Il turismo riprende il volo. Rendimento fino al 17% con barriere profondissime.

Nel folgorante inizio d’anno delle Borse americane ed europee, i riflettori sono rimasti puntati soprattutto sul grande balzo dei titoli tech. Ma c’è un altro settore che ha brillato, facendo anche meglio delle varie Amazon, Apple e Alphabet. È il settore dei viaggi e del turismo, un comparto che sta attirando l’attenzione degli investitori alla luce delle previsioni di forte espansione dell’attività nel 2023, dopo che la Cina ha annunciato l’apertura delle sue frontiere. Nel 2019 sono stati 130 milioni i cittadini cinesi che hanno viaggiato per turismo o lavoro. Quell’anno la Cina è stato il Paese che ha dato il maggiore contributo all’industria mondiale dei viaggi.

Si spiega così il potente rialzo di Borsa delle principali compagnie aeree, come American Airlines che dall’inizio dell’anno è salita del 26%, seguita da Lufthansa e Air France-Klm, entrambe in crescita del 23%. La tedesca Tui, il primo tour operator al mondo, ha guadagnato a gennaio il 23% e l’americana Carnival, leader nelle crociere, segna un rialzo del 35%.

Secondo l’ultimo rapporto di Economist Intelligence dedicato all’industria del turismo, “una forte crescita è quasi inevitabile nel 2023, ora che le restrizioni ai viaggi sono state abolite nella maggior parte dei Paesi. A livello globale, prevediamo che la domanda di viaggi in attesa di essere esaurita porterà a una crescita del 30% degli arrivi turistici internazionali, portandoli a 1,6 miliardi. Questo segue una crescita del 60% nel 2022, ma non sarà comunque sufficiente a portare gli arrivi totali al livello del 2019, pari a 1,8 miliardi”. Il rapporto non manca di sottolineare le criticità e i rischi che ancora pesano sul settore dopo l’uscita dalla pandemia, in primis le ricadute della guerra in Ucraina.

In questo quadro il broker americano Stifel non ha esitazione a segnalare Carnival come il titolo su cui puntare dopo un disastroso 2022 in Borsa in cui le quotazioni della compagnia crocieristica sono scese del 61%, facendo addirittura peggio del 2020 (-57%). L’attività di Carnival è ripresa al 100% dopo lo stop totale per il Covid, ma la ripartenza si è rivelata più complicata del previsto e i conti degli ultimi trimestri hanno deluso gli analisti. Il titolo ha drasticamente sottoperformato nei confronti dei principali concorrenti come Royal Caribbean (-35% nel 2022) e Norwegian Cruise (-37%).

Secondo l’analista Steven Wieczynski, la società oggi si presenta come un investimento molto interessante, dopo avere rinnovato il vertice con la nomina del nuovo Ceo Josh Weinstein, avere risolto i problemi di liquidità, e grazie alla fortissima crescita delle prenotazioni. “E’ un’incredibile opportunità di acquisto”, conclude il report di Stifel, che ha come raccomandazione Buy con un target price di 18 dollari (upside del 180% sul prezzo attuale). La media dei target price dei 22 analisti che coprono il titolo è 11,3 dollari.

Emesso lo scorso 17 ottobre a un valore nominale di 1.000 euro, questo certificate ha una durata di due anni all’interno dei quali distribuisce cedole trimestrali del 4,25% (42,5 euro), per un rendimento annuo del 17%. Le cedole con memoria sono condizionate dal rispetto di una barriera con livelli decrescenti trimestre dopo trimestre: si parte dal 70%, livello da rispettare al primo appuntamento con la cedola del 17 aprile 2023, per poi scendere al 65% alla successiva data di osservazione del 17 luglio 2023. Il calo prosegue al ritmo di cinque punti percentuali ogni trimestre fino ad arrivare a una barriera del 35% all’ultima data di osservazione del 17 gennaio 2025.

Grazie all’effetto memoria, l’investitore che compra oggi il certificate (l’attuale prezzo di mercato è 1.013 euro) può puntare a un flusso cedolare di 340 euro in due anni alla semplice condizione che venga rispettata la barriera del 35% dell’ultima scadenza, e cioè che da qui a due anni le quotazioni di Carnival o di Tui non siano crollate del 65% rispetto ai Valori iniziali. I Valori iniziali sono i prezzi di chiusura di Carnival e Tui dello scorso 17 gennaio 2023.

Nella tabella qui sotto riassumiamo tutti i numeri da ricordare del certificate Memory Cash Collect Express di Vontobel DE000VU2EFZ2. Le quotazioni di Carnival sono in dollari, quelle di Tui sono in euro. I Valori iniziali (fixing) sono i prezzi di chiusura del 17 gennaio 2023.

La performance negativa di Tui dalla data del fixing si spiega con le recenti indiscrezioni secondo cui la società a breve lancerà un aumento di capitale per raccogliere circa 1,5 miliardi di euro con cui avviare il rimborso al governo di Berlino dei fondi ottenuti per sopravvivere alla pandemia. In realtà tutto ampiamente noto, se non nelle tempistiche e nel prezzo, quindi in buona parte scontato dal mercato. Nonostante l’immediata reazione negativa della Borsa, la notizia dell’aumento di capitale va considerata positivamente, perché l’operazione toglierà la cappa di incertezza che altrimenti  continuerebbe a gravare su Tui fino a quando non sarà chiaro come risolvere il problema del debito.

E soprattutto, il nostro certificate rettificherà il livello iniziale e quello delle barriere per il fattore K, ovvero andrà a compensare gli effetti diluitivi di un aumento di capitale, cercando di rendere l’operazione neutra sulle quotazioni del certificato (non lo sarà invece per chi acquista direttamente l’azione).

Oggi il debito netto di Tui è di circa 5 miliardi di euro, contro i 940 milioni di prima della pandemia. L’aumento di capitale, se effettivamente verrà realizzato, comporterà una diluizione del valore delle azioni. I valori di riferimento del certificate DE000VU2EFZ2 (fixing e barriere) saranno corretti per tenerne conto.

Oggi Tui capitalizza 3,6 miliardi di euro a fronte di ricavi stimati per l’intero esercizio 2023 di 18,5 miliardi di euro, un giro d’affari che sancisce il ritorno ai livelli di prima della pandemia. Nel 2019 il fatturato di Tui era stato di 18,9 miliardi. Nei due anni successivi, 2020 e 2021, Tui ha accumulato perdite per 5,6 miliardi. Per il bilancio 2023, che chiuderà il prossimo 30 settembre (come tutti i bilanci Tui), gli analisti prevedono in media il ritorno a un risultato positivo con un utile di 328 milioni. Nel 2019 l’utile era stato di 416 milioni. La media dei target price degli analisti è 2 euro.

Alla scadenza finale del 17 gennaio 2025, se il certificate non è stato rimborsato anticipatamente, potranno realizzarsi tre scenari.

1. Il primo, quello più favorevole, si ha se nessuno dei due sottostanti accusa un ribasso dal Valore iniziale superiore al 55%. L’investitore riceverà un rimborso pari al 100% del valore nominale del certificate (1.000 euro), l’ultima cedola da 42,5 euro e tutte le cedole eventualmente non pagate e accantonate per l’effetto memoria. L’investimento si chiude con pieno successo con un flusso cedolare nei due anni di 340 euro.
2. Il secondo scenario è quello intermedio, in cui uno, o entrambi i sottostanti, accusano un ribasso dal Valore iniziale superiore al 55%, ma inferiore al 65%. In questa situazione è stata trapassata la barriera sul capitale al 45%, per cui l’investitore riceverà un rimborso proporzionale alla performance del peggiore dei due sottostanti. Se, per esempio, Carnival risultasse il sottostante con la performance peggiore, pari a un ribasso del 60%, il rimborso sarebbe pari al 40% del valore nominale del certificate, e quindi di 400 euro.
   Allo stesso tempo, però, non risulterebbe trapassata la barriera al 35% per le cedole, per cui l’investitore riceverà l’ultimo premio da 42,5 euro e i premi eventualmente non pagati e accantonati per l’effetto memoria. Quindi la perdita sul capitale sarebbe attutita dai 340 euro di cedole incassate.
3. Il terzo scenario, quello decisamente negativo, si ha se anche uno solo dei due sottostanti finisce sotto la barriera del 35%. In questo caso non saranno pagate né l’ultima cedola né i premi eventualmente non pagati e accantonati per l’effetto memoria. Il capitale sarà rimborsato in proporzione alla performance del peggiore dei sottostanti. Se, per esempio, Carnival risultasse il sottostante con la performance peggiore, pari a un ribasso del 70%, il rimborso sarebbe pari al 30% del valore nominale del certificate, e quindi a 300 euro.

La forza di questo certificate è riassunta in un flusso di premi davvero elevato a fronte di barriere profondissime su solo due sottostanti e non i classici tre o quattro su un comparto visto in crescita.

Di seguito l’andamento dei due titoli negli ultimi 10 anni, mostra come abbiano ampiamente patito la pandemia e il certificate fissa il livello iniziali a livelli storicamente molto bassi.

Ricordiamo che investire in certificati espone l’investitore al rischio fallimento dell’emittente e a quello di azzeramento di un sottostante, casi che possono comportare la perdita dell’intero investimento. Vontobel gode di un buon rating: Aa3 da parte di Moody’s. I potenziali rendimenti indicati sono sempre al lordo della tassazione. Prima di ogni investimento leggere sempre tutti i documenti scaricabili dalla pagina del prodotto dell’emittente.