Il rally di gennaio si spegne a fine mese. Unicredit potrebbe riaccenderlo


Mike Wilson, strategist USA di Morgan Stanley dice che i mercati hanno esagerato nell’andare a sfidare la banca centrale, le buone notizie arrivate dall’inflazione sono nei prezzi. Il Fondo Monetario alza le stime sul Pil del mondo. La Cina torna a correre in gennaio. Gli Stati Uniti vogliono mettere del tutto fuori gioco Huawei. Domani la Commissione Europea presenta la risposta dell’Europa al protezionismo di Joe Biden. Metalli preziosi e metalli industriali, per qualcuno saliranno ancora.


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All’indomani della peggior seduta del Nasdaq da cinque settimane, le borse dell’Europa dovrebbero aprire in calo, il future del Dax di Francoforte perde lo 0,5%.

Il rally di inizio anno perde spinta in avvicinamento alle comunicazioni della Federal Reserve, evento delicato che spinge gli investitori a essere più attenti alle voci di quelli che già da parecchi giorni consigliano prudenza. Nella nota diffusa ieri, lo strategist di Morgan Stanley, Mike Wilson ha detto che i mercati, in queste prime settimane dell’anno, sono andati contro la banca centrale, scommettendo su una pausa a breve della stretta monetaria.

La Federal Reserve non ha in alcun modo chiamato lo stop, anzi, è ancora impegnata nell’opera di rallentamento dell’economia necessaria a spegnere del tutto l’inflazione. Il fatto che la corsa dei prezzi al consumo stia rallentando è più che prezzato da Wall Street, per cui, secondo Wilson, a questi prezzi è meglio andare contro il rally.

Ieri l’S&P500 ha chiuso in ribasso dell’1,3%, il Nasdaq dell’1,3%. Nel dopo borsa sono usciti i risultati di NXP Semiconductor: le previsioni sulle vendite del trimestre in corso sono inferiori alle aspettative. Il titolo della società olandese è arrivato a perdere il 3%.

FONDO MONETARIO

Il quadro economico del pianeta è in miglioramento rispetto a tre mesi fa. Le nuove stime del Fondo Monetario Internazionale sul 2023, contenute nell'aggiornamento del World Economic Outlook, mostrano un'economia che si è mostrata più resiliente delle attese.

Il pil globale è atteso crescere quest'anno del 2,9% (+0,2 punti percentuali sulle precedenti previsioni) e il prossimo del 3,1% (-0,1). Ma, avverte il Fondo, la "strada per una piena ripresa, con una crescita sostenibile, prezzi stabili e progressi per tutti, è solo all’inizio". Gli analisti dell’organizzazione di sostegno allo sviluppo hanno alzato le previsioni sulle economie avanzate a +1,2%, dell’Italia a +0,6%, della Cina a +5,2%.

CINA

L'attivita' manifatturiera trova il rimbalzo a gennaio, tornando in fase espansiva per la prima volta da ottobre 2022: l’indice Pmi sale a 50,1 rispetto al 47 di dicembre e oltre il 49,8 atteso. In base ai dati diffusi dall'Ufficio nazionale di statistica, il Pmi non manifatturiero si attesta a 54,4 (era a 41,6 a dicembre, mentre si confronta con le stime della vigilia di 52).

Le borse di Shanghai e di Hong Kong si avviano a chiudere la seduta in ribasso, nella scia di Wall Street.

Gli Stati Uniti valutano la possibilita' di tagliare interamente Huawei dai fornitori americani, vietando di fatto tutte le vendite al colosso cinese sospettato da tempo di avere legami con Pechino e l’esercito cinese. Lo riportano i media Usa, citando fonti dell'amministrazione americana secondo le quali gli Stati Uniti potrebbero sospendere le licenze alle aziende americane per esportare alla società cinese. Nel report che la settima scorsa alzava il target 2023 dell’indice MSCI China, Pictet mette in fila le ragioni per essere positivi.

L'economia cinese si riprenderà con probabilità nel corso del 2023, con il governo impegnato a dare priorità alla crescita e a ripristinare la fiducia dopo tre anni di "politica zero-covid”. Il settore immobiliare probabilmente si stabilizzerà grazie a un maggiore sostegno legislativo e a un miglioramento della fiducia delle famiglie. Le valutazioni dei titoli azionari cinesi (soprattutto offshore), rimangono relativamente neutre. Le revisioni al rialzo degli utili societari in un numero crescente di settori legati ai consumi e in altri settori sono di buon auspicio. Inoltre, le aspettative di crescita degli utili in Cina sono tra le più alte dei mercati emergenti.

I tassi di mercato si muovono poco negli Stati Uniti, il governativo a dieci anni è a 3,53%. Il dato sull’inflazione in Spagna ha spinto all’insù i rendimenti delle obbligazioni europee. Il Bund è a 2,31%.

Le aspettative di recessione hanno depresso il petrolio, il Brent ha chiuso in calo del 2% a 85 dollari il barile. Resta basso il prezzo del gas a pochi giorni dalla partenza dell’embargo sul gasolio russo, ma secondo quanto si leggeva ieri sui media internazionali, Mosca ha in previsione di aumentare l’export dei suoi prodotti raffinati nelle prossime settimane.

Poco mosso l’euro dollaro alla vigilia della presentazione della proposta della Commissione Europea sulla politica industriale verde. Ieri il Financial Times riportava che la bozza dovrebbe prevedere un abbassamento delle soglie massime per gli aiuti di stato ai settori che si impegnano nelle rinnovabili e soprattutto, nella decarbonizzazione. Lo strumento più efficace per rispondere in tempi brevi all’Inflation Reduction Act della Casa Bianca, sarebbe quello dei crediti fiscali. I governi avrebbero ampia discrezionalità nell’elargire questi aiuti indiretti alle aziende. Il tema sarà affrontato nella riunione straordinaria del Consiglio Europe del 9-10 febbraio.

METALLI PREZIOSI

L’oro tende ad avere buone performance in termini assoluti e relativi durante le recessioni statunitensi; i titoli azionari auriferi hanno fatto ancora meglio”, segnala James Luke, Fund Manager, Metals di Schroders.

Che il rallentamento sia alle porte lo stanno anticipando alcuni indicatori prospettici, alcune società nelle loro previsioni sul 2023 e l’inversione della curva dei rendimenti degli Stati Uniti. Luke mostra che nel periodo a cavallo delle recessioni, i sei mesi prima ed i sei mesi successivi, “l’oro ha registrato un rendimento medio del 28% e ha sovraperformato l’S&P 500 del 37%. Le azioni aurifere hanno battuto questa tendenza e hanno generato rendimenti medi del 61%, sovraperformando l’S&P 500 del 69%.”

Questo nello scenario base, ma se la corsa al rialzo tassi dovesse fermarsi sarebbe ancora meglio: “Abbiamo osservato che quando le risposte politiche agli Stati Uniti sono state particolarmente accomodanti, la performance del prezzo dell’oro è stata più esplosiva”.

METALLI INDUSTRIALI

Da inizio anno il prezzo del rame e dell’alluminio salgono di oltre il 10%, per Plenisfer Investments SGR il rialzo è destinato a durare. “Riteniamo che l’attesa ripartenza strutturale della domanda di metalli a lungo termine non vedrà per diversi anni un corrispondente aumento dell'offerta”, si legge nella nota firmata da Marco Mencini, Senior Portfolio Manager Equity.

Da qui al 2023, i deficit strutturali potrebbero attestarsi per il rame raffinato a 2,5 milioni di tonnellate annue, mentre per l’alluminio primario a 5,4 milioni di tonnellate annue. In questo scenario, “si dovrebbe generare una spinta rialzista che dovrebbe accelerarne il recupero di valore rispetto a quanto registrato nelle precedenti fasi di ripartenza dell’economia”.

TITOLI

Unicredit archivia il 2022 con un utile netto di 5,2 miliardi. Il risultato è superiore alle stime degli analisti che lo prevedevano a 5,13 miliardi. Il contabile è di 6,5 miliardi. Nel quarto trimestre il risultato è di 1,4 miliardi (1,16 miliardi il consensus) rispetto alla perdita di 1,4 miliardi del pari periodo dello scorso anno per voci straordinarie una tantum. Il contabile è di 2,4 miliardi. La società prevede sul 2022 una distribuzione agli azionisti di 5,25 miliardi. Si tratta di in crescita di 1,5 miliardi (+40%) rispetto all'anno precedente, con una proposta di dividendo in contanti di 1,91 miliardi e di riacquisto di azioni proprie per 3,34 miliardi, soggette alle debite approvazioni. La banca, si legge nella nota sui conti, ha generato rendimenti sostenibili e attrattivi preservando al contempo la solidità patrimoniale.

Juventus. Dopo aver letto le motivazioni della decisione delle sezioni unite della Corte Federale d'Appello, il club ha annunciato ieri che ricorrerà contro la detrazione di 15 punti in classifica.

Media For Europe ha ritirato la notifica sul possibile controllo di fatto di Prosiebensat.1 presentata all'antitrust austriaco per cambiare la struttura della quota nel gruppo media tedesco, che opera anche in Austria

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