Il petrolio riaccende i timori di inflazione

19/09/2023 06:00

Il Brent si spinge stamattina a 95 dollari, sui massimi di medio-lungo periodo. L’Arabia Saudita nega di voler tirare su i prezzi. I tassi a lungo termine restano alti perché cresce il timore di un risveglio dell’inflazione. Oggi a Wall Street debutta Instacart. In sindacato dei lavoratori dell’automotive minaccia un allargamento dello sciopero ad altri impianti.

Scopri le soluzioni di investimento

Con tutti i certificate di Orafinanza.it


La corsa del petrolio alimenta i timori di un risveglio dell’inflazione e tiene alti i rendimenti delle obbligazioni alla vigilia della scontatissima conferma del costo del denaro sui valori attuali da parte della Federal Reserve.

Le borse dell’Europa dovrebbero aprire poco sopra la parità, il future del Dax di Francoforte segna un rialzo dello 0,1%. In Europa, la settimana è iniziata in ribasso.

In una seduta priva di spunti di qualsiasi genere, ieri la borsa degli Stati Uniti non si è quasi mossa, l’S&P500 ha guadagnato lo 0,1%.

Oggi Wall Street potrebbe reagire ai dati sulle abitazioni e all’atteso esordio sul listino di Instacart: in fase di Ipo i soci venditori hanno ottenuto una valutazione della società delle consegne istantanee di generi alimentari freschi di 9,9 miliardi di dollari, nella parte alta delle indicazioni preliminari. Le azioni del gruppo con sede a San Francisco sono state vendute a 30 dollari ciascuna.

PETROLIO

Il greggio tipo Brent è sui massimi di lungo periodo a 95 dollari il barile, in rialzo stamattina dello 0,7%. Il ministro dell’Energia saudita, il principe Abdulaziz bin Salman, ha difeso stanotte la decisione del Regno di estendere il taglio alla produzione di petrolio, ribadendo che la mossa non è stata decisa per "tirare su i prezzi".

Un paio di settimane fa, Arabia Saudita e Russia hanno annunciato la volontà di prolungare la riduzione della produzione e dell'esportazione di petrolio fino alla fine dell'anno. "Non si tratta di tirare su i prezzi, ma di prendere le decisioni giuste con i dati che abbiamo", ha detto, secondo quanto riportato dal Financial Times, durante un evento a Calgary, in Canada. Il ministro ha ribadito che l'outlook sulla ripresa economica globale è incerto.

SCIOPERO

Il sindacato United Auto Workers ha minacciato stanotte un allargamento dell’astensione dal lavoro ad altri stabilimenti di Ford, General Motors e Stellantis. Se non ci saranno “seri progressi” nella trattativa, a partire da venerdì a mezzanotte, ci saranno altre fermate.

Il presidente di UAW, Shawn Fain, nel video dell’annuncio, non ha chiarito che cosa intenda per "seri progressi”, comunque, a detta dei lavoratori, le tre aziende non hanno presentato negli ultimi giorni alcuna proposta di miglioramento delle loro offerte originali.

Attualmente sono in sciopero i lavoratori dello stabilimento GM di Wentzville, Missouri, che produce autocarri e furgoni di medie dimensioni; lo stabilimento Ford di Wayne, Michigan, che produce pick-up di medie dimensioni Ranger e SUV Bronco; lo stabilimento Stellantis di Toledo, Ohio, che produce Jeep Wrangler e Gladiator.

INFLAZIONE/BOND

Il rendimento del Treasury Note a dieci anni, stamattina a 4,30%, è salito di circa cento punti base negli ultimi sei mesi, anche se in questo stesso periodo, negli Stati Uniti l’inflazione è scesa.

Secondo Frédéric Leroux, membro del comitato strategico d'investimento e responsabile del cross asset di Carmignac, i due andamenti opposti, dei tassi di mercato e dei prezzi al consumo, sono giustificati dalla resilienza dell’economia statunitense. “Come ha potuto resistere con tanta fermezza allo shock di 500 punti base di aumento dei tassi di riferimento applicati dalla Banca Centrale statunitense in soli diciassette mesi?”, si chiede Leroux nella nota diffusa ieri.

Una delle ragioni è “l’effetto ricchezza, rafforzato dal buon andamento degli asset finanziari e immobiliari e dagli aumenti dei salari che hanno consentito gradualmente alle famiglie di far fronte all’inflazione. Lo strategist prosegue mostrando che la divergenza tra inflazione e tassi di interesse è normale.

“Le nostre ricerche mostrano in modo inequivocabile che durante l’ultimo lungo periodo di inflazione (1965-1980) i tassi di interesse hanno iniziato a diminuire dopo l’inflazione con un ritardo compreso tra sei e diciotto mesi”.

Per cui è solo un problema di tempo, a breve, secondo gli economisti, il rallentamento si mostrerà in tutta la sua portata, anche perché, “il risparmio in eccesso si sta sciogliendo come neve al sole e offre al consumatore un margine di salvezza sempre meno rilevante”.

Insomma, emerge che gli effetti della stretta monetaria si ripercuotono sull’economia sempre con un certo ritardo. “In questo caso, l’inasprimento monetario è stato così concentrato nel tempo che gran parte dell’impatto inizierà probabilmente a concretizzarsi solo adesso”. Sulla base di queste valutazioni, Carmignac si aspetta ritorno graduale dei rendimenti decennali statunitensi al 3,5%.

In Asia Pacifico ha riaperto in ribasso la borsa del Giappone (Nikkei -1%). Intorno alla parità Hong Kong e Shanghai.

BlackRock ha tagliato mercati emergenti, a neutrale da sovrappeso. Il settore immobiliare cinese continua a essere un freno, anche se la crescita mostra segni di stabilizzazione.

TITOLI

Generali. Fitch Ratings ha alzato la raccomandazione a Ifs 'A+' da 'A', con outlook stabile.

Media. Il mercato pubblicitario in Italia ha registrato a luglio una crescita dello 0,6%, portando la raccolta pubblicitaria dei primi sette mesi a +1,8%.

Telecom Italia. Dalle rilevazioni Consob emerge che la società di tlc ha raggiunto il 10,334% del capitale e dei diritti di voto di Seco, attraverso Olivetti spa, rispetto al 6,238% detenuto al 3 agosto 2021, essendosi verificate le condizioni previste dalla normativa di detenzione ininterrotta delle azioni per 24 mesi dalla data di iscrizione nell'elenco speciale.

La Finestra sui Mercati

Tutte le mattine la newsletter con le idee di investimento!

Ho letto e accetto l'informativa sulla privacy
Seguici su Telegram

Bond a 5 anni in dollari

I primi due anni cedola fissa al 5,12% poi cedola variabile fino al 10%

Chi siamo

Orafinanza.it è il sito d'informazione e approfondimento nel mondo della finanza. Una redazione di giornalisti e analisti finanziari propone quotidianamente idee e approfondimenti per accompagnarti nei tuoi investimenti.

Approfondimenti, guide e tutorial ti renderanno un esperto nel settore della finanza permettendoti di gestire al meglio i tuoi investimenti.

Maggiori Informazioni


Feed Rss

Dubbi o domande?

Scrivici un messaggio e ti risponderemo il prima possibile.

Ho letto e accetto l'informativa sulla privacy



Orafinanza.it
è un progetto di Fucina del Tag srl


V.le Monza, 259
20126 Milano
P.IVA 12077140965


Note legali
Privacy
Cookie Policy

OraFinanza.it è una testata giornalistica a tema economico e finanziario. Autorizzazione del Tribunale di Milano N. 50 del 07/04/2022

La redazione di OraFinanza.it