Inflazione è essere poveri con tanti soldi in tasca


Dati macro, Powell e Lagarde spaventano i mercati: cura da cavallo per spegnere una spirale inflazionistica.


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Le banche centrali e i dati macro

I numeri uno di Fed e Bce hanno spaventato i mercati. Jerome Powell ha dichiarato che è necessario agire in fretta prima che si instauri una spirale inflazionistica. Madame Lagarde ha sottolineato che non sarà più come prima e l’inflazione di base sarà più alta che in passato.
I dati macro confermano le loro parole, Spagna con un’inflazione a 10,2% era prevista a 8,7%, massimo da 37 anni. Anche in Belgio oltre le attese a 9,6%, ai massimi dal 1982. In controtendenza invece l’inflazione tedesca, uscita a 7,6% sotto le stime che la prevedevano all’8%, ma per meri effetti una come lo sconto di tre mesi sui biglietti dei trasporti pubblici e i primi tagli voluti dal Governo al prezzo della benzina.
I mercati temono una recessione alle porte a dircelo sono le aspettative sull’inflazione e un differenziale sui tassi a breve termine che lungo termine che in Usa si è portato vicino alla parità. Perché questo indica che il mercato si aspetta una recessione o rallentamento economico alle porte? Perché il rialzo dei tassia breve riflette le aspettative di banche centrali più rigide e i tassi a lungo in calo indicano le stime di un rallentamento economico. In passato quando si è verificata un’inversione della curva dei tassi (quelli sui bond a breve che rendono di più si quelli a lungo) si è molto spesso verificata una recessione.

Cosa fare sul mercato

Continuiamo a suggerire i bond in particolare quelli legati all’inflazione.
Ancora interessante l’etf Kweb sull’internet cinese.
Dopo lo short su Saipem chiuso a fine settimana scorsa, rimaniamo negativi su Mps a fronte di un aumento di capitale molto diluitivo.
In un’ottica di lungo periodo sempre meglio un Pac, acquisti frazionati e dilazionati nel tempo.
Nel video approfondiamo con più calma e con diversi grafici questi concetti.

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