Il petrolio scende ai minimi degli ultimi 17 anni tra coronavirus e 'guerra dei prezzi'

Il greggio scende sotto quota 20 dollari al barile mentre l'Arabia Saudita e la Russia hanno interrotto qualunque trattativa sul taglio alla produzione
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Petrolio ancora in calo
Continua il calo dei prezzi del petrolio sull'aumentare della diffusione della pandemia negli Stati Uniti e il proseguire dei contrasti tra Arabia Saudita e Russia. Il greggio, infatti, era sceso sotto i 20 dollari al barile, segnando i minimi degli ultimi 17 anni e proseguendo un mese di marzo nel corso del quale sta perdendo oltre il 50% del proprio valore.
Gli Stati Uniti hanno superato gli altri paesi per numero di infetti da coronavirus, con più di 121 mila, mentre i decessi sono arrivati a 2010, con effetti devastanti sulla domanda di petrolio.
Gli USA, infatti, sono il principale paese esportatore di petrolio al mondo 8 milioni di barili al giorno, mentre segue la Cina con sette milioni, e il blocco delle attività deciso in diversi stati rischia di peggiorare ancora la situazione.
Secondo Fatih Birol, capo dell'Agenzia internazionale per l'energia, “la riduzione della domanda grazie alle chiusure del coronavirus danneggerà ulteriormente l'industria e ostacolerà anche le raffinerie” e prevede un possibile calo della domanda globale di petrolio pari al 20%.
Inoltre, il numero delle vittime potrebbe aumentare vertiginosamente dopo che Anthony Fauci, l'epidemiologo consulente della Casa Bianca ha affermato ai giornalisti che è “del tutto concepibile” che più di un milione di persone negli Stati Uniti possano contrarre il virus.
La 'guerra dei prezzi'
Prosegue, Intanto, la “guerra dei prezzi” tra Arabia Saudita e Russia, ma l'intervento del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, non è riuscito a far giungere i due paesi ad un accordo sul taglio alla produzione, con i sauditi che hanno affermato che non ci sono attualmente in corso trattative con la Russia.
Lachlan Shaw, a capo delle ricerche sulle materie prime della National Australia Bank, dichiarava alla CNBC che “l'Opec, l'Arabia Saudita e la Russia potrebbero appianare le loro divergenze, ma non c’è molto che l’OPEC possa fare… Lo shock sullo domanda per il COVID-19 è troppo grande. La realtà è che le scorte globali si riempiranno in un paio di mesi se non cambierà niente e questo avrà un impatto distruttivo sui prezzi”.
“Le preoccupazioni per la domanda sono grandi ma ben note”, spiega Vivek Dhar, analista delle materie prime della Commonwealth Bank of Australia, ma “ciò che ha portato giù il mercato sono i segnali arrivati da Arabia Saudita e Russia, che intendono proseguire sulla strada intrapresa. Le speranze dei mercati di un accordo si sono distrutte”.
“Dal punto di vista fisico, la situazione è nera e c'è bisogno di un segnale forte per dire ai fornitori che si tratta di una situazione diabolica”, conclude Shaw.
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