L’inflazione rallenta più del previsto e Wall Street si impenna


I prezzi ad ottobre negli USA sono aumentati meno di quanto previsto e ora la maggioranza delle previsioni si attende un rialzo dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve da 50 punti base invece di 75 pb.


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Rallenta l’inflazione e Wall Street sorride

I livelli dei prezzi negli Stati Uniti rallentano nel mese di ottobre, aprendo le porte ad una Federal Reserve meno aggressiva nel corso dei prossimi mesi.

Il dato sull’inflazione diffuso oggi mette il turbo ai future di Wall Street, già in verde di mezzo punto nel corso della mattinata, e i contratti sul Nasdaq sprintano e salgono del 3,50%, seguiti in scia da quelli sul Dow Jones (+2%) e dello S&P500 (+3%) quando manca meno di un’ora dall’avvio delle contrattazioni

Nel dettaglio, l’inflazione nel mese di ottobre scende al 7,7% su base annuale, dato inferiore alle previsioni degli analisti e in calo rispetto al dato precedente (+8,2%).

Diminuisce anche l’inflazione core, dato privo dell’impatto dei prezzi di energetici e alimentari, scesa a +0,3% su base mensile e inferiore sia al dato precedente (+0,6%) che alle previsioni (+0,5%), mentre su base annuale si attesta a +6,3%, minore delle attese (+6,5%) e di quello anteriore (+6,6%).

Oggi era in calendario anche il dato sulle richieste iniziali di sussidi di disoccupazione, risultate 225 mila, dato leggermente superiori alle previsioni e al dato precedente (218 mila, rivisto da 217 mila).

Fed meno hawkish?

I dati diffusi oggi erano particolarmente sotto osservazione da parte della Federal Reserve, considerati cruciali per le future decisioni di politica monetaria.

Il rapporto odierno sui prezzi ha spinto gli operatori a modificare le loro previsioni sul rialzo dei tassi, con le attese su un aumento di 50 punti base a dicembre salite a oltre il 70% dal 45% precedente ai dati.

Dopo l’aumento dei tassi da 75 punti base nella riunione del 2 novembre, il range attuale si era situato tra il 3,75% e il 4%, valore record dal 2008.

A riunione terminata, Powell aveva lasciato intendere che il rialzo dei tassi potrebbe essere meno aggressivo per il meeting di dicembre, anche se il valore del tasso terminale potrebbe confermarsi più alto di quanto atteso.

Niente onda rossa

Fuori dal tema dell’inflazione, ieri il Presidente Biden ha tirato un sospiro di sollievo in quanto i Repubblicani non hanno sfondato nelle elezioni di midterm nel paese, visto il risultato ancora in bilico al Senato, ancora con molti ‘scontri’ elettorali “too close to call”, anche se la Camera è stata conquistata dai conservatori.

“La gigantesca onda rossa non c’è stata”, sottolineava Biden, per poi rilanciare la sua candidatura per il 2024: “la nostra intenzione è di correre di nuovo”.

Pertanto, Biden lancia il guanto di sfida a Donald Trump, anche lui pronto alla ricandidatura dopo la sconfitta del 2020, anche se sul suo cammino potrebbe esserci Ron DeSantis, riconfermato a valanga governatore della Florida, per molti il “futuro” del partito a scapito proprio del tycoon.

Cripto dramma

Ieri violenti sell off si erano scatenati sul settore delle criptovalute, dopo la rinuncia della piattaforma di trading Binance all’acquisizione di FTX, provocando un crollo anche del Bitcoin, oggi ancora intorno i 16 mila dollari, ai minimi dal 2020.

Oggi il pre-market vede recuperare le società legate alle cripto come Coinbase (+2,80%), MicroStrategy (+4%) e Robinhood (+2,60%), dopo che ieri avevano ceduto rispettivamente il 9,5%, il 19,58% e il 13,8%.

Notizie societarie principali e relativi movimenti nel pre-market USA

Cano Health Inc. (-34%): tagliate le previsioni di vendita per il 2022 a 2,70-2,75 miliardi di dollari da 2,85-2,90 miliardi di dollari.

Arhaus Inc (+5%): alzate le previsioni di utile netto per l’anno fiscale 2022 a un livello compreso tra 109 e 115 milioni di dollari, dai 92-98 milioni di dollari previsti in precedenza, mentre l’utile trimestrale rettificato della società di 27 centesimi per azione ha battuto le stime di 14 centesimi per azione.

Tapestry Inc (+3%): tagliate le previsioni di vendita e di profitto annuali, a causa delle persistenti restrizioni legate al Covid 19 in Cina e il previsto rallentamento della domanda in Nord America, mentre per il 2023 prevede un fatturato inferiori alle precedenti attese, comprendendole tra 6,5 e 6,6 miliardi rispetto ai circa 6,9 miliardi di dollari precedenti.

Veru Inc (-64%): un gruppo di consulenti della Food and Drug Administration statunitense ha votato contro la raccomandazione di autorizzare il farmaco della società ‘sabizabulin’ per il trattamento di pazienti ad alto rischio ricoverati con COVID-19, anche se la FDA non è obbligata a seguire le raccomandazioni di questi esperti (ma di solito lo fa).

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