Il flop dell'Opec+ sostiene i titoli petroliferi. Trattative informali in corso


Il 'day after' del fallimento delle trattative attira gli acquisti sul greggio e sui titoli petroliferi di Piazza Affari, nel corso di una mattinata incerta a Milano. Particolarmente brillante Saipem, con una crescita del 2% e un massimo di 2,144 euro per azione, seguita da Eni e Tenaris, entrambe sopra la parità.

Proprio Eni e Tenaris sono i titoli preferiti da Equita Sim, secondo i quali “ipotizzando 77 dollari al barile per il Brent sul 2022, il livello raggiunto ieri dal prezzo spot, Eni tratterebbe a 2,8 volte Ev/Ebitda, 8 volte P/E e superiore al 10% di remunerazione per l'azionista”.


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Il petrolio torna a crescere

In aumento anche il prezzo del greggio che sfiora i 77 dollari al barile, mentre il Brent segue in scia. “Riteniamo che il risultato di questo vertice, oltre ad esprimere tensioni sulla gestione dei volumi, possa avere implicazioni favorevoli sui prezzi di breve termine oltre alla volatilità del Brent”, spiegano da Equita, aggiungendo che "se il mancato accordo fra i membri Opec+ dovesse continuare, le scadenze medio-lunghe della curva futures sarebbero penalizzate”.

Il fallimento dell'Opec+

I paesi produttori ieri non sono riusciti a trovare un accordo sull'aumento alla produzione a partire da agosto e hanno aggiornato a “data da destinarsi” il vertice, a causa del veto arrivato dagli Emirati Arabi Uniti, in quanto le decisioni devono essere prese all'unanimità.

Da Abu Dhabi si sono opposti alla proposta di rinvio di 8 mesi della revisione della politica dei tagli e non hanno accetto l'aumento limitato a soli 400 mila barili al giorno tra agosto e dicembre.

Gli Emirati Arabi Uniti, infatti, hanno investito molto nei loro giacimenti di petrolio e gas, aprendo anche agli investimenti esteri, tra cui l'Eni stessa che ha ottenuto concessioni esplorative ed è socio al 20% della principale raffineria del Paese (una delle più grandi al mondo).

Alla luce anche di questi ingenti investimenti, Abu Dhabi puntava molto sull'aumento della produzione, ricevendo il rifiuto dagli altri produttori in quanto la concessione di un maggiore output avrebbe spinto altri paesi come Azerbaigian, Kazakistan, Kuwait e Nigeria a fare lo stesso.

I negoziati continuano

Intanto, secondo l'agenzia di stampa russa “Ria Novosti”, i negoziati tra i paesi dell'Opec+ (Russia compresa) starebbero proseguendo in maniera informale. Una delle fonti dell'agenzia ha spiegato che “i negoziati non si sono interrotti. Per quanto riguarda l'incontro, i partecipanti sostengono la ripresa anticipata dei colloqui e ritengono, con un alto grado di probabilità, che possano avvenire alla fine della settimana. Penso che si troverà un consenso. Si tratta di un mercato comune, problemi comuni ed è necessario prendere delle decisioni”, ha detto la fonte, secondo cui un potenziale ritiro degli Emirati Arabi Uniti non è un tema su cui valga la pena soffermarsi. “Sì, il processo negoziale è difficile, ma i problemi sono risolvibili”, concludeva.

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