L’incertezza del board di Telecom Italia affossa il titolo
Non sono bastate sei ore di riunione al consiglio di amministrazione per fornire certezze sul futuro di Telecom Italia e il mercato si è subito scatenato contro il titolo, annegandolo tra le vendite.
Le azioni TIM arrivano a cedere oltre il 4% a Piazza Affari dopo circa due ore di contrattazioni, restando a stento sopra quota 0,32 euro, confermando le incertezze dei mesi scorsi.
Il cda non decide
Ieri sera si è concluso un consiglio di amministrazione straordinario della società, riunitosi per fare il punto sulle strategie da adottare in vista della preparazione del nuovo piano strategico 2022-24, atteso in particolare dopo una trimestrale deludente.
La nuova riunione del board era stata richiesta dai consiglieri in quota Vivendi e da altri indipendenti, ma gli stessi (e il mercato) sono rimasti a bocca asciutta vista la conclusione senza esiti sia sull’assetto che sulle strategie future.
In particolare, il breve comunicato diffuso a tarda serata sottolineava il “difficile contesto di mercato” all’interno del quale la società si muoverà in futuro, sia per quanto riguarda la strategia, la performance aziendale e l’organizzazione.
La frase che ha colpito di più il mercato e gli analisti, però, è stato il riferimento a future scelte in materia di rete o altri asset strategici, per i quali “non è in corso alcuna negoziazione”.
La sottolineatura del board arriva dopo rumor circolati nei giorni scorsi circa un possibile interesse di fondi (come KKR) per asset strategici come la rete.
Secondo ricostruzioni di La Repubblica, nel centro del mirino del consiglio ci sarebbe l’ad Luigi Gubitosi, entrato in quota Elliot e rinnovato a marzo, che non godrebbe più della fiducia del board.
Il quotidiano si spinge a prevedere che il nuovo piano industriale 2022-2024 potrebbe anche non essere presentato dallo stesso Gubitosi e, dopo la ‘guerra’ dichiarata all’ad da parte di Vivendi, ora si attende la posizione di Cdp.
L’analisi di Equita
Dalla riunione del cda “non sono emersi sviluppi particolari”, sottolineano gli analisti di Equita, ricordando come la “sottolineatura del contesto di mercato sfidante” fatta dal board “sembra essere interpretata come la necessità di azioni straordinarie sui costi”.
Come sottolineato anche da Il Sole 24 Ore, la società non ha chiarito con le sue parole se escluda o meno la disponibilità a cedere il controllo della rete pur di arrivare a un’infrastruttura unica con Open Fiber.
A questo punto, si attende la presentazione del Piano industriale al 2024 che dovrebbe arrivare a febbraio, ma nei mesi di attesa potrebbero arrivare novità dal fronte della possibile disponibilità del fondo KKR a investire ulteriormente in FiberCop, la società che gestisce l’ultimo miglio della rete, quello dagli armadietti in strada alle case.
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