Il falco Nagel spaventa le borse: “necessario nuovo aumento dei tassi”

Il falco Nagel spaventa le borse: “necessario nuovo aumento dei tassi”

Il Presidente della Bundesbank ribadisce la necessità per la BCE di riportare l’inflazione al 2%, pertanto auspica un ulteriore aumento dei tassi di interesse nel corso del prossimo meeting previsto per l’8 settembre.

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Mercati in rosso

Indici europei in ribasso ad inizio settimana dopo le parole del ‘falco’ Joachim Nagel arrivate nelle scorse ore nel corso di un'intervista con il quotidiano tedesco Rheinische Post.

Flessioni superiori all’1% per il Ftse Mib (-1,70%), il Cac 40 (-1,70%) e per l’Ibex 35 (-1,10%), anche se il più in difficoltà resta il Dax (-1,90%).

Scende sotto la parità con il dollaro la moneta unica per la prima vola dal 14 luglio, a quota 0,999 dollari per poi risalire a 1,005.

Il volo da falco di Nagel

Il presidente della Bundesbank e membro del consiglio direttivo della BCE, Joachim Nagel, aveva parlato di ulteriori misure di rialzo dei tassi di interesse “necessarie” visti gli elevati tassi di inflazione.

La prossima riunione della BCE è attesa per l’8 settembre e in quell’occasione “sarà cruciale tenere l’aspettativa dell’inflazione di medio termine stabile attorno al 2%”, spiegava Nigel, anche se aggiungeva che “i mesi passati ci hanno dimostrato che dobbiamo decidere sulla politica monetaria riunione per riunione”.

Recessione in Germania

Alla base di queste aspettative, secondo il presidente della Bundesbank resta l’andamento dell’economia europea, alla luce anche di quanto sta avvenendo in campo energetico.

In questo contesto, le prospettive per la Germania sono particolarmente difficili e se la crisi energetica dovesse peggiorare, “sembra probabile una recessione il prossimo inverno”, prevedeva il banchiere.

“L'economia tedesca ancora ha avuto una performance sufficientemente positiva di fronte alle difficili condizioni della prima metà dell'anno” e “se si aggiungeranno ulteriori problemi di fornitura, per esempio dovuti alla scarsità idrica che riduce il livello dei fiumi, le prospettive economiche nella seconda metà dell’anno si deterioreranno ulteriormente”.

Nel corso dell’intervista, Nagel ha chiesto anche un impegno dei sindacati sui rinnovi salariali: “l’inflazione tedesca dipende largamente dai costi energetici, pertanto noi dovremo spendere di più sull'import dell'energia”.

I sindacati, aggiungeva, “hanno agito con grande responsabilità negli ultimi 25 anni e faranno lo stesso anche questa volta. Ne sono sicuro”.

BCE e la crisi della zona euro

Nonostante la debolezza dell’euro ancora in corso, Nagel si mostrava fiducioso sulla situazione attuale e sulla capacità della Banca centrale europea di affrontare la crisi.

“L’area dell'euro è cresciuta con le varie crisi che ha dovuto affrontare: ha imparato dal passato e ha creato strumenti che le consentono di affrontare meglio le perturbazioni future”, mentre “anche il mondo finanziario è oggi soggetto a una vigilanza più stretta”, sottolineava.

Sulla situazione legata ad alcuni paesi considerati più problematici di altri, Nagel si limitava a dire che la sua più grande preoccupazione è l'inflazione nell'area euro e che non intende nominare alcun paese specifico. “Naturalmente, abbiamo un ruolo di avvertimento, pertanto inviamo segnali ai governi per adempiere alle loro responsabilità e garantire che i loro budget siano in ordine, tra le altre cose. Del resto, la politica economica e fiscale incide anche sul tasso di inflazione e sulla politica monetaria unica”, concludeva Nagel.

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