Il fast che rende fino al 21,3% l’anno e guarda alla Cina
Il certificate di Vontobel di tipo Fast con Isin DE000VC4UUS0 su Byd, NIO e Tesla stacca premi trimestrali con memoria del 5,33% (21,32% annuo) se nessuno dei sottostanti sarà crollato alle date di valutazione del 45% dal livello iniziale.
Premi con effetto memoria e possibile rimborso anticipato dal terzo mese a livelli decrescenti del 5% al trimestre, dal 100% iniziale fino al 55% finale. Protezione del capitale fino a cali del 45% dei sottostanti. Durata tre anni.
Borse cinesi sull'ottovolante
Dopo uno sprint del 27% in sole 13 sedute, per la Borsa cinese sono arrivate le prese di beneficio, sulla delusione del piano di stimoli per l’economia. Pechino è già corsa ai ripari annunciando un aggiornamento straordinario sulla politica fiscale, per sabato 12 ottobre.
Il certificate di Vontobel approfitta della correzione in Borsa e aggiunge una protezione interessante fino a cali del 45% dei sottostanti con il meccanismo di rimborso anticipato fast.
Rendimento potenziale del 21,3% all’anno
Investire su due primarie aziende automotive della Cina e sul primo produttore Usa di auto elettriche con un certificate che offre un rendimento potenziale del 21,3% all’anno. E’ la proposta della casa svizzera Vontobel che ha recentemente lanciato sul mercato italiano il Multi Cash Collect con Isin DE000VC4UUS0 che investe su un paniere composto da Byd, Nio e Tesla.
Questo certificate paga ogni tre mesi premi del 5,33%. In più, offre una consistente protezione al capitale che alla scadenza del prodotto, fra tre anni, verrà rimborsato integralmente anche se uno, o due, o tutti e tre i sottostanti dovessero quotare al di sotto dei valori iniziali. La protezione copre fino a un ribasso massimo del 45% (barriera al 55%).
Emesso il 4 ottobre a un valore nominale di 1.000 euro, il certificate DE000VC4UUS0 è acquistabile oggi sul mercato secondario con un interessante sconto, dato che quota a 968 euro.
La tabella sotto mostra i livelli di riferimento del certificate.
Prima di analizzare in profondità i dettagli tecnici del prodotto, vale la pena esaminare la questione di fondo, ovvero: cosa si rischia oggi a investire in Cina e quali sono le prospettive?
Come leggere le ultime contorsioni della Borsa cinese
Martedì 8 ottobre, alla riapertura delle negoziazioni dopo un’intera settimana di vacanza per festeggiare degnamente il 75° anniversario della Repubblica Popolare cinese, le Borse della Cina hanno fatto letteralmente impazzire gli operatori.
Il CSI 300, l’indice che raggruppa le azioni delle principali società quotate nelle Borse di Shanghai e Shenzhen, è balzato in apertura con un maxi-rialzo dell'11%, ma si è poi sgonfiato andando a chiudere con un rialzo del 5,9%. Era solo un’avvisaglia di quello che sarebbe successo poche ore dopo a Hong Kong, dove l’indice Hang Seng ha ceduto il 9,4%, registrando la peggiore caduta degli ultimi 16 anni.
Prima delle festività il CSI 300 era salito di quasi il 27% in sole 13 sedute, spinto da una serie di proposte di stimolo da parte del governo di Pechino, intenzionato a rilanciare la crescita e il mercato azionario della seconda economia mondiale.
Cosa chiedono gli investitori al governo di Pechino
Queste misure comprendono tagli ai tassi ipotecari per sostenere il settore immobiliare, già in difficoltà, la riduzione dei requisiti patrimoniali delle banche per stimolare i prestiti e fondi per consentire alle società di riacquistare le azioni proprie. Un insieme di provvedimenti che nella seconda metà di settembre hanno galvanizzato gli investitori, che di colpo sono tornati a mettere le azioni cinesi fra gli obiettivi di acquisto.
Martedì, alla riapertura dei mercati, grande era l’attesa per la conferenza stampa della NDRC (Commissione nazionale per lo sviluppo e le riforme), l'organo statale di pianificazione economica della Cina. Gli operatori si aspettavano ulteriori misure di stimolo. Invece, il presidente Zheng Shanjie ha lasciato tutti insoddisfatti comunicando che non ci sono nuove misure di stimolo. Il funzionario ha detto di avere “piena fiducia” che l'economia della Cina raggiungerà il suo obiettivo ufficiale di crescita per l'intero anno di circa il 5%.
“La reazione del mercato parla da sé: gli investitori sono rimasti delusi dalla mancanza di chiarezza su un'azione più incisiva. Il risultato rappresenta una battuta d'arresto per coloro che si aspettavano un'ulteriore azione rapida da parte di Pechino”, ha dichiarato Mark Haefle, Chief investment officer della gestione patrimoniale globale di Ubs.
Il fatto è che la Commissione nazionale per lo sviluppo e le riforme, l'agenzia cinese per la pianificazione economica, ha utilizzato il primo briefing del governo dopo una settimana di festività nazionale per annunciare un misero intervento da 200 miliardi di yuan (28 miliardi di dollari) di spesa. Gli analisti avevano previsto un pacchetto fiscale del valore di ben 3.000 miliardi di yuan.
Il colpo di scena di mercoledì 9 ottobre: parla il ministro Lan Fo'an
La reazione del mercato ha mostrato uno scollamento tra gli investitori azionari e i funzionari di Pechino. Banche come Morgan Stanley e HSBC si aspettano 2.000 miliardi di yuan di stimoli, Citigroup ha stimato un importo di 3.000 miliardi di yuan. “Probabilmente i responsabili politici non sentono ancora molta pressione per fare di più”, ha dichiarato a Bloomberg Christopher Beddor, vicedirettore della ricerca sulla Cina di GavekalDragonomics, citando il rally del mercato dalla fine di settembre. “Ma se i mercati inizieranno a crollare in assenza di notizie nei prossimi giorni, si sentiranno obbligati a fare di più”.
Ed è esattamente quello che è successo mercoledì 9 ottobre. Il governo cinese ha annunciato che sabato 12 ottobre terrà un briefing sulla politica fiscale. Il ministro delle Finanze LanFo'an presenterà le misure di rafforzamento della politica fiscale per sostenere la crescita e risponderà alle domande dei giornalisti. L’annuncio è arrivato al termine di un’altra giornata di passione per il mercato azionario cinese, con l’indice CSI 300 che ha perso il 7% e l’Hang Seng di Hong Kong che ha chiuso in calo dell’1,3%. Ma non bisogna dimenticare che anche dopo queste brusche marce indietro il CSI 300 ha una performance a un mese di +23% e l’Hang Seng di +20%.
Focus sulle aziende cinesi sottovalutate
La riscoperta della Cina da parte degli investitori si basa sì sulle attese di una nuova politica fiscale a favore dello sviluppo, ma anche sul fatto che in Cina ci sono società rimaste forti e profittevoli a prescindere dal ciclo economico. “Se l’economia dovesse ripartire in modo più deciso, sarebbe un potente volano alla loro ulteriore crescita”, afferma Marco Mencini, Head of Research Plenisfer Investments SGR.
Se anche Pechino mancherà il target di crescita del 2024, va ricordato che la Cina “è cresciuta costantemente triplicando la dimensione della propria economia in 20 anni” e “non è più la fabbrica del mondo, ma un centro di ideazione e sviluppo di nuove tecnologie e prodotti di qualità, come dimostra l’ascesa delle automobili elettriche locali che oggi dominano il mercato cinese a discapito di quelle europee.
In Cina ci sono selezionate realtà con modelli di business resilienti, che sono cresciute anche in questi tre anni così complessi per il Paese. Ci sono, a nostro avviso, industrie strategiche per il nuovo modello di crescita cinese, come il tech, l’auto, e, ci aspettiamo a breve termine, i semiconduttori”. Per queste ragioni, “a Planisfer riteniamo che i fondamentali delle società del settore siano ampiamente superiori alle attuali valutazioni”.
BYD: primo produttore al mondo di veicoli elettrici
Una società di sicuro interesse è Byd, primo produttore al mondo di auto elettriche con 3 milioni di EV (veicoli elettrici) realizzati nel 2023. Tesla ne ha prodotti 1,8 milioni. Fondata nel 2003 e chiamata così in omaggio all’acronimo della frase inglese Build Your Dreams ("costruisci i tuoi sogni"), l’azienda di Shenzhen ha come primo azionista con il 5% la Berkshire Hathaway di Warren Buffett.
Oggi il titolo è scambiato a 286 Hkd (dollari di Hong Kong), solo il 3% in meno del valore di strike del certificate DE000VC4UUS0 (295,20 Hkd). Con una barriera a 162,36 Hkd, Byd dovrebbe perdere il 43,3% per toccare la barriera: uno spazio ampiamente sufficiente a garantire l’investitore. Dall’inizio dell’anno il titolo è salito del 39%.
Da notare che Byd non è soltanto il primo produttore al mondo di EV, ma anche il secondo produttore al mondo di batterie dietro all’altra cinese CATL. Nel periodo gennaio-agosto 2024 l'utilizzo globale di batterie per veicoli elettrici è stato pari a 510,1 GWh, con un aumento del 21,7% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, secondo i dati pubblicati il 7 ottobre dal ricercatore di mercato sudcoreano SNE Research.
Le installazioni di batterie EV di CATL nel periodo gennaio-agosto sono state pari a 189,2 GWh, con un aumento del 27,2%. Byd ha installato 83,9 GWh di batterie elettriche nel periodo gennaio-agosto, con un aumento del 25,6% rispetto ai 66,8 GWh dello stesso periodo dell'anno precedente. La sua quota di mercato è il 16,4% (in aumento dal 15,9% dello stesso periodo del 2023), contro il 37,1% di CATL.
Per quanto riguarda le vendite di EV, Byd ne ha venduti 373.083 in agosto, con un aumento del 35,97% rispetto all'anno precedente. A settembre il numero delle auto vendute è ulteriormente salito a 419.426, quarto mese record consecutivo.
Gli analisti stimano che Byd chiuderà il 2024 con un fatturato di 756 miliardi di yuan (107 miliardi di dollari), in crescita del 25,5%. L’utile è atteso a 36 miliardi di yuan (5 miliardi di dollari), in crescita del 20%.
Al prezzo attuale la market cap di Byd è pari a 21,6 volte l’utile stimato per quest’anno. Su 30 analisti che coprono il titolo, sono ben 28 quelli che consigliano di comprare le azioni Byd e la media dei target price indica un potenziale di rialzo del 9% in 12 mesi.
Per Nio vendite in aumento e arrivano capitali freschi
Nio è un’altra azienda automobilistica sotto i riflettori, dopo che il titolo è salito dell’83% nelle ultime sei settimane. Nelle ultime due travagliate sedute di Borsa la quotazione è scesa a 6,24 dollari (gli Adr di Nio sono quotati a Wall Street), contro i 7,05 dollari del valore di strike del certificate DE000VC4UUS0, con un calo dell’11%.
Due sono i fatti positivi che hanno attirato l’attenzione degli investitori su Nio: il buon andamento delle vendite e la sostanziosa iniezione di liquidità ottenuta nei giorni scorsi da un pool di finanziatori.
Nio, che produce auto elettriche di lusso con un sistema di guida autonomo avanzato, ha chiuso il terzo trimestre del 2024 con 61.855 veicoli consegnati, con un aumento dell'11,6% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente e un nuovo record trimestrale. Le vendite di settembre sono state pari a 21.181 veicoli, con un aumento del 35% rispetto al settembre 2024.
Nio ha recentemente annunciato un'iniezione di denaro da parte di un gruppo strategico di investitori. In particolare, Nio China riceverà 13,3 miliardi di yuan, pari a circa 1,9 miliardi di dollari, dalla società madre Nio e dal gruppo di investitori che comprende Hefei Jianheng New Energy Automobile Investment Fund Partnership, Anhui Provincial Emerging Industry Investment e CS Capital.
Le stime degli analisti prevedono per quest’anno ricavi a 9,9 miliardi di dollari, in crescita del 26% sul 2023, e una perdita di 2,7 miliardi di dollari, in calo del 10%. Nel 2025 la società dovrebbe realizzare ricavi per 13,8 miliardi di dollari (+40%) e la perdita dovrebbe ridursi a 2 miliardi di dollari.
Su 29 analisti che seguono Nio, 18 raccomandano di comprare i titoli Nio e uno solo consiglia di vendere.
Tesla: società automotive o società di AI?
Per Tesla l’appuntamento clou è per giovedì 10 ottobre per la presentazione del Robotaxi. Da aprile, quando Elon Musk ha annunciato l’evento, l’azione è salita del 50%.
Oggi Tesla è scambiata a 244 dollari, perfettamente in linea con il valore di strike del certificate DE000VC4UUS0. La barriera del certificate, fissata a 134,23 dollari, si trova a un livello inferiore rispetto al minimo degli ultimi 20 mesi, segnato ad aprile a 142 dollari.
Per Dan Ives, analista di Wedbush, Tesla ormai è molto più di un’azienda che produce automobili: è un gruppo incentrato sull’intelligenza artificiale che fornisce soluzioni per il trasporto, per l’energia e per l’automazione nelle fabbriche e nella vita di tutti i giorni. Come tale, sostiene Ives, Tesla è attualmente sottovalutata. Il suo target price è 300 dollari, sensibilmente più alto rispetto alla media dei target price degli analisti (209 dollari).
Terminata l’esposizione del quadro di riferimento del certificate DE000VC4UUS0 e dei suoi sottostanti, esaminiamo i dettagli del prodotto.
Premi trimestrali con memoria del 5,33%
Il certificate distribuisce ogni tre mesi premi da 53,30 euro (5,33% del valore nominale) a condizione che alle date di osservazione nessuno dei tre sottostanti quoti al di sotto della barriera, fissata al 55% dello strike.
Grazie all’effetto memoria, se anche dovesse succedere che a una certa scadenza non ci siano le condizioni per pagare la cedola, il premio non sarà cancellato, ma resterà nella memoria del certificate e verrà corrisposto alla prima scadenza successiva in cui tutte e tre i sottostanti saranno di nuovo sopra la barriera (o allo stesso livello).
Di conseguenza, per potere incassare tutte le cedole e godere del rendimento del 21,3% annuo, basterà che la barriera venga rispettata alla scadenza finale del 4 ottobre 2027.
Possibile il rimborso anticipato
E’ probabile che il certificate non arrivi fino alla scadenza finale, perché è prevista la possibilità del rimborso anticipato con livello di autocall calante di 5 punti percentuali ogni trimestre.
Si inizia il prossimo 6 gennaio 2025 con un livello di rimborso anticipato pari al 100% degli strike iniziali: se quel giorno tutti e tre i sottostanti quoteranno allo stesso livello o al di sopra del valore iniziale, l’investitore riceverà il 100% del valore nominale (1.000 euro), l’ultimo premio da 53,30 euro. L’investimento si chiuderà anticipatamente e nessun premio sarà più pagato.
Tre mesi dopo per fare scattare il rimborso anticipato basterà che tutti e tre i sottostanti siano pari o superiori al 95% del valore iniziale. Alla scadenza successiva si scenderà al 90%, e via calando ogni trimestre di 5 punti percentuali fino ad arrivare al 55%.
Alla scadenza finale due possibili scenari
Alla scadenza finale del 4 ottobre 2027 si potranno verificare due scenari:
- Nel primo caso tutti e tre i sottostanti sono sopra la barriera o allo stesso livello, quindi il certificate viene rimborsato al 100% del valore nominale (1.000 euro) con il pagamento dell’ultimo premio e dei premi eventualmente in memoria. L’investimento si chiude con pieno successo.
- Il secondo scenario si ha se alla scadenza anche solo uno dei sottostanti accusa un ribasso superiore al 45% dal Valore iniziale, e quindi quota sotto la barriera. A quel punto il certificate viene rimborsato in proporzione alla performance del peggiore dei sottostanti. Ipotizzando per il peggiore un ribasso del 50%, il rimborso sarà al 50% del valore nominale (500 euro). Con un ribasso del 60%, il rimborsa sarà di 400 euro (40% del valore nominale). Ovviamente l’ultimo premio non sarà pagato, e neanche i premi eventualmente custoditi in memoria.
Attenzione: Il Certificate DE000VC4UUS0 è soggetto ad un livello di rischio pari a 6 su una scala da 1 a 7.
Ricordiamo che investire in certificati espone l’investitore al rischio fallimento dell’emittente e a quello di azzeramento di un sottostante, casi che possono comportare la perdita dell’intero investimento.
Vontobel gode di un buon rating:
- Aa3 da parte di Moody's
I potenziali rendimenti indicati sono sempre al lordo della tassazione.
Prima di ogni investimento leggere sempre tutti i documenti scaricabili dalla pagina del prodotto dell’emittente.
Questo articolo è stato scritto grazie alla sponsorizzazione di un emittente o di un intermediario. Le informazioni in esso contenute non devono essere considerate né interpretate come consulenza in materia di investimenti. Eventuali punti di vista e/o opinioni espressi non sono intesi e non devono essere interpretate come raccomandazioni o consigli di investimento, fiscali e/o legali. Orafinanza.it non si assume alcuna responsabilità per azioni, costi, spese, danni e perdite subiti a seguito di informazioni, punti di vista o opinioni presenti su questo sito. Prima di intraprendere decisioni di investimento, invitiamo gli utenti a leggere la documentazione regolamentare sempre disponibile per legge sul sito dell'emittente ed ottenere una consulenza professionale.
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