Inflazione più forte della recessione: la BCE pronta a nuovo rialzo dei tassi

Inflazione più forte della recessione: la BCE pronta a nuovo rialzo dei tassi

Isabel Schnabel, componente del consiglio dell’istituto centrale, ha ribadito la sua preferenza per un rialzo dei tassi di mezzo punto percentuale nella prossima riunione prevista per settembre, aggiungendo che neanche una possibile recessione potrebbe riuscire a frenare l’inflazione.

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Spauracchio inflazione

Peggiora l’economia nella zona euro ma la Banca centrale europea potrebbe non cambiare rotta rispetto al rialzo dei tassi di interesse previsto per la prossima riunione, in calendario l’8 settembre.

I segnali di una nuova stretta monetaria da parte dell’istituto centrale sono arrivati dalle parole di Isabel Schnabel, componente del Comitato esecutivo della BCE, nel corso di un’intervista rilasciata all’agenzia alla Reuters.

Considerata una dei falchi del consiglio, Schnabel sottolineava che “le preoccupazioni che avevamo a luglio non sono state alleviate”, vista un’inflazione che “sta salendo ulteriormente e ha raggiunto massimi storici”.

Se oggi (ore 11) verrà diffuso il dato aggiornato sull’inflazione dell’area euro, l’8,6% dell’ultima rilevazione risulta quattro volte superiore al target BCE del 2%, e secondo le previsioni potrebbe salire ulteriormente.

“Non escluderei che, nel breve periodo, l'inflazione aumenti ulteriormente”, ha detto Schnabel, mentre “è probabile che queste pressioni inflazionistiche ci accompagnino per un po' di tempo, non svaniranno rapidamente”: “ci vorrà del tempo prima che l'inflazione torni al 2%”.

Di certo non ha aiutato il dato di ieri proveniente dalla Gran Bretagna, dove l’inflazione è stata vista a livelli record, il 10,1% su anno nel mese di luglio, oltre le attese.

Recessione in arrivo?

Considerata una dei falchi del consiglio, Schnabel ha lasciato intendere di essere favorevole ad un altro consistente aumento dei tassi, nonostante i crescenti rischi di recessione.

Il quadro resta in peggioramento per la crescita nell’area euro e “non escluderei la possibilità che stiamo entrando in una recessione tecnica”, sottolineava Schnabel.

“I rischi per la crescita economica sono aumentati anche a causa di ulteriori shock dal lato dell'offerta, causati dalla siccità o dal basso livello dell'acqua nei principali fiumi”, e “sembra che, tra i Paesi più grandi della zona euro, la Germania sia quella più colpita”.

Inoltre, tra le complicazioni l’economista ricorda che il rialzo dei tassi può far salire in modo sproporzionato i costi dell’indebitamento nella periferia del blocco, mettendo a maggior rischio i paesi più indebitati come l’Italia o la Grecia.

Anche in caso di recessione, quindi, “è abbastanza improbabile che le pressioni inflazionistiche si attenuino da sole”, ha detto Schnabel, pertanto “il rallentamento della crescita non è probabilmente sufficiente a smorzare l'inflazione”, cambiando la rotta attuale della politica monetaria della BCE.

Rialzo dei tassi

L’ultima riunione di luglio aveva dato il via alle nuove politiche restrittive della BCE, con un aumento dei tassi di 50 punti base sui timori di un consolidamento dell’inflazione.

“A luglio abbiamo deciso di alzare i tassi di 50 punti base perché eravamo preoccupati per le prospettive dell'inflazione” ma “i timori che avevamo a luglio non si sono attenuati... Non credo che le prospettive siano cambiate in modo sostanziale”, spiegava l’economista. Pertanto, secondo Schnabel la BCE dovrebbe proseguire con il rialzo consistente dei tassi anche a settembre, confermando così le previsioni degli analisti che nelle ultime settimane hanno aumentato le loro previsioni su un aumento di 55 punti per settembre e di 118 punti entro la fine dell’anno secondo la Reuters.

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