Inflazione USA ai minimi dal marzo 2021 e Wall Street migliora

Inflazione USA ai minimi dal marzo 2021 e Wall Street migliora

I dati diffusi oggi mostrano che i prezzi negli Stati Uniti sono aumentati al ritmo più lento dal marzo 2021, ma la Federal Reserve non dovrebbe cambiare strategia nel corso della prossima riunione di fine luglio.

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L’inflazione negli USA

Scendono più del previsto i prezzi negli Stati Uniti nel mese di giugno, anche se il dato non dovrebbe far cambiare idea alla Federal Reserve circa un prossimo rialzo dei tassi di interesse per la riunione del 26 luglio.

L’aumento dei prezzi del mese scorso negli USA è risultato in calo, con un +3% rispetto al +4% di maggio e al 9% del giugno 2022, quando l’inflazione era ai massimi da circa 40 anni, scendendo oltre anche le previsioni degli analisti (+3,1%). Si tratta del più lento aumento annuale dei prezzi al consumo dal marzo 2021.

Rallenta, ma non troppo, l’inflazione ‘core’, depurata dalle voci più volatili come l’energia e il cibo, risultata al 5% dal precedente 5,3% di maggio, mentre su base mensile è cresciuta dello 0,2% rallentamento dall’anteriore +0,4% e maggiormente rispetto alle attese (+0,3%).

Secondo una nuova nota di Citi, il rallentamento risulta in gran parte legato a un’ulteriore riduzione dei prezzi degli alloggi, attesa da tempo, e a un calo dei prezzi delle auto usate.

Anche se il target del 2% stabilito dalla Federal Reserve appare ancora lontano, si tratta, secondo gli economisti e alcuni funzionari Fed, dell’inizio di una fase discendente per la componente core che dovrebbe protrarsi nei prossimi mesi. “I dati di giugno rappresentano probabilmente la punta di diamante di una serie di numeri più morbidi sull'inflazione di base nei prossimi mesi”, scrive Omair Sharif di Inflation Insights, citando fra gli altri il calo dei prezzi delle auto usate, i segnali di flessione della domanda nel settore dei servizi, l'aspettativa di un rallentamento degli aumenti delle tariffe aeree.

Wall Street accelera

Con la diffusione del dato l’andamento dei future sui principali indici di Wall Street acceleravano al rialzo e quelli sul Nasdaq arrivavano a guadagnare circa l’1%, mentre i guadagni dei contratti sullo S&P500 e sul Dow Jones superavano il mezzo punto percentuale.

In aumento le vendite sul dollaro e la coppia EUR/USD sale fino a 1,1062 (+0,50%) dopo una mattinata passata in attesa, mentre l’indice del dollaro cedeva lo 0,60%, ai minimi dell’aprile scorso.

In calo i rendimenti dei Treasury USA e il biennale cede subito l’1% al 4,845%, seguito in scia dal decennale che si assesta (-2,2%) al 3,893%.

Rialzo scontato?

Anche prima dei dati odierni, un rialzo dei tassi appariva “praticamente scontato” secondo Jim Reid, stratega di Deutsche Bank, anche se nei mesi successivi “tutto è ancora da giocare”.

“Anche se l'inflazione complessiva è scesa considerevolmente negli ultimi mesi, i numeri ‘core’ sono stati molto più persistenti... la Fed spera in un ritmo più lento prima di poter essere di nuovo tranquilla sull'andamento dell'inflazione”, ha aggiunto Reid.

“È improbabile che il rallentamento dell’IPC di giugno cambi l’esito di un rialzo dei tassi a luglio, e ci aspettiamo che i dati oltre luglio faranno sì che la Fed aumenti ancora i tassi a settembre”, prevede l’analista di Citi Veronica Clark.

Per Oren Klachkin, economista statunitense di Oxford Economics, “anche se un altro rialzo dei tassi a luglio aumenterà la probabilità di una recessione, i responsabili politici sembrano disposti ad accettare il compromesso. Il loro approccio dipendente dai dati significa che aspetteranno di essere assolutamente sicuri che l’inflazione sia su un percorso solido e chiaro verso il 2% prima di considerare un allentamento della politica”.

Secondo lo strumento Fedwatch del CME Group, gli investitori hanno calcolato il 89,9% di probabilità che la Fed aumenti i tassi di 25 punti base alla fine del mese, in una fascia compresa tra il 5,25% e il 5,50%, poi restare ferma fino alla fine del 2023.

Le domande di mutuo USA

Un altro dato arrivato nella giornata di oggi era quello sulle domande di mutuo negli Stati Uniti alla settimana terminata il 7 luglio.

L’indice che misura il volume delle domande di mutuo ipotecario ha registrato una crescita dello 0,9%, dopo il -4,4% della settimana precedente, mentre quello relativo alle richieste di rifinanziamento è sceso dell'1,3% e quello relativo alle nuove domande registra un incremento dell'1,8%.

I dati sono stati diffusi dalla Mortgage Bankers Associations (MBA), indicando che i tassi sui mutui trentennali sono saliti, attestandosi al 7,07% dal 6,85% della settimana precedente.“I dati economici in arrivo continuano a inviare segnali contrastanti sull'economia, con l'impatto complessivo che ha lasciato i rendimenti dei Treasury più alti la scorsa settimana poiché i mercati prevedono che la Federal Reserve dovrà mantenere i tassi più alti più a lungo per rallentare l'inflazione. Tutti i tassi ipotecari nella nostra indagine hanno seguito l'esempio, con il tasso fisso a 30 anni che è salito al 7,07%, il livello più alto dal novembre 2022”, ha spiegato Joel Kan, vicepresidente e vice capo economista di MBA.

Notizie societarie e pre-market USA

Microsoft (+0,50%): può procedere all'acquisizione del produttore di ‘Call of Duty’ Activision Blizzard (ATVI.O) in un'operazione da 69 miliardi di dollari dopo la vittoria in appello presso un tribunale britannico.

Alphabet (+0,30%): avviata azione legale collettiva nella quale la si accusa di aver utilizzato in modo improprio grandi quantità di informazioni personali e materiale protetto da copyright per addestrare i suoi sistemi di intelligenza artificiale.

Walt Disney (+0,20%): sta esplorando le opzioni per la vendita, o la ricerca di un partner, per la sua attività digitale e televisiva in India, secondo fonti giornalistiche, le quali riportano di trattative ancora in fase “molto iniziali”.

Faraday Future Intelligent Electric (-4%): ha dichiarato di voler riformulare il bilancio per il 2022 e il trimestre conclusosi a marzo 2023 dopo aver scoperto alcuni errori, a causa delle continue turbolenze aziendali.

Avrobio (+35%): ha annunciato che esplorerà potenziali alternative strategiche che possono includere, ma non solo, un'acquisizione, una fusione, un'aggregazione aziendale o un'altra transazione.

Raccomandazioni analisti

Netflix

UBS: ‘buy’ e target price alzato da 390 USD a 525 dollari.

Boeing

RBC: ‘neutral’ e prezzo obiettivo fermo a 220 dollari.

SalesForce.com

JP Morgan: ‘buy’ e target price ancora a 230 dollari.

JP Morgan

Odeon Capital: ‘buy’ e prezzo obiettivo incrementato da 149 USD a 160 dollari.

BMO Capital: ‘neutral’ e target price ridotto a 167 USD dai precedenti 170 dollari.

Societe Generale: da ‘buy’ a ‘neutral’ e prezzo obiettivo diminuito da 165 USD a 160 dollari.

Morgan Stanley

Jefferies & Co.: ‘buy’ e target price ridotto da 112 USD a 106 dollari.

Citigroup

Jefferies & Co.: ancora ‘neutral’ e prezzo obiettivo aumentato da 46 USD a 51 dollari.

Societe Generale: da ‘buy’ a ‘neutral’ e target price in calo da 67 USD a 50 dollari.

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