Il giudice federale di Detroit respinge il ricorso di Gm contro Fca

Ieri il tribunale federale Usa ha respinto l’azione legale con cui General Motors accusava la casa automobilistica italo-americana di aver pagato tangenti ai sindacati per manipolare il rinnovo dei contratti di lavoro tra il 2009 e il 2015. Non si esclude un appello del Gruppo Usa ma la decisione elimina un altro paletto nel percorso di fusione con Psa.
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Il giudice Borman: gli alti costi del lavoro di Gm non sono stati causati da “tangenti” di Fca
Fiat Chrysler Automobiles incassa una vittoria negli Stati Uniti ma il titolo non risponde in Borsa attestandosi a metà mattina sotto la parità a -0,22% (8,77 euro). Ieri il giudice federale di Detroit, Paul Borman, ha respinto l’azione legale presentata a novembre da General Motors contro Fca. Il gruppo americano aveva accusato la casa automobilistica italo-americana di aver manipolato (con il pagamento di tangenti) le trattative per il rinnovo del contratto di lavoro con United Auto Workers fra il 2009 e il 2015.
Il 24 giugno il tribunale federale aveva ordinato ai Ceo delle due società, Mary Barra e Mike Manley, di concordare un incontro per risolvere la disputa legale. L’incontro, previsto ai primi di luglio, non è mai avvenuto, e Gm non è riuscita a dimostrare di essere stata direttamente danneggiata delle “presunte” attività di corruzione perseguite dai funzionari di Fca.
«Le vittime dirette del presunto schema di corruzione degli imputati sono i lavoratori di Fca», ha affermato il giudice. «Gli alti costi del lavoro di Gm non sono un danno causato dalle tangenti di Fca, e qualsiasi danno alla concorrenza che Gm ha subito come risultato del vantaggio di Fca sui costi del lavoro è un danno indiretto».
Gm ha già dichiarato l’intenzione di portare avanti il caso, sostenendo l’esistenza di diverse prove di «come le tangenti multi-milionarie abbiano causato danni diretti a General Motors».
Notizia positiva per Fca, ma la guerra è ancora in corso
Sebbene un appello di Gm non possa essere escluso, la notizia è positiva per Fca. Secondo gli analisti si tratta di un altro ostacolo che potrebbe essere risolto prima del completamento della fusione con Psa. Questa mattina Banca Imi ha confermato il rating buy e il prezzo obiettivo a 9,4 euro su Fca (+0,17% a 8,81 euro). Il giorno dell’annuncio della causa (20 novembre 2019), Fca perse in Borsa circa il 3,8%.
Nuovi mercati, nuovi progetti
Fca al centro delle cronache sul settore automotive per il progetto di fusione con la francese Psa, negli ultimi giorni ha messo a segno altre due novità. Ieri la notizia del primato di mercato in America Latina. Tra aprile e giugno, Fiat Chrysler Automobiles ha raggiunto la leadership nel mercato dei veicoli in sud america (Messico escluso), con il 15,9% della quota di mercato, chiudendo come leader in Brasile e al secondo posto in Argentina.
Sempre ieri la società, insieme al gigante italiano Enel ed Enel X, controllata del gruppo elettrico attiva nei servizi innovativi, ha annunciato la decisione di accelerare la svolta verso l’auto elettrica.
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