Il governo francese si prenderà il 100% di Edf

Il governo francese si prenderà il 100% di Edf

La nazionalizzazione completa della società rientra nel piano del presidente Emmanuel Macron di abbandono dei combustibili fossili, anche se il governo non ha indicato tempi e modi dell’acquisizione del restante 16% del capitale.

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L’annuncio

Il governo di Macron acquisirà il capitale completo di Edf, l’utility francese impegnata in attività che abbracciano la produzione di elettricità e la vendita di gas naturale per case e aziende, attualmente di proprietà pubblica all’84%.

L’annuncio è stato fatto ieri dalla prima ministra Elisabeth Borne nel suo discorso programmatico all’Assemblea nazionale, nel corso del quale ha esposto le priorità del governo.

“Vi confermo oggi che lo Stato intende controllare il 100% del capitale di Edf”, annunciava Borne, non precisando se la nazionalizzazione verrà realizzata tramite una legge speciale oppure acquistando il resto del capitale, di cui l’1% è detenuto dai dipendenti e il 15% da azionisti istituzionali e privati, oltre non indicarne i tempi.

I problemi di Edf

La società, controllante in Italia di Edison, deve far fronte a ritardi e sforamenti di budget dovuti ai nuovi impianti nucleari in Francia e in Gran Bretagna, oltre ai problemi di corrosione in alcuni reattori obsoleti, mentre metà dei reattori in Francia non è operativa.

Inoltre, il bilancio della società era stato colpito anche dal tetto ai prezzi dell’elettricità imposti dal Presidente Macron (limite del 4% per i rincari in bolletta), costringendo Edf ad acquistare forniture a prezzi di mercato più elevati senza trasferire il costo sui consumatori.

Queste perdite sono cresciute a seguito dell’interruzione del flusso di gas naturale verso l’Europa da parte della Russia, innescando così un aumento dei prezzi del gas e dell’elettricità.

Elementi, questi, che hanno pesantemente influenzato il prezzo delle sue azioni in borsa negli ultimi mesi, in crollo di oltre il 20% da inizio anno, mentre l’annuncio della ministra aveva invertito la rotta del titolo nella seduta di ieri, passato dal -5% al +14,50% della chiusura.

Se il gruppo era stato quotato alla borsa di Parigi nel 2005 ad un prezzo di 33 euro per azione, ieri aveva toccato un minimo di 7,43 euro, prima di risalire a quota 9 euro.

La strategia di Macron

La nazionalizzazione completa di Edf era già stata indicata come parte della strategia di Macron all’inizio dell’anno quale obiettivo finalizzato al rendere la società il pilatro principale di un massiccio investimento in nuovi reattori nucleari.

Gli investimenti sul settore rientrano nei piani del governo volti alla transizione dai combustibili fossili, in un momento di particolare crisi energetica in Europa, amplificata dall’invasione russa in Ucraina.

La Francia “sarà il primo Paese europeo a uscire dalle energie fossili”, annunciava la Premier Borne, obiettivo da realizzare proprio attraverso la nazionalizzazione completa di Edf, per “garantire la nostra sovranità di fronte alla guerra in Ucraina e alle sfide colossali che si profilano”.

Rassicurare i creditori

“La nazionalizzazione di Edf sarebbe una mossa ampiamente condivisa nella politica francese, che probabilmente vedrà una Camera bassa divisa schierarsi a favore di Macron, che ha perso la maggioranza assoluta alle elezioni del mese scorso”, spiega Patricio Álvarez, analista di BI utilities.

Tuttavia, aggiunge, “alcuni parlamentari dell'opposizione, tra cui il leader del Partito Repubblicano all'Assemblea Nazionale Olivier Marleix, hanno messo in guardia dal pericolo di smantellamento dell'azienda dopo la sua nazionalizzazione”.

L’obiettivo della completa nazionalizzazione della società potrebbe essere quello di “rassicurare i creditori preoccupati per l'indebitamento finanziario netto della società, che alla fine dello scorso anno ammontava a 43 miliardi di euro e che è destinato a crescere ulteriormente nonostante un aumento di capitale di 3,2 miliardi di euro in aprile”, concludeva Álvarez.

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