto alla quotazione attuale a Piazza Affari.

Per quanto riguarda Commerzbank, su 21 esperti che coprono il titolo, 6 raccomandano Buy, 10 hanno un giudizio Hold e 5 Sell. Il prezzo obiettivo medio è 32,67 euro, distante del 3% dal prezzo attuale a Francoforte.

Su Société Générale 17 analisti raccomandano Buy, 6 hanno giudizio Hold e 1 esperto dice Sell. La media dei target price medio è 63,70 euro, +15% rispetto al prezzo attuale a Parigi.

Attenzione: Il Certificate DE000VH0LVM3 è soggetto ad un livello di rischio pari a 6 su una scala da 1 a 7.

Ricordiamo che investire in certificati espone l’investitore al rischio fallimento dell’emittente e a quello di azzeramento di un sottostante, casi che possono comportare la perdita dell’intero investimento.
Vontobel gode di un buon rating:

  • Aa3 da parte di Moody's

I potenziali rendimenti indicati sono sempre al lordo della tassazione.
Prima di ogni investimento leggere sempre tutti i documenti scaricabili dalla pagina del prodotto dell’emittente.

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