Il certificate sulle big dei viaggi che rende fino al 19% annuo

Comunicazione Pubblicitaria Certificati
15/09/2025 08:30
Il certificate sulle big dei viaggi che rende fino al 19% annuo

Dopo il Covid-19, il viaggio ha smesso di essere una pausa occasionale ed è diventato una forma di consumo ricorrente. Il settore continua a sorprendere per vitalità con la spesa per il business travel che dovrebbe raggiungere un record assoluto di 1,57 trilioni di dollari nel 2025.

Il Certificate di Vontobel con Isin DE000VH3CEZ4 ha proprio come sottostanti tre colossi del settore viaggi come TUI, Carnival e Air France-KLM. Il prodotto si compra sotto la pari a 994 euro e offre un rendimento potenziale annuo del 19% (calcolato sul prezzo attuale e sulla restante vita del certificate).

Il certificate stacca premi mensili con memoria di 15,48 euro a patto che nessun sottostante scendi sotto barriera cedolare che decresce dell’1% ogni mese: dal 100% del livello iniziale al 60% finale.

Possibilità di rimborso anticipato dal nono mese. A scadenza, tra tre anni, protezione del capitale fino a ribassi del 40% dal livello iniziale dei sottostanti. Acquistando il certificate oggi, la somma di tutti i premi offre un rendimento potenziale del 56,67% fino a settembre 2028.

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Prezzo sotto la pari e flusso cedolare elevato

Il settore dei viaggi e del turismo si conferma tra i più dinamici. Dopo il crollo legato alla pandemia, il comparto non solo ha recuperato i livelli pre-Covid, ma in molti casi li ha superati, trainato dalla domanda internazionale e dal ritorno dei viaggi d’affari. Secondo le stime della Global Business Travel Association, nel 2025 la spesa per il business travel raggiungerà i 1,57 trilioni di dollari, un record assoluto. Anche l’Italia gioca un ruolo di primo piano: i visitatori internazionali dovrebbero generare oltre 60 miliardi di euro di spesa quest’anno, confermando il turismo come uno dei pilastri della nostra economia, pari a circa il 12% del Pil. Con il turismo cresce anche il trasporto aereo: secondo le stime della IATA l'utile netto delle compagnie aeree dovrebbe raggiungere i 36,6 miliardi di dollari nel 2025, con un incremento del 16% rispetto al 2024, segnando per la prima volta il superamento della soglia dei 1.000 miliardi di dollari di ricavi complessivi. Depurato dagli effetti del Covid il tasso di crescita del settore si conferma costante.

Rendimento elevato, barriere cedolari finali basse e tre colossi dei viaggi. I punti di forza di questo certificate con Isin DE000VH3CEZ4 firmato Vontobel sono dati da una struttura innovativa che, più passa il tempo, più migliora grazie al rapido calo delle barriere dei premi, aumentando le potenzialità di stacco di tutte le cedole pari a 15,48 euro al mese, a fronte di barriere cedolari a scadenza al 60% del livello iniziale dei sottostanti.

Vediamo nel dettaglio come funziona e quali sono i pregi e difetti. Per poter offrire un rendimento così alto, Vontobel mette in campo una struttura molto efficiente: barriere cedolari che partono da livelli alti, pari al livello iniziale dei sottostanti, per scendere velocemente fino al 60%. Il segreto del certificate è proprio questo: unire una barriera finale bassa con effetto memoria, risultato? Alla scadenza l’investitore incassa tutte le cedole come se la barriera fosse sempre stata al 60%.

Lanciato sul mercato il 10 settembre a un valore nominale di 1.000 euro, il certificate ha come sottostanti tre big del settore dei viaggi e del tempo libero che si trovano poco distanti dal livello iniziale: TUI -2,1%, Carnival -1,5% e Air France-KLM il -2,4%. Oggi il certificate è acquistabile sul mercato secondario sotto la pari intorno ai 994 euro. A condizione che la barriera venga rispettata alla scadenza, l’investitore potrà ottenere 36 cedole mensili (in totale 557,28 euro di premi, 56,67%), per un potenziale rendimento annuo del 19% (tenendo conto del capital gain di 6 euro come differenza tra il prezzo di acquisto e il rimborso a 1.000 euro e anche della restante vita del certificate di poco inferiore ai tre anni).

Il conto è questo: 557,28 euro di premi più 6 euro di capital gain, il risultato è 563,28 euro. Dividiamo questo numero per il prezzo di acquisto (usiamo quello attuale) di 994 euro e arriviamo a un rendimento da qui alla scadenza (settembre 2028) del 56,67%. Ora annualizziamo il rendimento per capire, all'anno, quanto rende il certificate e confrontarlo con gli altri sul mercato: dividiamo 56,67% per 2,98 (anni di vita residui del prodotto) e arriviamo a un ritorno del 19% annuo.

Dopo nove mesi di vita l’investitore può approfittare del rimborso anticipato: il meccanismo di autocall scatterà dall’8 giugno, con il certificate che potrà essere liquidato a 1.000 euro se tutti i sottostanti saranno sopra il livello iniziale. A quel punto l’investitore riceverebbe anche nove cedole da 15,48 euro, portando il guadagno complessivo a 1.139,32 euro. Considerando l’orizzonte temporale di poco inferiore ai nove mesi (8,77 mesi), il rendimento sarebbe del 14,62% (139,32 euro di premi più 6 euro di capital gain su 994 euro di acquisto), per un ritorno annualizzato che salirebbe così al 20%.

Il capitale a scadenza è protetto da una barriera al 60% del livello iniziale del sottostante con la performance peggiore. La prima data di valutazione mensile è fissata l’8 ottobre. Di seguito una tabellina che mostra i livelli di riferimento:

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Se rendimento elevato, barriere profonde, sottostanti solidi e possibile autocall possono rappresentare i pregi, il prezzo da pagare per avere un potenziale ritorno di oltre il 19% annuo è dato dal rischio di vedere un sottostante scendere più velocemente della barriera, quindi perdere oltre il 40% dal livello iniziale senza mai recuperare. In questo scenario i premi potrebbero rimanere tutti in pancia al prodotto. A compensare questo scenario, il possibile stacco delle cedole grazie all'effetto memoria potrebbe avvicinare il prezzo del certificate ai 1.000 euro di valore nominale. Basterà infatti trovare, in una data di valutazione, i sottostanti sopra la barriera cedolare (60% a scadenza), per recuperare tutti i premi non distribuiti in precedenza, anche quando le barriere cedolari erano a livelli più alti.

Flusso di premi mensili con memoria pari a 15,48 euro

Il certificate con Isin DE000VH3CEZ4 offre il pagamento di premi mensili con memoria dell’1,548% del nominale (1.000 euro), pari a 15,48 euro (185,7 euro in un anno). I premi sono condizionati al rispetto di una barriera discendente nel tempo: infatti, parte dal 100% del valore iniziale dei sottostanti e si abbassa dell’1% ogni mese per arrivare fino al 60% (lo scalino dell’ultimo mese è maggiore e pari al 6%), rendendo più probabile il pagamento dei premi. Le cedole verranno quindi pagate anche in caso di ribassi dei sottostanti, basta che ogni mese alle date di osservazione il calo dal valore iniziale del titolo peggiore non superi il rispettivo livello barriera.

Molto importante è la presenza dell’effetto memoria. Questo significa che un premio non pagato non è definitivamente perso ma rimane in pancia al prodotto e, nelle successive date di osservazione mensili, qualora si verifichino le condizioni che danno diritto al pagamento, i primi non pagati in precedenza verranno distribuiti tutte insieme, compreso quello di pertinenza di detta data di osservazione.

La struttura di questo certificate è in grado di aumentare le possibilità di stacco di tutti i premi, grazie a una barriera decrescente fino al 60% del livello iniziale unita all’effetto memoria. In virtù di questo meccanismo, per chiudere l’investimento in bellezza e portare a casa tutti i 36 premi previsti, basterà che il peggiore dei tre sottostanti quoti sopra la barriera (o allo stesso livello) del 60% all’ultima data di osservazione, ovvero l’8 settembre 2028. A quel punto l’investitore avrà portato a casa un flusso di cedole pari a 557,28 euro.

Quindi grazie all’effetto memoria basterà che a scadenza i sottostanti si troveranno sopra la barriera del 60% per beneficiare di tutti i premi.

Acquistando il certificate oggi a 994 euro, il rendimento da qui alla scadenza (tra 2,98 anni) sarebbe del 56,67% (19% annualizzato).

Il punto di forza è quello di lasciare lavorare al meglio il tempo e i soldi investiti per poter offrire premi più alti e una barriera più bassa rispetto ai classici Cash Collect tradizionali.

Va sottolineato che i premi del certificate sono considerati dal Fisco “redditi diversi”, e in quanto tali possono compensare le eventuali minusvalenze presenti nello zainetto fiscale dell’investitore. Con questo sistema è possibile recuperare il credito fiscale derivante dalle perdite registrate entro i successivi quattro anni dalla loro realizzazione.

Si profilano due distinti scenari alla scadenza naturale

L’obiettivo di questa struttura è quello di arrivare comunque a scadenza, offrendo barriere dei premi molto basse (fino al 60% del livello iniziale), distribuire tutte le cedole sfruttando l’effetto memoria e riuscendo ad alzare il premio medio.

La barriera a capitale, osservata solo alla scadenza (8 settembre 2028), è posta al 60% e protegge da discese fino a -40% dal valore iniziale dei sottostanti. Se il certificate non verrà rimborsato anticipatamente, alla scadenza finale saranno due i possibili scenari (ipotizzando l'acquisto oggi a 1.000 euro):

  1. Se tutti e tre i sottostanti quoteranno sopra, o allo stesso livello, della barriera il certificate verrà rimborsato al valore d’emissione di 1.000 euro a cui vanno aggiunti 557,28 euro di premi. L’investitore riceverà quindi anche l’ultima cedola e i premi eventualmente non pagati trattenuti in memoria.
  2. Se invece alla scadenza finale anche solo uno dei sottostanti dovesse quotare sotto il 60% dal valore iniziale, il certificate verrà rimborsato in proporzione alla performance del peggiore dei titoli. Per fare il calcolo esatto, ad oggi impossibile, dovremmo sapere l'ammontare dei premi distribuito.

Ipotizziamo che il prodotto valga 1.000 euro e che il worst of accusi un ribasso del 50% dal valore iniziale: il certificate verrà rimborsato a 500 euro (50% del valore iniziale). A questo valore dobbiamo aggiungerci le eventuali cedole staccate. Ad esempio, se dovesse staccare 510,84 euro (33 premi su 36) saremmo poco più che in pari sul nominale. Con un worst of al 40% del valore nominale (-60% di performance) e un rimborso a 400 euro è più facile aspettarsi una perdita.

Nello scenario negativo, ovvero a scadenza con uno sforamento della barriera sul capitale, le cedole elevate eventualmente distribuite durante la vita del certificato potrebbero quindi aiutare a compensare, in parte o tutta, la perdita sul nominale. È bene ricordare che, nell’arco di tutta la vita del prodotto, i premi sfiorano da soli il 55,73% di rendimento (calcolato sul prezzo di 1.000 euro), rappresentando una forte protezione sul capitale investito fino alla barriera cedolare del 60%.

Altro aspetto, ogni volta che il certificate si porterà sotto la pari il rendimento sale. Oggi il certificate passa di mano a 994 euro, per un ritorno annualizzato del 19%. Per flussi cedolari bassi lo si avverte poco, ma con flussi cedolari elevati la differenza è sostanziale. Ad esempio, acquistando il certificate a 900 euro, il rendimento annuo salirebbe al 24,51% e quello finale al 73,03% nei 2,98 anni rimanenti di vita del prodotto.

Viaggiare a ciel sereno

Il settore dei viaggi e dei trasporti aerei continua a dimostrare una straordinaria capacità di adattamento e di crescita. Il fatturato mondiale si è riportato a livelli pre-Covid. Il settore viaggi è definito un secular growth business, ovvero un business in ascesa da anni. Più cresce la ricchezza mondiale più aumentano i viaggi di lavoro o turistici. I primi per rispondere a esigenze di business in aumento, i secondi perché maggiore ricchezza porta a maggiore possibilità di spesa anche nel turismo. Nel 1950 i turisti internazionali erano 25 milioni, saliti nel 2000 a 674 milioni, per raddoppiare a 1,3 miliardi nel 2017 e ai 1,5 miliardi pre-pandemia. Nel 2025, il turismo globale genera 11,1 trilioni di dollari, creando circa 348 milioni di posti di lavoro e rappresentando il 10% del Pil mondiale.

Dalle ultime trimestrali di TUI, Carnival e Air France-KLM emerge un quadro comune: la domanda turistica resta sostenuta, la gestione dei costi appare sotto controllo e le strategie di espansione si stanno rivelando vincenti.

TUI

Il colosso tedesco del turismo integrato ha chiuso il secondo trimestre del 2025 con ricavi pari a 3,71 miliardi di euro, in crescita dell’1,5% rispetto ai 3,65 miliardi registrati nello stesso periodo del 2024. Nonostante un Ebit rettificato negativo di 206,8 milioni di euro, il dato evidenzia un miglioramento di circa 14 milioni rispetto allo scorso anno, risultato ancora più significativo se si considera lo spostamento della Pasqua, che ha avuto un impatto negativo stimato di 32 milioni.

La crescita più evidente si è registrata nel comparto Crociere, che ha segnato un trimestre record, sostenuto dall’ingresso in flotta di nuove unità e da un livello di prenotazioni superiore alle attese. Anche la divisione Hotels & Resorts ha mostrato progressi robusti, beneficiando dell’aumento medio delle tariffe alberghiere e di una domanda turistica vivace. Più penalizzato, invece, il segmento Mercati e Airline, influenzato dal fattore stagionale, ma comunque in grado di mantenere un equilibrio positivo grazie alla forza del network.

La posizione finanziaria resta sotto controllo, con un debito netto sceso a circa 3 miliardi di euro, confermando la capacità del gruppo di migliorare la struttura patrimoniale. Il management ha ribadito la guidance per l’intero esercizio 2025, che prevede un aumento dei ricavi compreso tra il 5% e il 10% e un miglioramento dell’Ebit sottostante tra il 7% e il 10%. La diversificazione del modello di business, che integra tour operator, hotel, crociere e linee aeree, continua a rappresentare un vantaggio competitivo fondamentale.

Carnival

Il gruppo statunitense attivo nel settore delle crociere ha sorpreso il mercato con un secondo trimestre da record. I ricavi hanno raggiunto 6,3 miliardi di dollari, in crescita del 9,1% rispetto allo stesso periodo del 2024, spinti da una domanda che resta particolarmente forte, soprattutto per le prenotazioni a ridosso della partenza e per le spese accessorie a bordo. L’utile netto è balzato a 565 milioni di dollari, con un incremento di quasi 475 milioni su base annua, mentre l’utile netto rettificato è più che triplicato.

L’Ebitda adjusted per posto letto disponibile ha toccato livelli record, riflettendo l’ottima combinazione di elevata occupazione e capacità di spesa dei passeggeri. Anche i depositi clienti hanno raggiunto un massimo storico, rafforzando ulteriormente la visibilità sui ricavi futuri. Sul fronte finanziario, Carnival ha consolidato la propria liquidità con un revolving credit facility aumentato a 4,5 miliardi di dollari e un processo di rifinanziamento del debito che contribuisce a rafforzare il bilancio.

Alla luce di un secondo trimestre fiscale superiori alle attese, la compagnia crocieristica con sede a Miami ha rivisto al rialzo le proprie stime per l’intero esercizio con utile netto rettificato di 2,69 miliardi di dollari, pari a 1,97 dollari per azione, in rialzo rispetto alla precedente guidance di 2,49 miliardi (1,83 dollari per azione). Per il trimestre in corso, Carnival prevede un utile netto rettificato di circa 1,8 miliardi di dollari, corrispondente a 1,30 dollari per azione. Carnival appare dunque come uno dei titoli più solidi e dinamici del comparto leisure.

Air France-KLM

Il gruppo franco-olandese ha presentato risultati in decisa crescita, trasportando 27,3 milioni di passeggeri nel secondo trimestre del 2025, con un incremento del 5,9% rispetto all’anno precedente. La capacità misurata in ASK è salita del 4,2%, mentre i ricavi passeggeri (RPK) hanno mostrato una crescita analoga, consentendo di mantenere stabile un load factor (riempimento medio degli aerei) elevato all’87,8%. I ricavi complessivi hanno raggiunto 8,44 miliardi di euro, in aumento del 6,2% anno su anno, con un contributo positivo da tutte le divisioni operative, inclusi il cargo e la low-cost Transavia.

Il risultato operativo è salito a 736 milioni di euro, con un margine dell’8,7%, in miglioramento di oltre due punti percentuali rispetto al 2024. La posizione finanziaria del gruppo è solida, con una liquidità disponibile pari a 9,4 miliardi di euro e un indebitamento netto ridotto a 7,1 miliardi, che porta il rapporto debito netto/Ebitda a 1,5 volte, in miglioramento rispetto a 1,7.

Le prospettive per il resto del 2025 sono altrettanto incoraggianti: Air France-KLM prevede un aumento della capacità tra il 4% e il 5%, spese in conto capitale comprese tra 3,2 e 3,4 miliardi di euro e un leverage ratio atteso tra 1,5 e 2,0 volte.

Nonostante le sfide, la domanda turistica resta elevata e i modelli di business integrati o specializzati stanno offrendo performance convincenti per TUI, Carnival e Air France-KLM. Guardando al medio-lungo periodo, il comparto travel appare come una delle aree più promettenti per chi intende cavalcare la ripresa globale e trasformarla in opportunità di rendimento.

Le valutazioni degli analisti sui tre titoli del paniere

Il consensus raccolto da Bloomberg sui tre titoli del paniere, che riportiamo nella tabella sottostante, è sostanzialmente positivo.

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Bloomberg censisce 17 analisti che coprono TUI. Di questi, 13 raccomandano Buy (acquisto), 4 suggeriscono Hold (mantenere il titolo in portafoglio) e nessuno dice Sell (vendere). La media dei target price è 10,96 euro, con un upside potenziale del 35% rispetto alla quotazione attuale a Francoforte. Per toccare la barriera, fissata a 4,931 euro, l’azione TUI dovrebbe scendere del 38,7% dal livello attuale.

Per quanto riguarda Carnival, su 27 esperti che coprono il titolo, 10 raccomandano Buy, 7 hanno un giudizio Hold e nessuno Sell. Il prezzo obiettivo medio è 33,63 dollari, distante del 5% dal prezzo attuale a Wall Street. La barriera è fissata a 19,19 euro, distante del 39,1% dai corsi attuali.

Su Air France-KLM, sono 3 gli analisti raccomandano Buy e 12 hanno giudizio Hold. Sono 4 le raccomandazioni Sell, con la media dei target price medio si attesta a 11,75 euro. La barriera è posta a 7,919 euro, per toccarla il titolo dovrebbe perdere il 38,5% dalla quotazione corrente.

Attenzione: Il Certificate DE000VH3CEZ4 è soggetto ad un livello di rischio pari a 6 su una scala da 1 a 7.

Ricordiamo che investire in certificati espone l’investitore al rischio fallimento dell’emittente e a quello di azzeramento di un sottostante, casi che possono comportare la perdita dell’intero investimento.
Vontobel gode di un buon rating:

  • Aa3 da parte di Moody's

I potenziali rendimenti indicati sono sempre al lordo della tassazione.
Prima di ogni investimento leggere sempre tutti i documenti scaricabili dalla pagina del prodotto dell’emittente.

Fucina del Tag è un partner marketing di Vontobel

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