Il mondo sta cambiando, ma le leggi economiche ne limitano la velocità

09/07/2025 06:15
Il mondo sta cambiando, ma le leggi economiche ne limitano la velocità

Le immutabili leggi economiche sul commercio globale e sul debito statunitense limitano la velocità con cui il mondo può cambiare. Gli Stati Uniti sono pronti ad attuare riforme fiscali e normative che potrebbero rafforzare il sentiment degli investitori e favorire le azioni

A cura di Antonio Tognoli, Responsabile Macro Analisi e Comunicazione presso Corporate Family Office SIM

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Inflazione della Cina YoY di giugno (stima -0.1%, invariata rispetto a maggio) e prezzi alla produzione di giugno (stima -3.2% contro -3.3% di maggio). La deflazione dei prezzi al consumo e alla produzione in Cina può offrire vantaggi a breve termine, come un aumento del potere d'acquisto, una maggiore competitività delle esportazioni e una riduzione dei costi di produzione. Tuttavia, questi benefici sono limitati dalla debolezza della domanda interna e dal rischio di una spirale deflazionistica, che potrebbe minare la crescita economica. Per massimizzare i vantaggi e mitigare i rischi, la Cina dovrebbe adottare riforme strutturali, come l'apertura alla concorrenza straniera e il sostegno al settore privato, per stimolare la domanda interna e ridurre l'eccesso di capacità produttiva.

I grandi cambiamenti politici sembrano aver sconvolto il mondo quest'anno. Riteniamo però che le immutabili leggi economiche sul commercio globale e sul debito statunitense limitino la velocità con cui il mondo può cambiare. E mentre vediamo indebolirsi le ancore macroeconomiche a lungo termine, crediamo che mega forze come l'intelligenza artificiale forniscano una nuova ancora. Crediamo che le caratteristiche fondamentali di questo contesto mantengono gli investitori propensi al rischio e sovrappesati alle azioni statunitensi.

Per quanto insoliti possano sembrare gli ultimi 12 mesi, riteniamo che siano una manifestazione più acuta della profonda trasformazione in atto da alcuni anni. I punti di riferimento macroeconomici a lungo termine su cui i mercati hanno fatto affidamento per decenni, come un'inflazione stabile e la disciplina fiscale, si sono indeboliti. Ma questo non significa che gli investitori debbano ridurre l'assunzione di rischio. Le grandi forze offrono una nuova ancora per i rendimenti.

E vediamo leggi economiche immutabili che limitano i cambiamenti di politica economica e riducono i risultati a breve termine: le catene di approvvigionamento non possono essere riorganizzate dall'oggi al domani e la sostenibilità del debito statunitense si basa su ingenti finanziamenti esteri. Quindi, investiamo nel qui e ora, e diamo maggiore importanza alle nostre previsioni a breve termine. Riteniamo che l'attuale contesto economico favorisca ancora la sovraperformance degli Stati Uniti. Le azioni europee hanno superato i competitor statunitensi molte volte dal 2000, incluso l'inizio di quest'anno, ma la tendenza di fondo è sempre stata debole. Riteniamo che l'Europa debba portare avanti le sue riforme strutturali per cambiare la situazione.

La consapevolezza che leggi economiche immutabili impediscano una rapida deviazione dallo status quo ha permesso di ridurre rapidamente il rischio dopo gli annunci sui dazi del 2 aprile. E ora vediamo ancora più motivi per mantenere la propensione al rischio e sovrappesare le azioni statunitensi. Gli Stati Uniti sono infatti pronti ad attuare riforme fiscali e normative che potrebbero rafforzare il sentiment degli investitori. Riteniamo che gli utili aziendali complessivi rimangano solidi, anche se la crescita statunitense dovesse essere frenata dalle interruzioni indotte dai dazi e dalla cautela delle aziende.

Nel reddito fisso, al contrario, preferiamo i titoli di Stato e il credito dell'area euro rispetto a quelli statunitensi. I rendimenti sono più interessanti in Europa che negli Stati Uniti. Sì, i rendimenti dei titoli del Tesoro USA a lungo termine potrebbero temporaneamente scendere poiché i mercati scontano i tagli dei tassi in un contesto di mutevoli narrazioni, ma riteniamo che un'inflazione vischiosa impedirà alla Fed di tagliare i tassi in modo significativo.

Inoltre, gli elevati deficit fiscali potrebbero indurre gli investitori a cercare maggiori premi a termine o una compensazione per il rischio di detenere debito statunitense a lungo termine. Da non sottovalutare le obbligazioni dei mercati emergenti (EM) in valuta locale poiché il dollaro USA potrebbe indebolirsi ulteriormente e le prospettive di crescita dei mercati emergenti sono più rosee.

In questo contesto volatile, riteniamo sia importante gestire attentamente il rischio macroeconomico: i portafogli "set-and-forget" non sono più efficaci per gli investitori. Troviamo altri modi per assumersi il rischio senza un'ancora macroeconomica. Tra questi, il valore relativo (o il posizionamento in vista della convergenza o divergenza dei prezzi di diversi titoli), la liquidità, la regolamentazione e il rischio di posizionamento. Un altro modo per orientare l’assunzione di rischio è trovare ancore nelle grandi forze. Crediamo che queste saranno fattori di rendimento duraturi sia nel breve che nel lungo termine.

In tutte le classi di attività, una maggiore dispersione nei rendimenti di mercato e dei titoli si traduce in maggiori opportunità di catturare alpha, ovvero rendimenti superiori al benchmark. Prendiamo ad esempio le mega forze. Non forniscono una chiara rappresentazione delle prospettive di crescita e inflazione, a differenza delle ancore macro, e non si mappano in driver di rendimento generali. Invece, gli investitori devono monitorare l'evoluzione tra le classi di attività e al loro interno, essere granulari con i temi e adattarsi costantemente a ciò che è scontato.

Essere attivi si applica sia ai mercati quotati che a quelli privati e osserviamo una maggiore fusione tra i due all'interno dei portafogli. Nelle prossime settimane, scopriremo di più su quanto questo contesto sia eccezionale per l'alpha.

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