Inflazione USA ai minimi dalla primavera 2021

L’indice CPI diffuso oggi ha mostrato un lieve calo e secondo gli analisti Wall Street si attendeva qualcosa di più in vista della prossima riunione di settembre della Federal Reserve.
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L’inflazione negli USA
Leggero calo per l’inflazione a luglio negli Stati Uniti ma nessun entusiasmo a Wall Street almeno per il momento.
L’indice dei prezzi al consumo (CPI) comunicato oggi ha mostrato un’inflazione complessiva su base annuale cresciuta meno del previsto il mese scorso, al 2,9%, quando le attese erano per il 3%, livello più basso dalla primavera del 2021 prima del decollo dei prezzi. Torna a crescere l’indice su base mensile, salendo a +0,2% dopo il +0,1% del mese precedente (rivisto da -0,1%).
Il dato ‘core’, quello che esclude gli elementi più volatili come alimentari ed energia, rispecchia le previsioni e si consolida a +0,2% su base mensile e a +3,2% annualmente, quest’ultimo dato in leggero calo rispetto al +3,3 precedente.
La reazione di Wall Street
La diffusione del dato non sosteneva la Borsa USA e i future sul Nasdaq si indebolivano leggermente cedendo lo 0,20%, mentre quelli sullo S&P500 e sul Dow Jones perdevano lo 0,10%, per poi tornare tutti in parità.
Il dollaro restava in calo nei confronti dell’euro e la coppia EUR/USD saliva a 1,1017, mentre l’oro restava sopra i 2.500 dollari l’oncia, vicino ai suoi livelli record di sempre.
Si riducono le previsioni di un taglio dei tassi da 50 punti base per settembre secondo lo strumento FedWatch di CME Group e ora i trader si attendono al 48,5% una sforbiciata da 0,50, mentre salgono al 51,5% le previsioni su una riduzione da 25 pb. L’appuntamento per la Fed è fissato per il 17-18 settembre.
L’analisi degli esperti
Per Win Thin, responsabile globale della strategia di mercato presso BBH, “è ancora troppo presto per dirlo con certezza, ma l'andamento dei prezzi finora suggerisce che i mercati si aspettavano un calo dopo il PPI di ieri e quindi il risultato di oggi è stato una delusione per un mercato posizionato per un atteggiamento accomodante”.
Questi numeri “probabilmente non cambieranno le aspettative che la Fed sia sulla buona strada per tagliare a settembre”, prevede Enda Curran di Bloomberg, ritenendo che “l'attenzione rimarrà probabilmente sulla dimensione di quel taglio e, a questo proposito, ci sono ancora molti altri dati da fornire prima che i membri della Fed si riuniscano a metà settembre”.
Secondo Lindsay Rosner, responsabile del reddito fisso multisettoriale presso Goldman Sachs Asset Management, pensa che la cifra dello 0,2% ha spianato la strada a un taglio di 25 punti base a settembre, ma non ha chiuso la porta alla possibilità di un taglio di 50, data la quantità di dati in più che ci saranno. “Abbiamo assistito a cali previsti nei prezzi delle auto usate e delle tariffe aeree, nonché a un modesto calo nei prezzi delle auto nuove a seguito delle interruzioni del mese scorso nei sistemi software dei concessionari”, mentre “i costi di alloggio sono stati più elevati di quanto la Fed avrebbe voluto. Questo ci lascia in una zona in cui il reddito fisso ha ancora un reddito, la Fed è sulla buona strada per tagliare una certa quantità a settembre e abbiamo altre due tappe di questa corsa da percorrere: CPI e NFP”.
Verso la Fed
Il dato di oggi segue quello sui prezzi alla produzione diffuso ieri, risultato più debole del previsto e indicando come l’inflazione stia continuando a ridursi, sostenendo l’azionario di Wall Street che ha chiuso in verde.
Segnali che ancora sembravano non essere ancora sufficienti per la Fed, in particolare per il presidente dell’istituto centrale di Atlanta, Raphael Bostic, il quale ha affermato ieri di voler vedere “qualche dato in più” prima di essere pronto a sostenere l'abbassamento dei tassi di interesse.
“In particolare, l'inflazione ha deluso le previsioni del consenso da aprile a giugno, con prezzi e salari più bassi di quanto previsto dagli economisti", evidenzia Stefan Koopman, stratega macro senior presso Rabobank. Che ora prevede “che la Fed taglierà i tassi a settembre, principalmente a causa dell'aumento del tasso di disoccupazione e come precauzione contro una potenziale recessione”.
Se ora "i mercati sono meno in preda al panico", secondo Justin Onuekwusi, responsabile degli investimenti presso la società di investimento St. James's Place, ora “i trader potrebbero essere troppo precipitosi nelle loro aspettative di taglio dei tassi. Il mercato è fin troppo aggressivo in quei tagli della Fed, in particolare quando ci sono funzionari della Fed inclini aggressivi che affermano di essere alla ricerca di più dati per supportare i tagli”, ha aggiunto.
Notizie societarie e pre market USA
Alphabet (-1%): indiscrezioni pubblicate da Bloomberg News parlano di alcune opzioni allo studio presso il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, tra cui la scissione di Google, la vendita di AdWords, la condivisione dei dati con i concorrenti e l'implementazione di misure per evitare una posizione dominante sleale sui prodotti di Intelligenza Artificiale.
Kellanova (+7%): verrà acquistata da Mars per 83,50 dollari per azione, corrispondente ad un premio di circa il 33% rispetto alla chiusura del 2 agosto, giorno precedenti alle prime indiscrezioni circa la vendita.
Southwest Airlines (+1%): il fondo speculativo Elliott (proprietario del 7% del capitale) vorrebbe sostituire l'amministratore delegato Robert Jordan e il presidente esecutivo Gary Kelly.
Performance Food Group Company (+4%): annunciata l’intenzione di acquisire Cheney Bros per 2,1 miliardi di dollari in contanti, rafforzando la propria presenza nel sud-est degli Stati Uniti.
Cardinal Health (+5%): alzate le previsioni sull'EPS adjusted per l'anno fiscale 2025 a 7,55-7,70 dollari, rispetto alla precedente previsione di almeno 7,50 dollari.
Grail (+11%): annunciati tagli al personale per circa il 30% della sua forza lavoro, corrispondente a circa 350 unità, all’interno di un ampio piano di ristrutturazione aziendale.
Raccomandazioni analisti
Netflix
JP Morgan: ‘buy’ e prezzo obiettivo sempre a 750 dollari.
Boeing
Jefferies: ‘buy’ e target price confermato a 270 dollari.
RBC: ‘buy’ e prezzo obiettivo non modificato dai 220 dollari precedenti.
Intel
Bernstein: ‘neutral’ e target price di nuovo a 25 dollari.
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