Il ritorno di Olidata a Piazza Affari dopo sette anni

Il titolo della storica società era stato sospeso nel 2016 a seguito di una crisi e l’arrivo di Cristiano Rufini come primo azionista ha permesso il ritorno alle contrattazioni di Milano.
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Il ritorno di Olidata
Arrivato il giorno dello ‘scongelamento’ da Borsa Italiana per Olidata, società sospesa dalle contrattazioni sette anni fa e riammessa il 22 marzo scorso nel mercato Euronext Milan con ISIN IT0001350625.
Questa mattina il titolo torna agli scambi ma dopo un’ora non riusciva a far prezzo, segnando un rialzo teorico di oltre il 19%, ammesso con un prezzo ufficiale di 0,155206 euro.
L’ultimo prezzo di negoziazioni, registrato il 24 marzo 2016, era stato di 0,154 euro e il prezzo di sottoscrizione delle azioni nel contesto dell’aumento di capitale era di 0,1225 euro.
Crisi e rinascita
Storica società nata negli anni ’80 in Emilia Romagna, l’avventura di Olidata aveva visto la messa in liquidazione nel 2016, occasione a seguito della quale Borsa Italiana aveva sospeso le sue azioni dalle contrattazioni.
L’uscita dalla crisi arriva grazie a Sferanet, società di Cristiano Rufini, che dopo l’ultimo aumento di capitale è diventato l’azionista di controllo con il 53,29% nell’ottobre 2022, insieme a Le Fonti Capital Partner (8,8%) e altri azionisti con una quota inferiore al 5% (37,9%).
La crisi, racconta il prospetto informativo pubblicato per il ritorno in borsa, aveva avuto origine tra il 2009 e il 2010, quando la società dovette affrontare una situazione generale di illiquidità dei mercati e di contrazione degli ordini, con un conseguente squilibrio economico, finanziario e patrimoniale.
Dopo alcuni tentativi falliti di risanamento, nel 2016 arrivava la messa in liquidazione e il conseguente delisting delle azioni, presenti a Milano dal 1999.
Nel suo nuovo percorso industriale, la società si propone come Innovation Partner per i clienti, per accompagnarli nel processo di transizione digitale offrendo servizi di consulenza tecnologica e integrazione di sistemi nei settori Big Data&Analytics, Cyber Security, Artificial Intelligence, Internet of Things, Software Development e Ict Infrastructure.
La situazione attuale e attese
Nei dati preliminari sul 2022 di Olidata, elaborati seguendo l’andamento del primo semestre e tenendo in contro il contributo di Sferanet (18 ottobre 2022), indicato ricavi delle vendite e delle prestazioni pari a circa 22,1 milioni, un Ebitda negativo per 393 mila euro e un risultato netto positivo per 10,4 milioni, escludendo l’effetto positivo dell’esdebitazione concordataria negativo per quasi 2 milioni.
Il consiglio di amministrazione, anche sulla base dei dati preliminari 2022, ha confermato la validità degli obiettivi e delle direttrici del Piano Strategico, il quale prevede un incremento dei ricavi delle vendite e delle prestazioni nell’arco di Piano ad un CAGR pari all’8,2% rispetto al dato preliminare Sferanet 2022, pari a 49,9 milioni.
La percentuale di incremento di tale voce assunta alla base del Piano è ricompresa tra quella attesa del mercato digitale (CAGR 2022-2025, pari al 5,4%) e quella attesa del mercato del digital enabler (CAGR 2022-2025 pari al 13,9%).
Inoltre, l’aggiudicazione di nuove gare è attesa contribuire per circa la metà dei ricavi previsti nel 2023 dal Piano Strategico e per una parte preponderante di quelli attesi complessivamente nell’arco di Piano.
Le previsioni al 2025
Per quanto riguarda il periodo a fine 2025, la società punta ad una crescita dei ricavi oltre i 63,2 milioni di euro dagli attuali 49,3 milioni.
L’utile netto del gruppo è previsto a 1,2 milioni alla fine del 2025, con un incremento del margine operativo lordo a circa 2,6 milioni, pari al 4,1% dei ricavi.
Nel progetto di rilancio si prevede un aumento dell’incidenza dei ricavi legati alle soluzioni a maggiore valore aggiunto (come il Cyber, Big Data e Soluzioni proprietarie), con l’obiettivo di aumentare la marginalità, sottolinea la nota.
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