Il punto di Antonio Tognoli


Antonio Tognoli prevede uno scenario di crescita economica mondiale elevata nel primo semestre del 2022 favorendo i titoli ciclici, tra cui le azioni giapponesi e dell’Eurozona, le mid-cap USA, i finanziari globali, le materie prime e i titoli energetici. Nel corso dell’anno, un più marcato rallentamento della crescita economica favorirà segmenti più difensivi del mercato, come per esempio il settore sanitario.


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L’investimento deve essere razionale. Se non lo capite, non lo fate (W. Buffett).

Dati poco interessanti per i mercati in uscita oggi. Concentriamo quindi l’attenzione sulle scelte di portafoglio in un anno, come il 2022, che si prospetta a due velocita: la prima parte che prosegue con l’elevata volatilità sperimentata nell’ultima parte del 2021, mentre la seconda parte più distesa grazie alla normalizzazione delle politiche monetarie e al sostegno della crescita degli utili. In particolare, il nostro scenario prevede una crescita economica mondiale che rimarrà probabilmente elevata nel primo semestre del 2022 favorendo i titoli ciclici, tra cui le azioni giapponesi e dell’Eurozona, le mid-cap USA, i finanziari globali, le materie prime e i titoli energetici. Nel corso dell’anno il rallentamento della crescita economica dovrebbe farsi più visibile e cominciare a favorire segmenti più difensivi del mercato, come per esempio il settore sanitario. Il mix tra il tapering della Fed e rallentamento della crescita globale dovrebbe favorire il dollaro rispetto alle valute legate a politiche monetarie più accomodanti, come l’euro, lo yen e il franco svizzero. Ci aspettiamo che l’inflazione USA rimanga su livelli elevati all’inizio del 2022 per poi scendere gradualmente verso il 2% a cavallo dell’estate. Le principali banche centrali opereranno una stretta graduale, mantenendo tuttavia un atteggiamento accomodante per non strozzare la crescita economica.

La crescita, l’inflazione e le politiche economiche continueranno a tenere banco nei prossimi mesi e gli investitori continueranno a interrogarsi sugli effetti economici della riduzione degli stimoli monetari e i graduali benefici di quelli fiscali. Nel passaggio vediamo una volatilità che, come dicevamo, rimarrà elevata: i vantaggi dell’aumento della massa monetaria sono infatti immediati, ma quelli degli stimoli fiscali necessitano di maggior tempo per essere visibili. Nel complesso continuiamo comunque a vedere un contesto favorevole per il mercato azionario, sostenuto dalla crescita degli utili aziendali ma con performance meno positive che nel 2021.

Allungando l’orizzonte temporale ai prossimi anni, possiamo cercare di delineare alcune tendenze di lungo termine: la digitalizzazione, la conversione verde dell’economia, l’invecchiamento della popolazione, la deglobalizzazione. La pandemia ha accelerato molti di questi temi creando incertezza ma anche interessanti opportunità di investimento sul lungo termine. Un esempio su tutti: i ricavi cumulativi delle nuove tecnologie, quali l’intelligenza artificiale, i big data e la cyber sicurezza, dovrebbero crescere da 384 miliardi di dollari del 2020 a 620 miliardi di dollari nel 2025. In questi settori, crediamo che le maggiori opportunità possano derivare dalle mid-caps che potrebbero rivelarsi la prossima grande occasione.

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