Il copione di Trump si ripeterà anche con la Cina?

Il mercato ha il vantaggio di reagire ai cambiamenti di politica economica in tempo reale. I dati economici, al contrario, sono intrinsecamente in ritardo
È importante osservare ciò che i consumatori fanno piuttosto che ciò che dicono. Le revisioni del PIL rivelano che la spesa al consumo ha iniziato l'anno con una nota più debole
A cura di Antonio Tognoli, Responsabile Macro Analisi e Comunicazione presso Corporate Family Office SIM
Serie di PMI di maggio dell’Europa in uscita oggi: Servizi (stima 48.9 punti contro 50.1 di aprile) e Composito (stima 49.5 punti contro 50.4 di aprile). Se le stime saranno confermate, implicano che non solo la manifattura è in recessione (il PMI manifatturiero è pari a 49.4 punti), ma anche i servizi sono scivolati in negativo. I dati fornirebbero ulteriore conforto alla BCE per ridurre i tassi di ulteriori 25 bps nel meeting di domani.
Serie di PMI di maggio anche per gli Stati Uniti: Servizi (stima 52.3 punti contro 50.8 di aprile) e Composito (52.1 punti contro 51.6 di aprile). In crescita è previsto anche l’ISM non manifatturiero di maggio (stima 52 punti contro 51.6 di aprile), così come in crescita sono attesi di occupati ADP sempre di maggio (stima 110k contro 62k di aprile). I dati, letti alla luce del PMI manifatturiero, pari a 52 punti, indicano un’economia resiliente che contiene pochi o nulli effetti dei dazi. Dati che danno poco conforto alla FED nel ridurre i tassi nel meeting del 18 giugno prossimo (secondo il FedWatch Tool, il 95% dei trader non si aspetta nessuna riduzione).
Continua l’incertezza intorno ai dazi. Il copione della nuova amministrazione si è ripetuto recentemente con l’Europa con l’annuncio di una tariffa del 50%, salvo poi spostare la data di attuazione di oltre un mese. Queste tariffe, come la maggior parte di quelle recenti, verrebbero imposte ai sensi dell'International Emergency Economic Powers Act (IEEPA). Un nuovo livello di incertezza si è aggiunto dopo che due sentenze giudiziarie hanno messo in dubbio la legittimità dell'utilizzo dell'IEEPA come giustificazione tariffaria. Il copione si ripeterà anche con la Cina, vista la forte dipendenza delle industrie statunitensi dalle materie prime cinesi? Vedremo.
Se i dazi IEEPA venissero rimossi, stimiamo che l'aliquota tariffaria effettiva statunitense scenderebbe dal 14% al 5%. Le prospettive tariffarie rimangono comunque estremamente incerte. Il risultato finale dipenderà dall'esito dei ricorsi giudiziari e degli altri meccanismi tariffari legali a disposizione dell'amministrazione. L’unica certezza rimane il fatto che il dibattito si sposta dall’economia/politica, alle aule giudiziarie e questo normalmente richiede molto più tempo e aumenta ulteriormente l’incertezza per i mercati finanziari.
Il mercato ha il vantaggio di reagire ai cambiamenti di politica economica in tempo reale. I dati economici, al contrario, sono intrinsecamente in ritardo. È il caso della fiducia dei consumatori. L'indicatore di fiducia del Conference Board ha registrato un rimbalzo a maggio per la prima volta in sei mesi, in concomitanza con un accordo tra Stati Uniti e Cina per la riduzione dei dazi. Circa la metà delle risposte al sondaggio è stata raccolta dopo il raggiungimento di questo accordo, attenuando le aspettative di inflazione e favorendo leggermente i piani di acquisto. Tuttavia, il periodo di indagine si è concluso prima dell'ultima escalation tariffaria contro l'UE e delle sentenze della Corte Suprema contro i dazi, il che non ha fornito informazioni sull'atteggiamento dei consumatori in merito a questi eventi.
È più importante osservare attentamente ciò che i consumatori fanno piuttosto che ciò che dicono. Le revisioni del PIL rivelano che la spesa al consumo ha iniziato l'anno con una nota più debole, aumentando ad un tasso annualizzato dell'1,2% nel primo trimestre rispetto all'aumento dell'1,8% inizialmente riportato. Lo slancio dei consumi ha rallentato sia per i beni che per i servizi. I profitti hanno mostrato un andamento simile, calando del 3% nel trimestre, ma con margini ancora elevati al 12,8% del reddito nazionale. Gli investimenti delle imprese in attrezzature e proprietà intellettuale sono rimasti stabili nel primo trimestre, ma gli investimenti in strutture residenziali e non residenziali sono passati da un modesto positivo a un modesto negativo. Nel complesso, la crescita delle vendite finali reali agli acquirenti nazionali è stata rivista al ribasso al 2,5%, leggermente al di sotto del ritmo medio del 3,0% dell'anno scorso.
I primi dati su come si sta evolvendo la spesa dei consumatori nel secondo trimestre indicano che queste sono cresciute di un modesto 0,2% ad aprile, compensando in parte l'anticipo dei dazi doganali dei mesi precedenti. La maggior parte dei dollari dei consumatori è stata destinata ai servizi. La spesa è cresciuta in modo consistente per l'edilizia abitativa e l'assistenza sanitaria, ma anche per categorie discrezionali come la ristorazione e gli alloggi.
Al contrario, la maggior parte delle categorie in calo ha riguardato beni interessati dai dazi doganali. Tuttavia, il fatto che i consumatori abbiano continuato a spendere nonostante le turbolenze tariffarie e di mercato di aprile testimonia una solida crescita del reddito. I redditi personali sono infatti cresciuti di un solido 0,8%, sostenuti dal raddoppio dei trasferimenti associati alla previdenza sociale. Anche salari e stipendi hanno comunque continuato a crescere a un ritmo costante.
I dazi non hanno ancora avuto un impatto significativo sull'inflazione. Il deflatore PCE principale e quello core sono aumentati entrambi dello 0,1% ad aprile, in linea con le aspettative. Ciò ha portato il deflatore core al 2,5% annuo e quello principale ad appena il 2,1%. In futuro, prevediamo una continua decelerazione dell'inflazione dei servizi, unitamente ad una pressione tariffaria al rialzo sui prezzi dei beni. Detto questo, le prospettive rimangono comunque incerte in un contesto tariffario in continua evoluzione.
Nel frattempo, aprile ha portato una sacca d'aria negli ordini di beni durevoli. Gli ordini complessivi sono crollati del 6,3%, anche se la volatilità degli ordini di aeromobili rende il dato poco significativo. In mezzo al rumore di fondo, gli ordini, esclusi i trasporti, sono aumentati di un misero 0,2%. Il livello degli ordini di aprile è stato leggermente inferiore a quello di febbraio, mentre gli ordini di beni strumentali di base hanno subìto il calo più ampio degli ultimi sei mesi. La spesa per apparecchiature di elaborazione dati è l'unico punto positivo. Gli ordini di computer e prodotti correlati sono aumentati del 6,5% ad aprile, il che suggerisce che gli acquisti a basso prezzo e di alto valore sono attualmente più attraenti per le imprese rispetto a maggiori esborsi in conto capitale per macchinari e strutture.
Last but not least, anche il mercato immobiliare rimane in stallo. Le vendite di case in sospeso sono scese del 6,3% ad aprile, annullando praticamente i guadagni di febbraio e marzo. Le vendite in sospeso, un indicatore anticipatore delle vendite di case esistenti, sono in calo del 3,8% da inizio anno. Le difficoltà macroeconomiche hanno mantenuto i tassi dei mutui bloccati e vicino al 7,0%, ponendo una notevole sfida in termini di accessibilità economica per gli acquirenti. Gli elevati tassi dei mutui scoraggiano anche i nuovi annunci. Tuttavia, l'inventario delle case in rivendita ha generalmente registrato un trend al rialzo nell'ultimo anno, poiché le transazioni rimangono contenute. Di conseguenza, le valutazioni stanno iniziando ad attenuarsi. Sia l'indice nazionale che quello delle 20 città dell'S&P CoreLogic Case-Shiller Home Price Index sono diminuiti a marzo dopo la destagionalizzazione, facendo registrare il primo calo mensile da gennaio 2023.
La Finestra sui Mercati
Tutte le mattine la newsletter con le idee di investimento!
