L’inarrestabile corsa del Bitcoin

Il balzo della principale delle criptovalute è partito a seguito della vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali e la sta portando a superare un record storico dopo l’altro.

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Record per il Bitcoin

Bitcoin sempre più ‘Trump trade’ dopo quasi una settimana dal risultato delle elezioni statunitensi che hanno visto il ritorno trionfante del tycoon alla Casa Bianca.

La principale delle criptovalute supera questa mattina quota 81 mila dollari per la prima volta nella sua storia, portando così il suo bilancio negli ultimi sette giorni a oltre +18% rispetto ai giorni precedenti le elezioni (68 mila).

La corsa del Bitcoin favorisce anche le altre valute digitali come l’Ethereum, secondo moneta virtuale del mercato e in crescita del 27,89% su base settimanale. Balzo anche per il Dogecoin, addirittura dell’86,21% negli ultimi sette giorni, e per lo Shiba Inu, aumentato del 49,52% sempre rispetto a prima delle elezioni.

Il ciclone Trump

La corsa è stata innescata dal cambio di posizione di Donald Trump rispetto al Bitcoin, in quanto se nel 2016 si era detto contrario, otto anni dopo ne aveva fatto una bandiera della sua campagna elettorale.

Il tycoon aveva promesso di fare degli Stati Uniti la “capitale ‘cripto’ del pianeta e la superpotenza Bitcoin nel mondo”, proponendo la “costituzione di una riserva federale” in Bitcoin con l’acquisto di 1 milione di token nell’arco di cinque anni, oltre a non cedere quelli già in possesso del governo federale. Il programma, da oltre 16 miliardi di dollari, verrebbe finanziato attraverso l’utilizzo dei sequestri di beni effettuati dal governo.

Anche la promessa di licenziare il presidente della Securities and Exchange Commission (Sec), Gary Gensler, ha influito e Trump ha promesso di "nominare un presidente della Sec che costruirà il futuro, non bloccherà il futuro".

A tutto questo si aggiunge il supporto di Trump ad una politica monetaria accomodante ed al progressivo taglio dei tassi di interesse, ha fatto bene alle criptovalute, favorite da una riduzione dei tassi, che rende più economico prendere a prestito denaro. Ecco perché l'effetto Trump, unito al taglio dei tassi annunciato dalla Fed in settimana, ha avuto un effetto bomba sul mercato.

“Indipendentemente dalle opinioni politiche, avere Bitcoin al centro della campagna elettorale americana è stato un evento storico, impensabile solo quattro anni fa”, spiega Ferdinando Ametrano, CEO di CheckSig. Se “l’elezione di Trump accelererà l’adozione e l’istituzionalizzazione di Bitcoin”, “le elezioni del 5 novembre chiudono un anno iniziato a gennaio con l’autorizzazione degli ETF di BlackRock e Fidelity, che hanno infranto tutti i record di raccolta. Il 2024 sarà ricordato come un anno davvero speciale per Bitcoin”, aggiunge l’esperto.

Opportunità future

Nonostante il balzo della scorsa settimana il Bitcoin potrebbe ricevere nuovi sostegni nell’immediato futuro e un segnale significativo della nuova amministrazione potrebbe arrivare con la grazia a Ross Ulbricht, fondatore di Silk Road, il primo mercato nero online in cui la cripto era utilizzata come moneta di scambio. Trump ha promesso di liberarlo, decisione che potrebbe rappresentare un primo banco di prova per il suo reale atteggiamento verso il settore dopo la fine delle elezioni.

Josh Gilbert, analista di mercato presso eToro, si aspetta che lo slancio continui e spinga il prezzo verso una cifra a sei cifre "in pochi mesi", aggiungendo che la scorsa settimana gli afflussi verso gli Etf sul Bitcoin hanno raggiunto un ritmo giornaliero record. Questo tipo di impennata “potrebbe innescare azioni di ricerca di profitto da parte dei clienti al dettaglio, come si è visto nell'ultima ondata rialzista del 2021”, ha aggiunto Gilbert.

Rischi dall’inflazione

Le promesse di Trump di nuove politiche espansionistiche, però, portano con sé i rischi di un nuovo aumento dell’inflazione, pesando potenzialmente sui mercati delle criptovalute. Il futuro Presidente (verrà nominato ufficialmente il 20 gennaio) ha promesso nuovi dazi alle importazioni e questo potrebbe riaccendere le pressioni inflazionistiche, portando la Federal Reserve a rallentare la sua politica monetaria fatta di tagli ai tassi di interesse da molti attesa nei prossimi mesi e, visto che le cripto tengono ad essere sotto pressione in periodo di politiche monetarie restrittive, permangono dunque i rischi per tutto il settore.

"Il probabile impatto inflazionistico delle promesse repubblicane potrebbe colpire ogni classe di asset, compresi l'oro e le criptovalute. Si sta facendo strada l'idea che questa marea rossa (vittoria dei Repubblicani) possa significare tassi d'interesse più alti più a lungo", sottolinea Michael McCarthy, stratega di mercato e direttore commerciale di Moomoo.

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